Il nuovo presidente polacco di destra si è messo subito di traverso al governo
Ha bloccato una legge che estende permessi speciali e sussidi per i profughi ucraini, e il veto rischia di creare enormi incertezze

Lunedì il presidente polacco di estrema destra Karol Nawrocki, entrato in carica a inizio agosto dopo aver vinto le elezioni a giugno, ha usato il proprio diritto di veto per bloccare una legge votata dal parlamento e promossa dal governo europeista sull’accoglienza dei profughi ucraini arrivati in Polonia dopo l’invasione russa del 2022.
Oltre a mettere in difficoltà il governo il veto rischia di creare problemi molto concreti a centinaia di migliaia di persone: la legge era necessaria per estendere fino al 4 marzo 2026 il permesso di emergenza con cui i profughi ucraini vivono regolarmente in Polonia, e inoltre per assicurare che venissero riconosciuti loro alcuni sussidi. L’attuale legge che prevede il permesso di emergenza scade a fine settembre.
Nawrocki ha giustificato la decisione sostenendo che a suo dire i sussidi non dovrebbero essere pagati a tutti i profughi, ma solamente a quelli che lavorano. Ha anche annunciato che presenterà in parlamento una propria proposta di legge, alternativa a quella del governo, che tenga costo di questa sua posizione.
Nawrocki appartiene al partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), che ha governato la Polonia in maniera semiautoritaria dal 2015 al 2023. Durante la campagna per le presidenziali in molti avevano ipotizzato che in caso di vittoria Nawrocki avrebbe iniziato a usare ampiamente il diritto di veto previsto dalla Costituzione per ostacolare le proposte del governo, sostenuto da una coalizione centrista e filoeuropea. A giudicare dalle sue prime decisioni pare proprio che sarà così.

Alcuni profughi ucraini salgono su un bus diretto a Varsavia, la capitale della Polonia, dalla città ucraina di Leopoli, nel maggio 2022 (Getty/Leon Neal)
Dopo l’invasione russa nel febbraio 2022 quasi un milione di persone che viveva in Ucraina si è trasferito in Polonia, diventata rapidamente uno dei paesi europei che ospitano più profughi ucraini insieme alla Germania. La maggior parte di loro non ha mai ottenuto una forma di protezione internazionale, ma beneficia della cosiddetta “protezione temporanea”: un permesso speciale per alcune categorie di profughi introdotto dall’Unione Europea con una direttiva del 2001 (e mai usato prima della guerra in Ucraina). Per essere applicata pienamente in uno stato membro la direttiva va recepita con una legge nazionale. La Polonia l’ha fatto per la prima volta con una legge a termine nel marzo 2022, la cui durata poi è stata estesa periodicamente con nuove leggi.
Tradizionalmente la Polonia teme molto l’aggressività della Russia, e dopo l’invasione dell’Ucraina molti polacchi accolsero volentieri i profughi ucraini. Gran parte di loro (quasi l’80 per cento) lavora e paga le tasse, e in questi anni ha avuto un ruolo importantissimo nell’economia polacca.
Da qualche tempo però una parte crescente dell’opinione pubblica ha iniziato a essere meno solidale, anche per l’impatto della retorica ostile dei partiti di estrema destra come PiS e Confederazione. I due partiti in sostanza accusano la coalizione europeista di spendere troppe risorse per i profughi ucraini, a discapito dei polacchi.
I sussidi ricevuti dai profughi ucraini sono quindi diventati un tema importante del dibattito politico nei mesi scorsi. Diritto e Giustizia aveva promesso di eliminarli. Anche la coalizione centrista del primo ministro Donald Tusk aveva sostenuto questa idea: poi, però, non l’aveva realizzata. Il governo aveva comunque ristretto i sussidi familiari, in modo che venissero riconosciuti solo per i figli in età scolare: ora Nawrocki vorrebbe ridurli ulteriormente, e garantirli solo alle famiglie che lavorano.
Il veto di Nawrocki non pregiudica i diritti dei profughi ucraini nel brevissimo termine: l’attuale legge che stabilisce le condizioni per la loro protezione temporanea si applica fino al 30 settembre, e l’Unione Europea ne ha esteso l’attivazione fino al marzo 2027. In teoria le leggi europee prevalgono su quelle nazionali, e quindi sulla carta la Polonia è obbligata a mantenere attiva la protezione temporanea. Diversi esperti però hanno detto che la scelta di Nawrocki rende più incerta la situazione legale ed economica in cui si trovano.
La decisione di Nawrocki dimostra inoltre come il nuovo presidente sia disposto a usare i propri poteri per realizzare le priorità di PiS e mettere in difficoltà il governo. La Polonia è stata governata per molti anni da PiS, ma nel dicembre 2023 le elezioni erano state vinte dalla coalizione di Tusk. Il nuovo governo si era impegnato ad adottare politiche più progressiste e filoeuropee ma sta facendo molta fatica, anche perché si regge su una maggioranza eterogenea e risicata: e su alcune questioni, come l’accoglienza dei migranti, ultimamente si è spostato a destra. I veti di Nawrocki renderanno il governo più debole e inefficace, e probabilmente rafforzeranno Diritto e Giustizia in vista delle prossime elezioni, che per il momento sono previste entro ottobre 2027.
Già la scorsa settimana Nawrocki aveva utilizzato per la prima volta in assoluto il diritto di veto per bloccare una legge che avrebbe reso più facile costruire turbine eoliche, dicendo che nessuno vorrebbe averne vicino alla propria casa e sostenendo che la Polonia dovrebbe rifiutarsi di applicare le norme ambientaliste contenute nel Green Deal dell’Unione Europea. Nawrocki e PiS sono ostili alle energie rinnovabili, e pensano che la Polonia debba continuare a produrre energia bruciando carbone, nonostante questo abbia un impatto sanitario e ambientale molto negativo.



