L’annuncio un po’ maldestro dei candidati del centrosinistra alle regionali
Doveva servire a mostrare la coalizione ineditamente compatta, ma stava per avere l'effetto opposto

Dopo settimane (e in alcuni casi qualche mese) di discussioni e trattative interne alla coalizione, sabato il centrosinistra ha annunciato tutti i candidati per le elezioni regionali che si terranno in autunno, quasi tutte in date diverse. Che i partiti del cosiddetto centrosinistra si muovano insieme in così tante elezioni locali non è scontato, e anzi è una novità: negli ultimi anni è successo spesso che non riuscissero a trovare accordi per sostenere gli stessi candidati a livello locale, e quindi anche che fossero in competizione tra loro.
È stato spesso difficile anche solo capire cosa comprendesse, questo centrosinistra: sicuramente il PD (il partito di gran lunga con più consensi della coalizione), quasi sempre Alleanza Verdi e Sinistra, e con più difficoltà il Movimento 5 Stelle, che da quando ha Conte come leader ha provato a riposizionarsi in quest’area politica. Poi negli ultimi tempi Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, si è aggiunto più stabilmente alla coalizione, mentre continua a farlo solo a volte Azione di Carlo Calenda.
L’annuncio dei candidati per le regionali è stato fatto proprio con l’intento di mostrare un’inedita unità politica, da contrapporre a quella molto più solida e duratura della coalizione di destra che governa a livello nazionale. Il modo in cui è stato fatto però stava quasi per avere l’effetto opposto: i candidati sono stati presentati con un post sui social dal Partito Democratico, ed evidentemente senza un coordinamento con gli altri partiti, in particolare il Movimento 5 Stelle, che dopo un iniziale fastidio si è dovuto affrettare a confermare l’annuncio del PD.
I candidati in realtà si conoscevano già quasi tutti: Matteo Ricci (del PD) nelle Marche, Pasquale Tridico (del M5S) in Calabria, Eugenio Giani (PD) in Toscana, Giovanni Manildo (PD) in Veneto, Antonio Decaro (PD) in Puglia – con molta fatica – e Roberto Fico (M5S) in Campania. In Valle d’Aosta, dove si vota a fine settembre, si eleggono solo i consiglieri regionali e quindi non è stato presentato un candidato o una candidata presidente. I cinque candidati sono sostenuti da tutti i partiti che rientrerebbero in questa traballante coalizione di centrosinistra, fatta eccezione per Azione che per ora sostiene solo Decaro.
Tra queste però la candidatura di Fico non era stata ancora ufficializzata, per quanto si sapesse con certezza da alcuni giorni (sono serviti un intricato accordo interno al PD e una lunga trattativa): era una candidatura importante, in una regione che il PD governa da 10 anni e che prevedeva il ritorno a un ruolo di rilievo di uno dei politici più noti del Movimento 5 Stelle, Fico appunto, che potrà ricandidarsi grazie all’abolizione del limite dei due mandati inizialmente previsto nel partito.
Per tutte queste ragioni voleva essere Giuseppe Conte ad annunciare ufficialmente la sua candidatura, anche se i giornalisti che seguono abitualmente il partito lo sapevano da giorni, ed è probabile che volesse farlo proprio questo fine settimana, visto che era atteso domenica a Napoli. Inizialmente il Movimento 5 Stelle ha fatto trapelare un po’ di lamentele per l’annuncio non concordato del PD, attraverso dichiarazioni anonime dei suoi esponenti a giornali e agenzie di stampa.
Poi alla fine Conte si è dovuto adeguare, e si è affrettato a fare a sua volta un annuncio per non restare indietro. «In bocca al lupo al nostro Roberto Fico per la nuova sfida che lo attende», ha scritto sui social. Poco dopo lo ha fatto anche Fico.
L’obiettivo politico dell’annuncio del PD con tutti i candidati era mettere pressione alla destra, che ancora non ha scelto i candidati in Campania e in Veneto. Il post che presentava i candidati veniva infatti introdotto con la frase «mentre la destra litiga sulle poltrone, il centrosinistra unito lavora per le persone». Poi la segretaria del PD Elly Schlein lo ha reso ancora più evidente con varie dichiarazioni pubbliche e un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha detto tra le altre cose: «Non faremo più il favore alla destra di dividerci: Giorgia Meloni si prepari a questa novità».
La formazione di una coalizione di centrosinistra che comprenda più partiti e guidata dal PD è uno dei principali obiettivi di Schlein fin da quando è diventata segretaria, nel 2023. Finora le è riuscito parzialmente, solo con alcuni partiti e solo in alcune elezioni specifiche. Per arrivare a queste candidature ha fatto diversi accordi, alcuni dei quali anche molto criticati, ma si può dire che sia la prima volta che riesce nel suo intento.
Le elezioni regionali di questo autunno saranno un po’ spezzettate, e di alcune non è ancora stata confermata la data. Quelle che si sanno già sono le più vicine nel tempo: nelle Marche si vota il 28 e il 29 settembre, in Valle d’Aosta solo il 28, in Calabria il 5 e il 6 ottobre e in Toscana il 12 e il 13. In Veneto, Campania e Puglia non è stato ancora deciso, ma dovranno necessariamente tenersi entro il 23 novembre.



