L’eterno caso dei cartelli in tedesco sui sentieri di montagna dell’Alto Adige

E che violano le leggi sul bilinguismo: se ne sta riparlando per alcune segnalazioni durante la stagione turistica

(Dal profilo Facebook di un turista che si lamenta dei cartelli in tedesco)
(Dal profilo Facebook di un turista che si lamenta dei cartelli in tedesco)
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Nella provincia autonoma di Bolzano in questi giorni è riemersa una vecchia polemica che ha a che fare con un aspetto concreto del bilinguismo sul territorio: il fatto che le indicazioni sui cartelli segnaletici sui sentieri di montagna siano spesso scritte o solo in italiano o solo in tedesco, escludendo per forza di cose una parte di residenti e turisti dalla comprensione di cosa c’è scritto.

Il presidente del Club Alpino Italiano (CAI) altoatesino Carlo Alberto Zanella e il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Bolzano Tritan Myftiu hanno segnalato in un’intervista al Corriere che in diversi passi dell’Alto Adige i cartelli sono solo in tedesco. Il che non solo rende difficoltoso orientarsi nelle passeggiate per i molti turisti ed escursionisti italiani che proprio in queste settimane soggiornano in zona, ma accentua l’eterna questione della convivenza linguistica, mai del tutto risolta.

Nella provincia di Bolzano quasi il 70 per cento degli abitanti appartiene al gruppo linguistico tedesco, il 26 per cento a quello italiano e il 4 per cento a quello ladino. In Alto Adige è previsto per legge regionale il bilinguismo italiano e tedesco e talvolta la convivenza anche di una terza lingua, il ladino, come nelle vallate ladine della Val Badia e della Val Gardena. Di conseguenza in Alto Adige tutti i dipendenti pubblici devono conoscere sia l’italiano che il tedesco, e il sistema scolastico prevede percorsi diversi in base alla lingua principale d’istruzione. Quasi due terzi della popolazione frequentano le scuole tedesche e moltissime persone a Bolzano parlano italiano solo come seconda lingua, e quindi non sempre lo padroneggiano perfettamente.

Il bilinguismo significa anche che i cartelli devono riportare le indicazioni in tutte e due le lingue, o tutte e tre dove c’è anche il ladino. Un esempio: guidando verso la località montana di Ortisei, i cartelli autostradali indicano, in ordine, St. Ulrich, in tedesco, Urtijei in ladino e Ortisei in italiano.

La stessa convivenza linguistica deve essere rispettata sui cartelli dei sentieri in montagna, una parte gestiti dal CAI e un’altra dall’Alpenverein, il club alpino del Sud Tirolo e omologo del CAI.

Zanella ha detto al Corriere che il problema riguarda molti sentieri la cui manutenzione è gestita proprio dall’Alpenverein, che nella maggioranza dei casi rispetta le regole, ma che in alcune zone molto frequentate non lo fa: è il caso della zona del Renon, di San Genesio, della Val Pusteria e dell’Alta Val di Non, dove a suo dire «la situazione si ripete nonostante il flusso turistico italiano sia massiccio». Zanella sostiene che il problema c’è anche all’opposto, e che è capitato e capita ancora che si trovino alcuni cartelli scritti solo in italiano.

Myftiu ha detto di aver fotografato recentemente diversi cartelli solo in tedesco, compresi alcuni che segnalavano situazioni di pericolo: fa l’esempio di un cartello di pericolo per la presenza di cavi dell’alta tensione a San Martino in Sarentino, sopra il lago di Valdurna. Ha detto al Corriere che anche in questo caso non è la prima volta: «Lo vedo come un tentativo per farti sentire straniero in patria. Non è una disattenzione».

Marco Galateo, vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, ha detto che i cartelli in tedesco sono «una scelta sbagliata, contro legge e buon senso» e avrebbe portato il caso all’attenzione del presidente della provincia autonoma Arno Kompatscher.

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