Il primo ministro giapponese dice che si dimetterà
Shigeru Ishiba era andato molto male alle elezioni di luglio e il suo partito aveva perso la maggioranza in parlamento

Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha detto che intende dimettersi, a meno di un anno dall’inizio del suo incarico e dopo un periodo di rara incertezza politica nel paese. Il suo partito, il Partito Liberal Democratico (PLD), ha governato quasi ininterrottamente il Giappone negli ultimi 70 anni, ma è uscito eccezionalmente indebolito dalle ultime due elezioni ed è stato messo in difficoltà da problemi economici e dall’ascesa dell’estrema destra populista.
Ishiba, che ha 68 anni, ha detto di volersi dimettere per assumersi la responsabilità del risultato delle elezioni di luglio, in cui il Partito Liberal Democratico aveva perso la maggioranza al Senato dopo averla persa anche alla Camera alle elezioni di ottobre del 2024. Per la prima volta dalla sua fondazione, cioè dal 1955, il PLD sta governando senza avere la maggioranza in nessuna delle due camere.
Il tempismo dell’annuncio non è casuale: domani il PLD si sarebbe dovuto riunire per decidere se tenere un congresso anticipato per l’elezione di un nuovo leader, cosa che sarebbe stata considerata come un voto di sfiducia contro Ishiba interno al suo stesso partito. Ishiba ha detto invece che la decisione non sarà necessaria, e che sarà lui stesso ad avviare i lavori per organizzare il prossimo congresso. L’elezione si terrà probabilmente a ottobre.
Lo stesso Ishiba ha citato un altro motivo per cui si è dimesso proprio adesso. Nelle ultime settimane diversi politici avevano fatto pressione su di lui affinché si dimettesse, sia dall’interno del PLD che dalle opposizioni; Ishiba però aveva detto che sarebbe rimasto in carica per gestire alcune questioni importanti, in particolar modo per concludere le trattative sui dazi in corso con l’amministrazione di Donald Trump.
Tre giorni fa il suo governo era infine riuscito a raggiungere un accordo con Trump, che aveva deciso di ridurre i dazi sulle importazioni di auto giapponesi (un settore fondamentale per l’economia del paese) dal 27,5 al 15 per cento. In cambio gli Stati Uniti avevano ottenuto grossi investimenti giapponesi sul proprio territorio e un sostanziale aumento delle importazioni di prodotti statunitensi, soprattutto alimentari. «Ora che il Giappone ha firmato l’accordo commerciale» ha detto Ishiba domenica «vorrei passare il testimone alla prossima generazione».
Una delle possibili successore del primo ministro dimissionario è Sanae Takaichi, l’ex ministra della Sicurezza economica che Ishiba aveva battuto al ballottaggio alle primarie del PLD nel settembre del 2024. Ha 64 anni ed è considerata un po’ più conservatrice di Ishiba. Per esempio, è contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso ed è nota per sminuire le ben documentate atrocità e i crimini di guerra commessi dal Giappone nella Seconda guerra mondiale.
Un altro possibile candidato è Shinjiro Koizumi, attualmente ministro dell’Agricoltura e figlio di un ex primo ministro, Junichiro Koizumi: ha 44 anni (è molto giovane per gli standard della politica giapponese) e anche lui si era candidato alle primarie ma aveva perso. È considerato un candidato un po’ di rottura rispetto alla tradizionale leadership del PLD, anche in virtù della sua età, e ha posizioni meno conservatrici di Takaichi.



