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  • Mercoledì 20 agosto 2025

Le proteste in Costa d’Avorio per l’esclusione dell’opposizione dalle presidenziali

Si vota il 25 ottobre: il favorito è ancora il presidente Alassane Ouattara, di 83 anni e in carica dal 2011

Una manifestazione contro il presidente Ouattara nella capitale della Costa d'Avorio, Abidjan, il 9 agosto
Una manifestazione contro il presidente Ouattara nella città principale della Costa d'Avorio, Abidjan, il 9 agosto (AP/Diomande Ble Blonde)
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Da settimane in Costa d’Avorio i principali partiti di opposizione stanno organizzando grosse proteste per chiedere che ai propri candidati sia permesso di partecipare alle elezioni presidenziali del prossimo 25 ottobre. Anche per via della loro esclusione il candidato di gran lunga favorito è l’attuale presidente, Alassane Ouattara, che ha 83 anni e governa dal 2011.

Uno dei più importanti politici dell’opposizione che non si sono potuti candidare è Tidjane Thiam, del Partito Democratico della Costa d’Avorio (conservatore) ed ex amministratore delegato della banca Credit Suisse. È stato escluso in modo molto dibattuto: un tribunale ivoriano ha stabilito che quando si è registrato come candidato non aveva la cittadinanza ivoriana; Thiam ha negato e ha definito la decisione ingiusta e politicamente motivata.

Anche l’ex presidente Laurent Gbagbo, del Fronte Popolare Ivoriano (di ispirazione socialista), è stato escluso per via di una vecchia condanna a vent’anni di carcere per furto ai danni della Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale.

Gbagbo è un personaggio noto e controverso in Costa d’Avorio. Nel 2010 perse le elezioni proprio contro Ouattara, ma si rifiutò di lasciare il potere: la decisione generò una guerra civile che durò alcuni mesi, tra il 2010 e il 2011, nella quale morirono almeno 3mila persone e ci fu circa un milione di sfollati. Fu poi condannato per furto nel 2019 (per fatti risalenti al periodo successivo alle elezioni) e venne escluso dalle liste elettorali. È stato anche processato, e assolto, dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità per fatti avvenuti durante la guerra civile.

Gbagbo è stato poi graziato da Ouattara e la Corte africana dei diritti umani ha ordinato di reintegrarlo nelle liste elettorali, ma questo non è mai stato fatto. Anche altri due politici ed ex collaboratori di Gbagbo, Charles Blé Goudé e Guillaume Soro, non hanno potuto candidarsi a causa di precedenti condanne.

Alcuni manifestanti ad Abidjan, lo scorso 9 agosto

Alcuni manifestanti ad Abidjan, lo scorso 9 agosto (AP/Diomande Ble Blonde)

Dopo essere stati esclusi dalle presidenziali, Thiam e Gbagbo hanno annunciato di voler collaborare. Nelle scorse settimane i loro partiti hanno organizzato diverse proteste ad Abidjan, a cui hanno partecipato migliaia di persone. Criticano quella che ritengono una strategia di Ouattara per vincere le elezioni e chiedono che i candidati dell’opposizione possano partecipare.

Durante le proteste organizzate finora, migliaia di persone hanno marciato con cartelli contro Ouattara, e a favore di elezioni trasparenti e libere. Finora si sono svolte perlopiù pacificamente, anche se ci sono stati incidenti e a inizio agosto alcuni manifestanti sono stati arrestati. Le proteste dovrebbero continuare anche nelle prossime settimane.

Altri politici dell’opposizione sono riusciti comunque a candidarsi, anche se hanno un’influenza minore rispetto a Gbagbo e Thiam. Tra questi ci sono Pascal Affi N’Guessan, un politico socialdemocratico che è stato primo ministro all’inizio degli anni Duemila, e l’ex moglie di Gbagbo, Simone Ehivet Gbagbo.

Tidjane Thiam

Tidjane Thiam (AP/Mark Lennihan)

Negli ultimi anni la Costa d’Avorio ha avuto una buona crescita economica e in generale condizioni migliori rispetto a diversi altri paesi vicini, in molti dei quali (per esempio in Guinea, in Burkina Faso e in Mali) ci sono anche stati colpi di stato militari. In parte questo è stato possibile grazie al governo di Ouattara, che in passato è stato un importante funzionario del Fondo Monetario Internazionale e ha favorito gli investimenti nel paese.

La decisione di Ouattara di candidarsi per un quarto mandato è stata però molto criticata. La Costituzione ivoriana attualmente in vigore è stata approvata nel 2016: prevede che il presidente possa fare solo due mandati, ma secondo Ouattara e il Consiglio costituzionale i primi i due mandati, precedenti al 2016, non vanno inclusi nel conteggio (un’interpretazione molto contestata dalle opposizioni).

Nonostante avesse promesso di non ricandidarsi per via dell’età, a fine luglio Ouattara ha detto di aver cambiato idea, sostenendo che il paese si trovi in una situazione economica difficile e che ci sia bisogno di un presidente «con esperienza». I suoi oppositori però lo hanno criticato, accusandolo di non essere riuscito a risolvere vari problemi tra cui l’alta disoccupazione giovanile o le disuguaglianze economiche tra regioni urbane e rurali.

La Costa d’Avorio aveva iniziato un processo di democratizzazione con un certo successo, ma il fatto che Ouattara voglia candidarsi per un quarto mandato, dopo 14 anni al governo, sta rimettendo in discussione le cose. L’ultima volta, nel 2020, era stato eletto con più del 94 per cento dei voti, dopo che i partiti dell’opposizione avevano boicottato le elezioni per protestare contro la sua decisione di ricandidarsi. Durante quelle elezioni c’erano state anche diverse violenze, e in molti temono che possano ripetersi.