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  • Sabato 6 settembre 2025

La più grossa operazione contro l’immigrazione illegale dell’amministrazione Trump

In uno stabilimento della Hyundai in Georgia sono state arrestate 475 persone, perlopiù sudcoreane

(AP Photo/Eric Thayer)
(AP Photo/Eric Thayer)
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L’ICE, l’agenzia federale che si occupa del controllo delle frontiere e dell’immigrazione negli Stati Uniti, ha compiuto giovedì una grossa operazione contro l’immigrazione illegale, la più grande in un singolo luogo di lavoro dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump: sono state arrestate 475 persone, perlopiù di nazionalità sudcoreana, che lavoravano in uno stabilimento per la produzione di auto elettriche di Hyundai a Ellabell, vicino alla città di Savannah, in Georgia.

La maggior parte delle persone arrestate è stata portata in un centro di detenzione a Folkston, sempre in Georgia: per il momento non sono state accusate di nessun reato. Secondo il dipartimento di Sicurezza i lavoratori arrestati erano entrati illegalmente negli Stati Uniti, avevano il visto scaduto o un visto che non permetteva loro di lavorare. Gli avvocati di alcuni di loro invece hanno detto che non rientrano in nessuna di queste categorie, suggerendo insomma che la detenzione non sia giustificata.

Tra le persone arrestate c’erano dipendenti dell’impianto di batterie gestito dalla HL-GA Battery, una joint venture tra Hyundai e LG Energy Solution la cui apertura è prevista per il prossimo anno, e altri che invece erano impiegati da appaltatori e subappaltatori nel cantiere.

L’operazione è notevole sia per il numero di persone coinvolte che per la loro nazionalità: delle 2.700 persone espulse dagli Stati Uniti per violazione delle leggi sull’immigrazione tra il 2023 e il 2024, solo 46 erano sudcoreane. Inoltre è stata condotta in uno stabilimento produttivo considerato fondamentale per l’economia della Georgia.

Il governo sudcoreano ha tenuto una riunione d’emergenza per occuparsi del caso e ha creato una squadra di funzionari che potrebbe presto andare a Washington per discutere la questione. L’azienda LG Energy Solution ha sospeso tutti i viaggi di lavoro dei suoi dipendenti negli Stati Uniti e ha invitato quelli che sono già nel paese a rientrare in Corea del Sud.

Donald Trump aveva fatto del contrasto all’immigrazione illegale un punto centrale della sua campagna elettorale, e dall’inizio del suo secondo mandato ha rafforzato notevolmente gli sforzi in questa direzione, anche attraverso operazioni molto contestate. Da gennaio centinaia di persone sono state rimpatriate o espulse in paesi diversi da quello d’origine grazie ad accordi tra l’amministrazione Trump e quei governi, in alcuni casi con processi sommari o senza che fossero formulate accuse contro di loro. Alcune di queste operazioni sono state parzialmente bloccate dai tribunali.

Una ruspa nel cantiere dell’impianto produttivo di Hyundai a Ellabell, in Georgia, 5 settembre 2025 (AP Photo/Russ Bynum)

Il caso più discusso aveva riguardato 250 cittadini venezuelani che l’amministrazione Trump sostiene appartengano al gruppo criminale Tren de Aragua: erano stati espulsi a marzo a El Salvador, e detenuti in un carcere di massima sicurezza; le accuse contro di loro non sono state mai dimostrate in alcun processo. Tra di loro c’era anche Kilmar Abrego Garcia, l’uomo di 29 anni diventato il simbolo delle politiche migratorie di Trump dopo che per mesi era rimasto nel carcere di massima sicurezza di El Salvador nonostante fosse stato espulso per errore. Dopo una lunga causa legale era stato rimpatriato, per poi essere arrestato di nuovo a fine agosto in vista di una nuova espulsione, su basi poco chiare.

Da quando Trump è tornato presidente l’ICE ha fatto diverse grosse operazioni nelle aziende dei settori dove lavorano più immigrati, e in più occasioni ha arrestato per strada persone sospettate di trovarsi nel paese illegalmente, o di non avere i documenti necessari per rimanerci. A Los Angeles questo genere di retate, considerate inedite per l’ampiezza e per il fatto che erano avvenute sul posto di lavoro, avevano generato delle proteste, represse dall’amministrazione con metodi giudicati illegali.

– Guarda anche: L’immigrazione in America