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  • Venerdì 5 settembre 2025

Il terremoto in Afghanistan è ancora più disastroso per le donne

I soccorritori si rifiutano di curarle, a causa delle leggi discriminatorie imposte dal regime dei talebani

Alcune donne sopravvissute al terremoto nel villaggio di Mazar Dara, nella provincia di Kunar, il 3 settembre. (AP Photo/Hedayat Shah)
Alcune donne sopravvissute al terremoto nel villaggio di Mazar Dara, nella provincia di Kunar, il 3 settembre. (AP Photo/Hedayat Shah)
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Il terremoto che ha colpito le regioni nord-orientali dell’Afghanistan nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre ha provocato danni enormi: più di 2.200 persone sono morte e decine di migliaia di case sono state distrutte. Le donne in particolare stanno subendo conseguenze aggravate: moltissime non vengono aiutate dai soccorritori e non possono ricevere cure mediche, perché le rigidissime norme imposte dal regime dei talebani impediscono il contatto diretto tra donne e uomini che non siano loro familiari.

Alcuni testimoni hanno raccontato che nel villaggio di Andarluckak, nella provincia del Kunar, la squadra dei soccorritori (interamente formata da uomini) ha fornito cure mediche a bambini e uomini adulti, ma si è rifiutata di curare donne e ragazze ferite. In uno dei villaggi più colpiti della provincia, Mazar Dara, i soccorritori si sono rifiutati di estrarre le donne intrappolate sotto le macerie delle case crollate, che hanno dovuto aspettare di essere liberate da donne provenienti da villaggi vicini.

Da quando i talebani sono tornati al governo, nel 2021, hanno approvato molte norme discriminatorie nei confronti delle donne, che derivano in parte dalla cultura tradizionale afghana, e in parte da un’interpretazione rigidissima della sharia, che con una definizione un po’ approssimativa viene spesso definita “legge islamica”. Tra le altre cose non possono né toccare né essere toccate da un uomo che non sia un loro parente stretto (il padre, il marito o un figlio). Devono coprirsi integralmente e non possono viaggiare senza un uomo che le accompagni. Sono anche escluse da gran parte delle scuole e dei posti di lavoro.

Alcune donne in attesa di ricevere aiuti umanitari a Kabul, nel 2023 (AP Photo/Ebrahim Noroozi, File)

Alcune donne in attesa di ricevere aiuti umanitari a Kabul, nel 2023 (AP Photo/Ebrahim Noroozi, File)

Tutto questo fa in modo che già in condizioni normali le donne non abbiano accesso a molti servizi di base. La situazione diventa drammatica durante un’emergenza, dato che la quasi totalità delle persone che partecipano ai soccorsi sono uomini.

Abdul Qayum Raheem, un dottore afghano, ha raccontato che le donne ferite in modo lieve vengono semplicemente curate dalle proprie famiglie, e che spesso però quelle che devono ricevere cure più urgenti vengono assistite dopo gli uomini e in generale molto in ritardo rispetto alle loro esigenze. L’attivista afghana Fatemeh Rezaei ha detto a Deutsche Welle che alcuni gruppi di donne si erano messi in viaggio per aiutare altre donne colpite dal terremoto, ma gli è stato impedito sia dai talebani sia dagli uomini del posto. UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la parità di genere, ha detto che le donne e le ragazze subiranno «il peso maggiore» del terremoto.

In generale i soccorsi sono stati fin dall’inizio molto complicati, per vari motivi: la mancanza di mezzi delle autorità afghane e l’isolamento internazionale del regime dei talebani, ma anche la conformazione del terreno. Il terremoto ha colpito regioni montuose, e varie strade sono state bloccate dalle frane. Dopo quella della notte tra il 31 agosto e il 1° settembre, ci sono state altre due grosse scosse di terremoto piuttosto forti, rispettivamente il 2 e il 4 settembre. Giovedì il governo ha confermato che almeno 2.205 persone sono morte, e che quelle ferite sono oltre 3mila.