La procura chiederà la pena di morte per Tyler Robinson
L'ha accusato di omicidio aggravato per l'uccisione dell'attivista di destra Charlie Kirk, aggiungendo molti dettagli sulle indagini

Martedì il procuratore della contea di Utah, Jeff Gray, ha detto che chiederà la pena di morte per Tyler Robinson, il presunto assassino dell’attivista di destra Charlie Kirk, ucciso mercoledì mentre parlava alla Utah Valley University. Durante una conferenza stampa ha dato diverse nuove informazioni su Robinson e sulle sue possibili motivazioni: in particolare, ha letto una conversazione fra lui e la persona con cui aveva una relazione in cui Robinson dice di aver ucciso Kirk perché «ne avevo abbastanza del suo odio. Alcune forme d’odio non si possono risolvere trattando». Ha aggiunto che un DNA compatibile con quello di Robinson è stato identificato sul grilletto del fucile che è stato trovato vicino al campus dell’università, e che si ritiene sia l’arma del delitto.
Robinson è stato accusato di omicidio aggravato, intralcio alla giustizia, uso illegale di un’arma da fuoco e una serie di aggravanti basate sul fatto che avrebbe ucciso Kirk per motivi politici e che l’avrebbe fatto sapendo che delle persone giovani sarebbero state presenti. Poche ore dopo Robinson è apparso in videoconferenza durante una prima udienza in cui gli sono state lette le accuse, che sono simili ma più pesanti di quelle che erano state anticipate dai giornali.
Kirk aveva 31 anni ed era uno dei più importanti alleati politici del presidente Donald Trump, che pochi giorni fa su Fox News aveva detto di sperare che per Robinson fosse chiesta la pena di morte. Gray ha detto di aver preso questa decisione da solo. Secondo l’accusa, Robinson avrebbe sparato a Kirk da un tetto di un edificio vicino, da cui poi sarebbe saltato (come mostra un video diffuso dalle autorità nei giorni scorsi). Avrebbe quindi nascosto il fucile e si sarebbe liberato dei vestiti che aveva usato e avrebbe detto alla persona con cui aveva una relazione, e con cui viveva, di cancellare alcuni messaggi potenzialmente incriminanti e di non parlare con la polizia.

Il procuratore Jeff Gray mentre legge le accuse contro Tyler Robinson, il 16 settembre 2025 a Provo, in Utah (AP Photo/Alex Goodlett)
Gray ha confermato che a convincere Robinson a consegnarsi alle autorità erano stati i suoi genitori, che avevano da subito pensato che il sospettato somigliasse molto al loro figlio. Il padre aveva anche detto che il fucile che era stato ritrovato sembrava quello che Robinson aveva ricevuto in regalo da suo nonno. Inizialmente Robinson aveva negato, ma dopo poco aveva lasciato intendere di essere l’assassino di Kirk e aveva detto che stava pensando di suicidarsi. I genitori l’avevano convinto a parlare con un amico di famiglia, uno sceriffo in pensione, che l’aveva poi denunciato alle autorità. Poche ore dopo Robinson era stato arrestato e da allora si trova in custodia della polizia. Dato che è stata chiesta per lui la pena di morte, non è stata fissata una cauzione.
La madre di Robinson ha detto alla polizia che recentemente il figlio era diventato più politicizzato e che aveva iniziato ad avere idee più «di sinistra» rispetto al resto della famiglia, che è di orientamento repubblicano e conservatore. Ha detto che aveva cambiato idea sui diritti delle persone gay e trans e che aveva iniziato a frequentare la persona con cui ora viveva, descritta dal procuratore come una persona «biologicamente maschio che stava cambiando genere». Questa cosa aveva portato a grandi discussioni in famiglia, specialmente con il padre di Robinson. Durante queste conversazioni Robinson aveva anche parlato male di Kirk, accusandolo di «diffondere troppo odio» e menzionando che di lì a poco avrebbe fatto un evento nel campus della Utah Valley University.
La persona con cui Robinson aveva una relazione ha detto alla polizia che lui le aveva detto di guardare sotto la tastiera del suo computer, dove c’era un messaggio con scritto «ho avuto l’opportunità di uccidere Charlie Kirk e ho intenzione di coglierla». Gray ha detto che gli investigatori hanno visto una foto di questo biglietto e che lei aveva mostrato loro una serie di messaggi in cui Robinson confessava di aver ucciso Kirk. Durante quella conversazione Robinson aveva anche parlato del fucile che aveva usato, della possibilità di andarlo a riprendere e delle frasi scritte sui proiettili, da lui descritte come «principalmente un grande meme».
Negli ultimi giorni le frasi erano state ampiamente commentate, perché contenevano diverse espressioni incomprensibili ai più, tipiche del gergo dei forum e dei videogiochi frequentati da adolescenti e ventenni. Nelle ore seguenti Robinson aveva continuato a scrivere messaggi in cui diceva che il fucile era stato ritrovato e infine che aveva deciso di consegnarsi alle autorità.
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