La Russia ha dichiarato Reporter senza frontiere “organizzazione indesiderata”

Alcuni membri di Reporter senza frontiere durante una protesta contro l'arresto di giornalisti ucraini in Russia a Place de la Republique a Parigi, 20 febbraio 2025 (AP Photo/Michel Euler)
Alcuni membri di Reporter senza frontiere durante una protesta contro l'arresto di giornalisti ucraini in Russia a Place de la Republique a Parigi, 20 febbraio 2025 (AP Photo/Michel Euler)

Giovedì il ministero della Giustizia russo ha dichiarato “organizzazione indesiderata” Reporter senza frontiere (RSF), l’organizzazione non profit internazionale nata in Francia nel 1985 che si occupa di difendere e tutelare i giornalisti e il loro lavoro in tutto il mondo. La decisione comporta il divieto per RSF di operare dalla Russia, e chiunque ci collabori o la sostenga rischia fino a cinque anni di carcere.

RSF si sostiene soprattutto con il contributo di istituzioni governative e di fondazioni private, e “organizzazione indesiderata” è una formula utilizzata dalle autorità russe per cercare di ostacolare le attività di media, ong e organizzazioni internazionali che ritengono pericolose o contrarie alle idee regime.

In un comunicato, RSF ha accusato il governo russo di voler «imbavagliare tutte le voci dirette che rivelano la sua censura e la sua propaganda». In questi anni la Russia ha dichiarato “indesiderate” circa 250 organizzazioni. Tra queste ci sono diversi media indipendenti, come i giornali Moscow Times, Novaya Gazeta Europe e Meduza, il sito di giornalismo investigativo Bellingcat e l’emittente radiofonica Radio Free Europe/Radio Liberty. È stata dichiarata “organizzazione indesiderata” anche l’ong Amnesty International, che si occupa da oltre sessant’anni di diritti umani.

– Leggi anche: Čeburaška va alla guerra