Dritte per non litigare in vacanza con gli amici
Succede anche con quelli con cui si va più d'accordo: ci sono dei modi per evitarlo

Secondo un sondaggio svolto su oltre 2mila persone dalla Starling Bank nel Regno Unito, la metà ha litigato almeno una volta con degli amici durante una vacanza di gruppo, e un sesto ha interrotto del tutto il rapporto con qualcuno di loro per questioni di soldi. Quella di litigare in vacanza con amici con cui normalmente si va molto d’accordo è un’esperienza abbastanza diffusa, tanto che spesso viene data per scontata in battute e luoghi comuni.
Il problema nasce quando improvvisamente si comincia a condividere tutto, e a doversi venire incontro su quanto spendere, cosa mangiare e dove andare: se le aspettative sono molto alte e molto diverse, e il viaggio è scomodo o impegnativo, poi, le cose possono degenerare facilmente. Una regola forse un po’ drastica che ci si può dare è quella del fotogiornalista Kevin Kelly, cofondatore della rivista Wired, per cui le lamentele andrebbero esternate solo a viaggio concluso.
Più in generale, psicologi ed esperti di viaggio sono concordi nel dire che la cosa più importante da fare per evitare litigi in vacanza è parlarsi, meglio se prima di partire. Consigli più precisi e altre dritte sul tema le trovate qui sotto.
Le aspettative
Essere sinceri rispetto a quello che ci si aspetta da un viaggio può fare una differenza enorme, ha detto all’Independent la terapeuta Jessi Gholami. Durante una vacanza di gruppo può darsi che una persona desideri starsene sdraiata tutto il giorno in spiaggia mentre un’altra voglia fare escursioni o esplorare tutto quello che ha da offrire la zona. Nicole Martinez, cofondatrice di Let’s Jetty, un’app per pianificare viaggi in gruppo, dice che per capire se si è in sintonia aiuta molto condividere i propri desideri per la vacanza già da prima, così come dire chiaramente a quali esperienze si vuole dare la priorità: rilassarsi? visitare i musei? mangiare nei migliori ristoranti del posto?
Il budget
Per molte persone non è facile né spontaneo parlare di soldi ma è decisamente consigliabile affrontare la questione prima invece che durante la vacanza.
Per la terapeuta Amanda Clayman, specializzata sul tema del rapporto col denaro, la cosa da fare è indicare cifre concrete e dichiarare subito quanto si è disposti a spendere e in cosa. Anziché dire “mi piacerebbe stare in un posto carino, ma non troppo costoso” si dovrebbe dire chiaramente qual è il proprio budget. Oltre a parlare per sé, è sempre meglio chiedere alle altre persone quanto sono disposte a spendere per voli, hotel e attrazioni: darlo per scontato o forzarle a spese non volute non è una buona idea. In generale, è chi è disposto a spendere di più che deve adattarsi a chi vuole spendere di meno.
Contare le spese
Sia quelle prima della partenza che mentre si è via. Se una persona ha pagato il volo per tutte, per esempio, è utile stabilire una data massima entro cui le altre devono rimborsarla, dice sempre a Vox Auston Matta, fondatore di Two Bad Tourists, un sito per pianificare viaggi. Per le cose che si pagano man mano, come la spesa, i biglietti dei mezzi pubblici o il carburante, è molto comodo affidarsi ad app come Splitwise, Tricount o Settle Up, che tengono traccia delle spese e calcolano in automatico chi deve restituire quanto a chi. Un’altra cosa che rende più facile gestire i soldi, soprattutto se si pagano costantemente piccole somme in contanti con una valuta diversa dalla propria e non si riesce a tenere il conto di tutto, è istituire una cassa comune e segnare sulla app solo la cifra con cui ciascuno contribuisce.
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Esigenze e abitudini
C’è chi è abituato a svegliarsi alle 7 e preferisce avere una giornata perfettamente organizzata anche in vacanza, e chi invece vuole approfittarne per star fuori fino all’alba e svegliarsi a mezzogiorno. Meglio far sapere prima alle persone che viaggiano con noi cosa ci mette a disagio, anziché accumulare frustrazioni e poi doverne discutere sul momento, ha scritto l’autrice di The Cut Andrea González-Ramírez. Parlarne prima può servire anche a capire per tempo che forse non è il caso di andare in vacanza insieme e che si può rimanere amici anche con questa consapevolezza.
Preparazione
Le informazioni logistiche, come a che ora presentarsi all’aeroporto, vanno comunicate in maniera chiara; i biglietti per un’attrazione che potrebbero andare esauriti facilmente vanno comprati per tempo. Può anche essere utile avere un itinerario di massima condiviso tra tutti i partecipanti, per esempio su Google Docs: il consiglio però è di pianificare al massimo una o due attività grosse al giorno, di modo da avere sempre un po’ di tempo libero ed evitare di ritrovarsi sopraffatti dalla tabella di marcia. Vale la pena controllare anche il meteo, così da gestire i possibili inconvenienti ed evitare che degenerino in discussioni.
Allo stesso tempo bisogna stare attenti a non esagerare col controllo e l’organizzazione, che potrebbero far sentire i compagni di viaggio poco liberi. Una cosa che si può fare è dividersi i compiti: ognuno si occupa di organizzare la propria parte e poi appena prima di confermare o prenotare chiede l’approvazione finale agli altri assicurandosi che vada bene a tutti.
Il tempo da soli
Anche se fare un viaggio in gruppo significa fare molte cose insieme, c’è chi ha bisogno di passare comunque del tempo per conto proprio. Suzie Palma, che lavora sempre per Let’s Jetty, consiglia di dire prima se si preferisce per esempio far colazione da soli, o se ci si tiene molto a cenare tutti insieme. A volte si evita di prendersi dei momenti per sé perché si teme che gli altri si offendano, ma spesso è un timore ingiustificato o comunque conoscendo i propri amici è facile trovare un modo per evitare che lo pensino.
Quando si litiga
Quando si è stanchi o frustrati, cosa che in viaggio può capitare come nella vita quotidiana, può essere difficile pensare lucidamente e in modo distaccato. Se ci si innervosisce può essere utile fare qualche respiro o – per chi lo fa già – meditare per provare a calmarsi e ricordarsi che forse quello che sta succedendo non è così grave o insormontabile come sembra, ed è solo la situazione particolare a farlo sembrare così. Se ad agitarsi è un’altra persona, le si può chiedere se le va di parlarne o se invece ha bisogno di spazio, e assecondare le sue richieste.
Infine può capitare che una vacanza non sia né rilassante né soddisfacente: David Austern, docente di psichiatria alla New York University, ha detto al Los Angeles Times che però è importante ricordarsi cosa ci ha spinto a passare del tempo con certe persone, cosa ci unisce a loro.
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