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  • Martedì 2 settembre 2025

È morto Emilio Fede

Aveva 94 anni e fu uno tra i giornalisti più noti della tv italiana, anche per via della sua faziosità

Emilio Fede durante la registrazione del programma "Lucci incontra Funari" su Rai 2, 10 febbraio 2019 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Emilio Fede durante la registrazione del programma "Lucci incontra Funari" su Rai 2, 10 febbraio 2019 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
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È morto a 94 anni Emilio Fede, giornalista tra i più noti della televisione italiana, con una lunga carriera prima nella Rai e poi a Mediaset, dove fu lo storico direttore del Tg4 dal 1992 al 2012. Lo ha detto la figlia al Corriere della Sera. Conducendo quotidianamente il telegiornale serale su una delle reti di proprietà di Silvio Berlusconi ne accompagnò l’ascesa politica e poi i vari governi, sostenendolo apertamente e avendo con lui anche uno stretto legame personale, cosa che lo rese notoriamente tra i giornalisti più faziosi e criticati in Italia.

In precedenza Fede aveva diretto anche il Tg1, e nel 1991 era diventato il primo direttore di Studio Aperto, il telegiornale di Italia 1 che era stato fondato proprio quell’anno. Da mesi era ricoverato nella residenza per anziani San Felice di Segrate, in provincia di Milano.

Fede aveva cominciato a lavorare con la Rai alla fine degli anni Cinquanta. Iniziò a condurre il Tg1 nel 1976, a 45 anni, per poi diventarne il direttore dal 1981: fu l’anno in cui, dal 10 al 13 giugno, andò in onda sulla Rai una diretta ininterrotta per seguire i tentativi di salvataggio di Alfredo Rampi, bambino di sei anni caduto in un pozzo a Vermicino in provincia di Roma. Nel 1989 passò alla Fininvest (poi Mediaset) di Berlusconi, prima come direttore di Videonews e poi di Studio Aperto, che il 16 gennaio del 1991 fu il primo telegiornale in Italia ad annunciare l’inizio dell’operazione “Desert Storm”, la campagna militare con cui una coalizione di decine di paesi, guidata dagli Stati Uniti, attaccò l’Iraq che aveva invaso e annesso il Kuwait durante la prima guerra del Golfo.

Dall’anno successivo passò al Tg4 e ci restò per quasi vent’anni, fino al 28 marzo del 2012, quando venne allontanato dall’azienda e lasciò la direzione del telegiornale a Giovanni Toti, prima che quest’ultimo iniziasse la sua carriera politica.

Fede diede al Tg4 un tono personale e platealmente di parte, che lo rese qualcosa di piuttosto unico tra gli anni Novanta e i primi Duemila: uno dei principali mezzi della propaganda televisiva di Berlusconi e uno degli esempi più lampanti e contestati dei conflitti di interessi legati al suo impero mediatico. Fu famoso per esempio il modo in cui Fede commentò emozionato la vittoria di Berlusconi alle elezioni politiche del 1994, dicendo che aveva «vinto la sua battaglia […] quasi contro tutto e contro tutti».

Era anche noto per commentare in modo esplicito e piuttosto comico i problemi del tg nei momenti di fuorionda, molti dei quali sono stati poi ampiamente diffusi da programmi come BlobStriscia la notizia.

Fu coinvolto in molti scandali e in alcune vicende giudiziarie. Nel 2019 venne condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi di carcere per favoreggiamento della prostituzione nel processo noto come “Ruby bis”, che prende il nome dal soprannome di Karima el Mahroug e riguarda i festini organizzati nella casa di Arcore di Berlusconi. Scontò la pena in detenzione domiciliare, e nel giugno del 2020 fu arrestato mentre era a cena in un ristorante di Napoli con la moglie Diana de Feo, ex senatrice di Forza Italia, in occasione dell’ottantanovesimo compleanno di lui.