I politici statunitensi stanno spostando o cancellando i comizi
Sia Democratici che Repubblicani temono per la propria sicurezza, dopo l'omicidio del podcaster di estrema destra Charlie Kirk

Molti politici statunitensi stanno ripensando o cancellando i loro appuntamenti pubblici dopo l’omicidio di Charlie Kirk, ucciso durante un incontro pubblico in un’università dello Utah. Parlamentari e rappresentanti statali, sia Democratici che Repubblicani, temono per la loro sicurezza. Gli episodi di violenza politica sono diventati sempre più frequenti negli Stati Uniti e l’omicidio di Kirk ha aumentato le preoccupazioni e reso più credibili le minacce.
Il deputato Democratico Jared Moskowitz ha detto a NBC, parlando dei membri del Congresso: «Le persone in questo palazzo sono spaventate a morte». Ha raccontato che ci sono state varie richieste allo speaker della Camera, Mike Johnson, per aumentare le misure di sicurezza. Intanto molti dei politici che da tempo sono oggetto di minacce stanno cancellando soprattutto gli eventi all’aperto, quelli più difficili da controllare.
Alexandria Ocasio-Cortez, deputata della sinistra Democratica che da anni convive con molte minacce di morte, ha rinviato due appuntamenti pubblici previsti per il weekend in North Carolina, fra cui un comizio domenica a Raleigh. Ha detto di sapere sin dal giorno dell’elezione che l’incarico comportava qualche rischio, ma che i protocolli di sicurezza per i parlamentari sono «roba del passato», non adatti alla situazione attuale.

La deputata Repubblicana Nancy Mace nel marzo del 2025 (Win McNamee/Pool Photo via AP)
Anche la deputata Repubblicana Nancy Mace, candidata governatrice in South Carolina, ha cancellato tutti gli eventi pubblici delle prossime settimane, compresa una serie di incontri nelle università. Uno dei temi della campagna di Mace è la limitazione delle protezioni antidiscriminatorie per le persone trans, argomento su cui ha avuto scontri verbali molto animati e che le ha causato minacce di morte. Dopo la morte di Kirk dice di aver ottenuto che una pattuglia della polizia locale presidi il suo ufficio e la sua abitazione, e che porterà sempre con sé una pistola.
Negli Stati Uniti molti politici di entrambi gli schieramenti hanno da tempo rinunciato ai grandi appuntamenti all’aperto, preferendo incontri in ambienti chiusi e a invito e con controlli all’ingresso più stringenti. Alcuni lo hanno fatto rivendicandolo apertamente, per altri è stata una scelta obbligata e poco pubblicizzata.
Anche prima dell’omicidio di Kirk i timori per la sicurezza erano grandi, soprattutto dopo l’omicidio di Melissa Hortman, deputata statale del Minnesota, e del marito Mark, da parte di un uomo che aveva una lista di politici da ammazzare. La polizia di Washington ha detto che basandosi sulla tendenza di questi primi otto mesi, alla fine del 2025 i casi di minacce contro i politici saranno 14mila, contro i 9mila del 2024.

Il deputato Repubblicano Thomas Massie durante una conferenza stampa al Campidoglio, Washington (AP Photo/Rod Lamkey, Jr.)
Per quanto le misure di sicurezza possano essere aumentate, prevedere una scorta e un controllo completo per tutti e 535 i membri del Congresso sarebbe di fatto impossibile, per i costi complessivi e per il numero di agenti di polizia che bisognerebbe impiegare. La soluzione almeno momentanea sembra quindi quella di evitare le situazioni di maggior rischio.
Non tutti però sono d’accordo: Thomas Massie, Repubblicano al centro di minacce perché si sta occupando del caso Epstein e chiede la pubblicazione dei presunti dossier, dice di aver aumentato le misure di sicurezza ma di non voler rinunciare a nessun incontro.
Giovedì ci sono stati vari allarmi bomba in tutto il paese, fra cui quello negli uffici di Washington del partito Democratico, poi rivelatosi infondato come altri che hanno riguardato politici a livello statale, soprattutto Democratici. Negli ambienti online della destra radicale da mercoledì sera si parla più o meno apertamente di una possibile vendetta per la morte di Kirk e alcuni influencer hanno parlato dell’«inizio di una guerra».



