In Germania la bandiera e l’inno nazionale fanno ancora discutere
Per questioni che hanno a che fare con la riunificazione del 1990 e con il passato nazista

In Germania si sta discutendo di nuovo della possibilità di cambiare l’inno e la bandiera nazionali. La maggioranza dei tedeschi li considera simboli non problematici, ma sono comunque criticati da alcuni partiti per motivi che hanno a che fare con la storia del paese: principalmente con il divario che esiste tra gli stati orientali e occidentali, e con il rapporto con il passato nazista.
Qualche giorno fa in un’intervista al quotidiano locale Rheinische Post Bodo Ramelow, un importante esponente del partito della Sinistra (Die Linke) e attuale vicepresidente del parlamento federale, ha proposto di cambiarli. Il motivo, secondo Ramelow, è che molte persone delle regioni orientali della Germania non si riconoscono in questi simboli.
È una questione legata ai problemi del processo di riunificazione della Germania, che fino al 1990 era divisa in due repubbliche: la Repubblica Federale Tedesca (o “Germania Ovest”, che faceva parte della NATO e della Comunità Economica Europea) e la Repubblica Democratica Tedesca (la DDR, o “Germania Est”, socialista e soggetta all’influenza dell’Unione Sovietica).
Quando le due repubbliche vennero riunificate alla fine del 1990, la nuova Germania (quella di oggi) discusse se adottare o no simboli nuovi: alla fine però si limitò a estendere quelli in uso nella Germania Ovest anche alla Germania Est. Dopo la riunificazione, tra le regioni più ricche che facevano parte della Germania Ovest e quelle dell’ex DDR è rimasto un divario economico e sociale, oltre che politico, e questo ha generato un certo risentimento tra i tedeschi delle regioni orientali. Secondo Ramelow, molti cittadini che vivevano nella DDR oggi fanno fatica a considerare come propri l’inno e la bandiera tedeschi.
La DDR aveva una propria bandiera e un proprio inno, diversi da quelli di oggi: l’inno si chiamava “Auferstanden aus Ruinen”, e cioè “Risorgere dalle rovine”, in italiano. La bandiera invece manteneva i colori nazionali tedeschi (il nero, il rosso e l’oro, usati ancora oggi), insieme a un martello e un compasso, racchiusi tra due spighe di grano.
L’idea di Ramelow è stata criticata da politici di vari partiti. Per esempio Carsten Linnemann, il segretario generale dell’Unione Cristiano Democratica (CDU, il principale partito di centrodestra), lo ha accusato di voler dare inizio a una «guerra culturale»; mentre la deputata socialdemocratica Elisabeth Kaiser ha detto che al momento ci sono «problemi più importanti» da risolvere in Germania.

Una ragazza in un gruppo di tifosi della nazionale tedesca di calcio durante i mondiali in Germania, nel 2006. Sulla sciarpa sono scritte le parole della terza strofa dell’inno nazionale tedesco, la sola che viene cantata oggi (AP Photo/Markus Schreiber)
Anche l’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) dice che l’inno andrebbe cambiato (non vuole invece modificare la bandiera). L’inno ha una storia complicata: venne adottato per la prima volta nel 1919, nel periodo della Repubblica di Weimar. Il suo testo si basa su una poesia del Diciannovesimo secolo di tre strofe, ma attualmente solo la terza viene cantata, perché le prime due sono giudicate troppo nazionaliste.
La prima in particolare è estremamente dibattuta, dal momento che veniva cantata durante il nazismo: il testo, tra le altre cose, parla di una Germania che si estende «dalla Mosa al Memel, dall’Adige al Belt», ben oltre i confini attuali. Per dire, il Memel è il fiume Nemunas, che scorre tra la Lituania e l’exclave russa di Kaliningrad. Dopo la Seconda guerra mondiale, in Germania Ovest si dibatté se adottare un testo nuovo: tra le varie proposte ci fu quella dello scrittore comunista Bertolt Brecht, che scrisse a questo scopo una poesia chiamata Kinderhymne (Inno dei bambini). Alla fine però non se ne fece nulla.
La versione attuale dell’inno tedesco parla, più genericamente, di unità, libertà e giustizia per la patria tedesca.
Nel tempo la prima strofa dell’inno tedesco è diventata un simbolo dell’estrema destra. Se da una parte Ramelow ha proposto di cambiare il testo per utilizzare la poesia di Brecht, dall’altra il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha chiesto di tornare a usare tutto il testo originale, compresa la prima strofa. Un parlamentare di AfD, Tobias Teich, ha motivato questa proposta scrivendo su X che i tedeschi dovrebbero avere il coraggio di preservare la propria storia, senza averne paura.
La Costituzione tedesca vieta l’uso di slogan, simboli o altri strumenti di propaganda legati al partito nazista, tranne nei contesti di carattere puramente storico o didattico. Nonostante questo AfD ha spesso sostenuto posizioni più sfumate sul tema, e in passato molti suoi politici hanno utilizzato espressioni e slogan che richiamano il periodo nazista.
Negli anni si è discusso più volte di cambiare i simboli nazionali tedeschi, e in particolare l’inno. Al di là delle polemiche è molto improbabile che accada: per poterlo fare sarebbe necessario un ampio consenso tra i partiti tedeschi, e al momento la maggioranza vuole mantenere quelli attuali, che considera non problematici.



