L’inchiesta sui ricatti dentro Fratelli d’Italia a Prato ora ha due indagati
Sono politici accusati di aver diffuso una foto intima dell'ex consigliere comunale Tommaso Cocci, per screditarlo in vista delle regionali

La procura di Prato sta indagando su due politici locali, uno di Fratelli d’Italia e uno non più nel partito, per la diffusione illecita di immagini sessuali nel caso che riguarda i ricatti subiti da Tommaso Cocci, ex capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale di Prato. Gli indagati sono Claudio Belgiorno, fino a pochi mesi fa consigliere comunale a Prato (poi il consiglio è stato sciolto, dopo il commissariamento del comune), e Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale di Empoli, che nel 2024 è passato da Fratelli d’Italia a una lista civica di centrodestra.
Belgiorno e Poggianti sono accusati di aver organizzato i ricatti, inviando a Cocci e a vari politici di Fratelli d’Italia lettere anonime con dentro una foto intima di Cocci. Secondo l’accusa l’obiettivo era spingerlo ad abbandonare la politica, o almeno a rinunciare a candidarsi alle prossime elezioni regionali, in programma il 12 e il 13 ottobre. Le prime lettere sono state trovate nell’ottobre del 2024, le più recenti pochi giorni fa.
Sia Cocci sia Belgiorno avevano in programma di candidarsi alle regionali nel collegio di Prato, e quindi si sarebbero fatti concorrenza interna nel partito (sono peraltro esponenti di due correnti diverse di Fratelli d’Italia). Dopo la notizia dei due indagati ci sono state conseguenze: Fratelli d’Italia ha escluso Belgiorno dalle proprie liste, che devono essere presentate entro il 12 settembre (il fatto che la notizia degli indagati sia emersa solo due giorni prima è stato quindi politicamente molto rilevante).
Nel frattempo mercoledì Cocci ha fatto sapere di aver rinunciato alla candidatura. «Non voglio che si continui a parlare di reati che mi riguardano come persona offesa», ha detto: «la città merita una campagna elettorale sui tanti problemi che la affliggono».
La foto oggetto dei ricatti era stata scattata da Cocci e inviata a una persona tramite un messaggio su Instagram, come ha raccontato lui stesso alla polizia dopo aver sporto denuncia. Cocci aveva detto di essere stato adescato su Instagram di proposito, e di sospettare che si trattasse di un regolamento di conti all’interno del suo partito. Quando gli è stata inviata la lettera anonima è stato minacciato con accuse di pedofilia, pedopornografia, uso di droghe illegali e legami con la massoneria.
L’ultima accusa – quella sulla massoneria – è la più rilevante dal punto di vista politico perché coinvolge la loggia chiamata Sagittario, di cui Cocci aveva confermato di essere segretario e che è al centro delle indagini che hanno portato alle dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, del PD, accusata di corruzione. I magistrati sostengono che Bugetti abbia ricevuto soldi e voti in cambio di favori garantiti a Riccardo Matteini Bresci, imprenditore del tessile e Gran Maestro della loggia. In alcune intercettazioni Matteini Bresci si sarebbe vantato di aver portato 4mila voti a Bugetti durante la campagna elettorale del 2020 per le elezioni regionali. I voti – sostiene l’accusa – sarebbero stati garantiti soprattutto grazie alla rete di influenze legate proprio alla loggia.
Cocci ha detto di far parte della loggia Sagittario da 12 anni, ma aveva anche detto di essersi messo “in sonno” da giugno dopo l’inchiesta che ha coinvolto la sindaca (un’espressione usata per definire un allontanamento almeno temporaneo, una sospensione del suo impegno nella loggia). Cocci non è coinvolto nell’inchiesta e ha detto di non aver mai avuto rapporti professionali con Matteini Bresci.
Belgiorno è indagato anche per un’altra vicenda, legata sempre al comune di Prato. Secondo la procura tra il 2021 e il 2022 avrebbe detto all’azienda per cui lavorava di avere partecipato a delle riunioni del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia che in realtà non ci sarebbero mai state; in questo modo l’azienda avrebbe chiesto al comune e ottenuto un rimborso di 1.200 euro per l’attività politica di Belgiorno, che però non le spettavano. Il giornalista Giorgio Bernardini sul Corriere Fiorentino scrive, in base a sue fonti investigative, che questa vicenda avrebbe dei legami con l’ultima che riguarda Tommaso Cocci: ai tempi Cocci avrebbe negato che c’erano state le riunioni di FdI per cui l’azienda di Belgiorno aveva chiesto i rimborsi.
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