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  • Lunedì 25 agosto 2025

Sta cambiando la musica per Viktor Orbán

Il primo ministro ungherese è criticato sempre di più ai concerti e ai festival: è cominciato tutto con una canzone che parlava di lui senza farlo direttamente

Sotto il palco dello Sziget Festival, l'8 agosto, il giorno in cui è partito il coro contro il governo durante l'esibizione di Pogány Induló
Sotto il palco dello Sziget Festival, l'8 agosto, il giorno in cui è partito il coro contro il governo durante l'esibizione di Pogány Induló (Mario Skraban/Getty Images)
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Quest’estate ai concerti e ai festival musicali in Ungheria è diventato sempre più comune sentir partire dal pubblico un coro contro il primo ministro Viktor Orbán. Fa così: «Mocskos Fidesz, mocskos Fidesz!». Mocskos significa “sporco”, con un’accezione negativa più vicina a “lurido”, e Fidesz è il nome del partito sovranista di Orbán.

Una manifestazione così visibile e plateale di dissenso è notevole in Ungheria, dove il governo semi-autoritario di Orbán attua da tempo un’intensa repressione contro chi lo contesta e fa opposizione. È anche sintomo dei suoi livelli di consenso più bassi tra le fasce più giovani della popolazione, quelle che vanno ai festival. Ma in generale è parte di una tendenza più ampia, visto che nei sondaggi Fidesz è stato superato dal partito di Péter Magyar, il più promettente oppositore di Orbán.

Recentemente il coro Mocskos Fidesz è stato scandito sotto al palco principale dello Sziget a Budapest, uno dei festival musicali più grandi e famosi d’Europa (lo mostra il video qui sopra). Non è stato l’unico caso: a fine giugno il coro si era sentito anche durante il Pride di Budapest, che il governo aveva vietato e tentato di impedire senza riuscirci, ed è diventato una specie di costante agli eventi musicali. Il giornale ungherese 444 ha scritto che l’estate del 2025 è la “Mocskos Fidesz Summer”, paragonandola alla “brat summer” dell’anno scorso, e che il coro è il suo tormentone.

Orbán durante la registrazione di un podcast

Le contestazioni ai concerti non sono una novità assoluta in Ungheria: ce n’erano state anche nell’estate del 2023. Quelle di quest’anno però sono le più estese e frequenti, e non si stanno limitando solo alle esibizioni degli artisti notoriamente critici o impegnati. In un modo o nell’altro, più o meno apertamente, sono diversi gli artisti che si stanno schierando dalla parte di chi contesta il governo. Per esempio, sentendo il coro, il rapper che era sul palco dello Sziget, Pogány Induló, è rimasto in silenzio sorridendo ma ha fatto con la mano il segno di chiudersi la bocca, come a dire che non poteva esprimersi liberamente.

Altri artisti hanno criticato il governo sui social: un esempio è Azahriah, che va così forte tra i giovani che in passato Orbán aveva cercato di ingraziarselo, nonostante i suoi testi non siano esattamente compatibili con l’ideologia proibizionista e bigotta di Fidesz.

Il portale Balkan Insight ha scritto che le cose sono cambiate, e le contestazioni hanno iniziato a somigliare a un movimento, dopo che a gennaio era uscita una canzone del rapper Majka intitolata “Csurran-cseppen” (significa “Goccia dopo goccia”). Era diventata subito virale, accumulando milioni di visualizzazioni su YouTube in pochi giorni: oggi ne ha più di 26 milioni, che sono tanti per un paese di circa 9 milioni e mezzo di abitanti. “Csurran-cseppen” accusa il sistema di potere di Fidesz di corruzione senza citare direttamente Orbán.

Il successo della canzone è legato anche a un video musicale molto efficace. Racconta del primo ministro di uno stato di fantasia, il Bindzistan, interpretato dallo stesso Majka. Prima di un’intervista con una televisione compiacente, il primo ministro beve un bicchiere d’acqua in cui è stato miscelato a sua insaputa un siero della verità e così finisce per confessare in diretta le sue nefandezze: che arricchirsi è l’unico obiettivo suo e dei suoi accoliti, che le nomine avvengono per ricompensare fedeltà e favori, che ha vinto le elezioni instillando paure fasulle nelle persone.

Per il pubblico ungherese è stato immediato equiparare il primo ministro del Bindzistan a Orbán, facendo un parallelo col suo stile di governo. Ma lo hanno fatto pure i media vicini a Fidesz (cioè la maggioranza), che dopo un’esibizione del rapper a luglio lo hanno accusato di incitare all’odio contro Orbán: Majka si era vestito come il personaggio del video e aveva finto di farsi sparare col microfono da una persona sul palco.

Dopo che “Csurran-cseppen” è diventata virale, un’azienda delle telecomunicazioni partecipata dallo stato ha cancellato il contratto di sponsorizzazione che aveva con Majka.

Il Pride di Budapest, lo scorso 28 giugno

Il Pride di Budapest, lo scorso 28 giugno (Bob Reijnders/Middle East Images/ABACAPRESS.COM)

Pubblicamente i dirigenti di Fidesz hanno sminuito le contestazioni ai concerti. Sono emblematiche, però, di un problema politico per il partito a meno di un anno dalle prossime elezioni politiche, che saranno nell’aprile del 2026. I livelli di consenso di Fidesz sono molto bassi, e Orbán rischia seriamente di essere superato dal leader dell’opposizione Magyar. Secondo un sondaggio dell’istituto Medián, Orbán ha perso molti consensi tra gli elettori più giovani, quelli con meno di 29 anni: solo il 16 per cento di loro si è detto disposto a votare Fidesz, contro il 58 per cento per Tisza (il partito di Magyar). Nel 2020, in questa fascia d’età, Fidesz stava al 34 per cento.

In passato Orbán aveva cercato il favore, cioè i consensi, del pezzo più giovane della popolazione con politiche di sussidi, sgravi fiscali e incentivi alla natalità, che però non hanno funzionato e hanno risentito dell’inflazione. Per tentare di recuperare, Fidesz ha cercato di svecchiare l’immagine di Orbán, con risultati altalenanti.

Orbán è un leader carismatico e un comunicatore efficace, e viene fatto partecipare a podcast e iniziative per i social media nonostante abbia una fama un po’ da boomer (lo è di poco, essendo nato nel 1963), cioè di scarsa dimestichezza con la tecnologia: è noto, per esempio, che fino al 2022 usasse un vecchio telefonino Nokia invece di uno smartphone.

Nel tentativo di cambiare la sua immagine, Fidesz ha provato ad arruolare alla causa del governo un rapper controverso, Dopeman, noto per testi misogini e violenti. Oggi Dopeman è un sostenitore di Orbán, ma in passato era diventato noto perché aveva tirato un calcio alla testa di una statua di cartapesta del primo ministro. Orbán ha deciso di giocare su quell’episodio e nella didascalia del post sui social in cui ha esibito il suo nuovo sostenitore ha scritto: «Stavolta la mia testa è rimasta al suo posto».

– Leggi anche: Il documentario sull’arricchimento dei familiari di Viktor Orbán