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  • Martedì 2 settembre 2025

I complicati soccorsi per il terremoto in Afghanistan

C'entrano la scarsità dei mezzi e l'isolamento dei talebani, ma anche la difficoltà a raggiungere le aree interessate

Un uomo trasporta una persona ferita dal terremoto di domenica sera a Mazar Dara, nella provincia di Kunar (AP/Wahidullah Kakar)
Un uomo trasporta una persona ferita dal terremoto di domenica sera a Mazar Dara, nella provincia di Kunar (AP/Wahidullah Kakar)
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Domenica sera nell’est dell’Afghanistan c’è stato un forte terremoto che ha provocato più di 1.400 morti e migliaia di feriti. Ci sono ancora molte persone disperse e intrappolate sotto le macerie degli edifici crollati. Finora prestare soccorso è stato molto complicato, sia per l’orografia della regione interessata che per la scarsità di risorse e mezzi di cui dispone il regime afghano dei talebani.

Il terremoto ha colpito un’area che è per lo più montuosa e ci sono state frane che hanno bloccato le strade per accedervi. L’area è relativamente vicina alla capitale, Kabul, e alla città di Jalalabad, ma molte vie d’accesso passano attraverso gole strette e molto ripide, e sono ostruite. Inoltre tantissime case delle aree interessate dal terremoto erano costruite in pietre e terracotta, e quindi molto fragili. Nelle ultime 24 ore nella regione è piovuto, e questo ha aumentato ulteriormente le difficoltà.

Lunedì sera diverse cittadine erano ancora isolate e non erano state raggiunte dai soccorsi. Capire come sia la situazione attuale è molto difficile, anche perché in molte aree non c’è copertura telefonica.

In diverse zone dove i soccorsi faticano ad arrivare si sta cercando di spostare le macerie a mani nude, cercando i dispersi. I tentativi sono proseguiti anche nella notte tra lunedì e martedì, usando torce e cellulari per far luce e trasportando le persone ferite su barelle improvvisate. Centinaia di persone sono state trasferite nell’ospedale principale di Jalalabad, che però era già molto affollato e in condizioni caotiche.

Alcuni residenti, insieme a membri dell'esercito e della protezione civile, si preparano a evacuare i feriti dal terremoto vicino a Mazar Dara, nella provincia di Kunar, lunedì 1° settembre (AP/Hedayat Shah)

Alcuni residenti, insieme a membri dell’esercito e della protezione civile, si preparano a evacuare i feriti dal terremoto vicino a Mazar Dara, nella provincia di Kunar, lunedì 1° settembre (AP/Hedayat Shah)

C’è poi il problema che il regime dei talebani, che governa l’Afghanistan dal 2021, non ha né mezzi né infrastrutture adeguate per aiutare le persone colpite dal terremoto. Sono stati usati alcuni elicotteri per evacuare i feriti più gravi e trasportarli negli ospedali, ma ce ne sono troppo pochi.

Secondo le Nazioni Unite l’Afghanistan è tra i paesi meno sviluppati del mondo e diverse guerre nei decenni scorsi lo hanno ulteriormente impoverito: ancora oggi almeno metà della popolazione (22,9 milioni di persone su una stima di 46) per sopravvivere avrebbe bisogno di assistenza umanitaria.

La situazione in questo momento è ulteriormente complicata per la recente siccità e anche perché più di due milioni di rifugiati afghani, che erano fuggiti in Pakistan, sono stati costretti a tornare. Questo ha creato ulteriori problemi: per esempio proprio l’ospedale principale di Jalalabad, dove sono stati portati molti feriti, era già pieno perché stava assistendo molte persone arrivate dal Pakistan.

Alcuni uomini dei soccorsi organizzati dal governo arrivano nella provincia di Kunar, lunedì 1° settembre (EPA/SAMIULLAH POPAL)

Alcuni uomini dei soccorsi organizzati dal governo arrivano nella provincia di Kunar, lunedì 1° settembre (EPA/SAMIULLAH POPAL)

Dai primi anni Duemila i governi stranieri avevano iniziato ad aiutare l’Afghanistan, che in quel momento non era governato dai talebani ma da autorità elette democraticamente. Da quando i talebani sono tornati al governo, però, la maggior parte dei governi stranieri ha sospeso gli aiuti: il gruppo infatti propone un’interpretazione molto radicale della sharia e governa il paese violando sistematicamente i diritti umani e discriminando le donne.

Nessun governo straniero (a parte la Russia) riconosce il governo locale, e quindi non ha legami diretti con i talebani. È una situazione che tra le altre cose ha fatto sì che diversi centri sanitari, che prima venivano gestiti dalla comunità internazionale, siano stati chiusi per mancanza di fondi.

Solo pochissimi paesi – tra cui la Cina, l’India e il Regno Unito – hanno deciso di aiutare l’Afghanistan dopo il terremoto. Martedì mattina anche l’Unione Europea ha annunciato che aiuterà l’Afghanistan. Molti altri però sono piuttosto restii, anche perché spesso in passato i talebani avevano dirottato gli aiuti ricevuti ai propri miliziani o a comunità diverse rispetto a quelle pattuite.