C’è chi non usa più il portafoglio
Perché con i pagamenti sugli smartphone e i documenti digitali ormai può farne a meno, almeno finché qualcosa non va storto

Sei anni fa una redattrice di Wirecutter, il sito del New York Times che si occupa di recensire prodotti, scrisse un articolo per raccontare di come era «sopravvissuta» una settimana a Washington DC senza portafoglio (l’aveva dimenticato nella lounge dell’aeroporto a San Francisco, prima di partire). Scrisse: «Ho scoperto che il mio smartphone può fare quasi tutto quello che fa il mio portafoglio: dal pagare al ristorante al noleggiare una bicicletta».
Il tono stupito del racconto oggi suona datato, perché il rapporto delle persone con i pagamenti elettronici, e in particolare quelli fatti con gli smartphone, è cambiato profondamente. Quello che l’articolo descriveva come “una sfida” è oggi il modo in cui quotidianamente vivono e fanno acquisti moltissime persone, una parte delle quali infatti ormai fa a meno del portafoglio. Lo ha sostituito in certi casi con un portacarte, spesso da applicare con un magnete allo smartphone, oppure in altri casi con i soli dispositivi elettronici.
Un recente sondaggio di Link, la principale rete di sportelli bancomat del Regno Unito, riporta che l’80 per cento degli adulti britannici possiede un portafoglio, ma meno della metà pensa che sia essenziale portarselo dietro tutti i giorni. In Italia i pagamenti elettronici si stanno diffondendo più lentamente, ma stanno aumentando. Le transazioni tramite smartphone poi – e altri dispositivi su cui si possono salvare le carte di credito come gli orologi digitali – sono quelle cresciute di più nell’ultimo anno.
È una tendenza che riguarda soprattutto la fascia più giovane della popolazione, ma nonostante questo esistono posizioni molto diverse sulla questione, legate alle abitudini delle persone e al loro rapporto con la tecnologia. A lungo a frenare l’abbandono del portafoglio per molte persone è stato il fatto che, oltre ai contanti e alle carte di pagamento, contiene normalmente anche i documenti di identità, carte fedeltà, tessere o abbonamenti che servono tutti i giorni e che a volte è ancora più fondamentale avere a portata di mano. Anche qui però certe cose stanno cambiando.
Da dicembre del 2024 al giugno scorso, infatti, in Italia sono stati attivati 5,3 milioni di portafogli digitali realizzati tra gli altri dal Dipartimento per la trasformazione digitale nell’app “IO”. Attualmente si può accedere con la propria identità digitale e inserire la tessera sanitaria e la patente di guida, che in Italia può essere presentata al posto di quella fisica durante un controllo stradale. Non si può ancora aggiungere invece la carta d’identità, ma da giugno si può accedere ai documenti anche quando il telefono non è connesso a Internet.
Il processo di registrazione dei documenti per ora disponibili su IO – così come quello di inserimento di una carta di credito sul cellulare o su un’app per il pagamento elettronico – è relativamente semplice e veloce per chi ha dimestichezza con la burocrazia digitale. Molti servizi non offrono ancora la possibilità di digitalizzare le carte, ma esistono da tempo app che permettono di raccogliere i codici a barre di quelle dei supermercati, per esempio.
Alcune persone quindi, potendo ormai usare lo smartphone sia per pagare sia per conservare i propri documenti, scelgono di uscire consapevolmente di casa senza portafoglio, liberando spazio nelle tasche o nelle borse, ed eliminando il rischio di perderlo in giro o di farselo rubare.
Per questo da tempo sono cambiati anche i prodotti proposti dalle aziende di pelletteria e di accessori. Già da diversi anni i portafogli da donna sono diventati più piccoli e compatti, anche per via del fatto che la moda privilegia le borse sempre più piccole, in cui non stanno più i classici portafogli lunghi e rettangolari da donna. In alcuni casi le borse di alta moda si stanno trasformando in portafogli da portare a tracolla, come il modello Kelly To Go di Hermès, che all’interno contiene diverse sezioni per le carte.
E stanno diventando sempre più popolari e diffusi i portacarte, che sono sottili e occupano poco posto. Ci sono quelli classici in pelle, che vengono chiamati “da uomo” e che adesso le aziende cominciano a promuovere come oggetti adatti a chiunque. Ma sul mercato ne stanno arrivando di sempre più piccoli, dotati di leve e linguette per rendere più facile estrarre le carte. Alcuni hanno addirittura piccoli occhielli in cui posizionare gli AirTag, i dispositivi di Apple che consentono di localizzare gli oggetti.

Un portacarte di metallo all’interno di una custodia in pelle alla fiera internazionale della pelle di Milano, 9 settembre 2025. (Il Post)
Ci sono poi persone – specialmente le più anziane – che utilizzano accessori come le cover “a portafoglio” per smartphone, chiamate così sia perché hanno una patta frontale che si chiude sopra lo schermo, di solito con un magnete o un bottone, sia perché la patta ha delle piccole tasche interne cui infilare carte, foglietti o scontrini.
Stare del tutto senza contanti è comunque una eventualità che spaventa molte persone. Un lettore ha risposto a un recente sondaggio del Guardian raccontando che si trovava in Spagna durante l’enorme blackout dello scorso aprile, e di aver dovuto chiedere dei contanti a degli sconosciuti perché, abituato a non portare il portafoglio, non ne aveva con sé per comprare un biglietto del bus.
Esistono insomma ancora delle ragioni valide per essere scettici sull’abbandono del portafoglio. Un’altra preoccupazione è quella di perdere sia le carte che i documenti nel caso di smarrimento o di furto del telefono, oppure di rimanere isolati e impotenti se si dovesse scaricare la batteria. Altri semplicemente non sopportano il fatto di dipendere dal telefono anche per dover pagare, o preferiscono ancora i contanti per non lasciare una traccia di tutti i propri pagamenti, o perché vogliono nasconderli o anche solo per principio.
Per molti poi, nonostante l’ingombro, il portafoglio è un accessorio di moda che piace portare con sé, oppure più semplicemente un oggetto a cui si è affezionati, magari perché oltre ai contanti e ai documenti contiene cose potenzialmente utili come biglietti e scontrini oppure altre con un valore personale, come ricordi e fotografie.



