Ma quindi dove vanno gli italiani in vacanza?

Non hanno smesso tutti di andare al mare, come si sta dicendo, ma qualche cambiamento nelle scelte c'è stato

Una spiaggia di Porto Empedocle, a giugno del 2024 (AP Photo/Andrew Medichini)
Una spiaggia di Porto Empedocle, a giugno del 2024 (AP Photo/Andrew Medichini)
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Da qualche giorno si è sviluppato un intenso dibattito sull’andamento del turismo estivo in Italia: alcuni sostengono che le spiagge siano meno frequentate del solito e che questo sia sintomo di una stagione negativa, ma lo fanno più che altro a partire dalle presenze negli stabilimenti balneari a pagamento, che non sono rappresentativi di tutte le spiagge. Altri dicono invece che va tutto bene, perché il turismo è distribuito altrove (per esempio in montagna o nei piccoli borghi). Nonostante per ora si possa dire ancora molto poco sulla stagione in corso – banalmente proprio perché è ancora in corso – il dibattito si è addirittura spinto a cercare le cause di un problema che non si sa neanche se c’è.

Quella più citata è che il turismo italiano sembra dover fare sempre più a meno proprio dei turisti italiani, che secondo questa lettura devono scegliere destinazioni estere perché le classiche mete in Italia sono diventate troppo care per i redditi cronicamente bassi di chi ci lavora. Anche se siamo ancora alla metà di agosto, il mese solitamente più movimentato e redditizio, alcuni dati provvisori sull’estate in corso possono aiutare a farsi un’idea di come stiano andando le cose.

Una spiaggia in Sardegna, il 9 agosto (Ivan Romano/Getty Images)

Quello che si sa su questa stagione dipende dall’aneddotica raccontata sui giornali dagli operatori del settore e dai dati delle associazioni turistiche, entrambi fonti per forza di cose parziali e meno rigorose di uno studio indipendente e consolidato. Sono quindi da prendere con le dovute cautele. C’è anche qualche dato sulle presenze complessive attese: secondo un’indagine di Confcommercio con SWG, ad agosto 18 milioni di turisti italiani sono andati o andranno in vacanza, una quantità abbastanza stabile rispetto all’anno scorso.

Che i numeri complessivi siano buoni lo dice anche la banca dati “Alloggiati Web”, il portale della polizia di Stato in cui i gestori delle strutture ricettive devono registrare i documenti delle persone che ospitano: a giugno erano il 10 per cento in più di un anno prima; a luglio il 4,5 e nei primi 11 giorni di agosto il 13,1 per cento in più dello stesso periodo dell’anno scorso. Questi dati includono anche i turisti stranieri.

– Ascolta Wilson: Stiamo tutti molto calmi, sul calo del turismo

Secondo l’indagine di Confcommercio i turisti italiani anche quest’anno preferiscono fare le vacanze al mare, in linea con gli altri anni. Il secondo tipo di vacanza più scelta è quella in montagna, poi ci sono quelle nei luoghi naturalistici e nelle città d’arte: in effetti il portale della polizia di Stato mostra aumenti significativi per vacanze che non siano al mare, rispetto agli altri anni. In ogni caso circa 7 turisti su 10, secondo Confcommercio, hanno fatto o faranno le vacanze in Italia.

I toni allarmistici sulla stagione turistica al mare dipendono in parte dalla risonanza che hanno avuto le dichiarazioni di chi rappresenta i gestori degli stabilimenti balneari. L’associazione di categoria Assobalneari dice che sia le presenze che i consumi negli stabilimenti sarebbero diminuiti tra il 20 e il 30 per cento rispetto agli anni scorsi. Il Sindacato italiano balneari dice che a luglio ci sarebbe stato un calo del 15 per cento, con picchi negativi del 25 per cento in alcune regioni come Calabria ed Emilia-Romagna, ma anche picchi positivi dello stesso valore in Sardegna e in Puglia.

In questi giorni è stata molto ripresa una dichiarazione all’Ansa del presidente regionale del Sindacato italiano balneari in Abruzzo, Riccardo Padovano, il quale ha detto che nonostante questo sia il periodo solitamente più frenetico dell’anno «siamo qui a contare le pecore». Anche le associazioni degli alberghi stanno registrando un calo: secondo questi dati ci sarebbero insomma meno persone nelle località di mare (almeno tra quelle che vengono dall’Italia), non solo nelle spiagge.

Uno stabilimento balneare di Ostia, il 12 agosto (Cecilia Fabiano/LaPresse)

I numeri cambiano da associazione ad associazione, ma tutti sono concordi nel dire che ci sono sempre meno turisti italiani, i quali al massimo vanno in spiaggia nel fine settimana. I proprietari degli stabilimenti danno la colpa ai redditi bassi e al costo della vita, mentre le associazioni dei consumatori sostengono che la causa siano i prezzi in costante aumento da anni.

Da una parte è vero che negli ultimi anni l’inflazione ha ridotto le possibilità di spesa dei lavoratori in Italia, e l’aumento del costo generale della vita non è stato ancora recuperato dalla crescita degli stipendi. Allo stesso tempo però è anche vero che il costo di fare le vacanze in Italia è molto cresciuto: secondo i dati Istat a fronte di un aumento cumulato dei prezzi del 19 per cento da gennaio 2021 a oggi, il costo dei servizi ricettivi – cioè quelli di ristoranti, bar, alberghi e delle stesse spiagge – è salito del 33 per cento. Il costo di dormire fuori, in alberghi o in altri tipi di strutture, è aumentato del 55 per cento, quasi tre volte in più rispetto all’inflazione generale.

Nonostante questo, una rilevazione di Eurostat (l’agenzia di statistica dell’Unione Europea) dice che non ci sono mai state così tante persone in Italia a potersi permettere una vacanza di una settimana: oggi non può farlo il 31 per cento della popolazione, solo 10 anni fa non poteva farlo la metà delle persone.

Anche se il calo dovesse essere poi confermato con dati più solidi, sarà difficile stabilirne con certezza le cause: potrebbe effettivamente essere una questione di soldi, o di insoddisfazione verso i servizi offerti, ma potrebbe anche essere in corso un cambiamento delle preferenze dei turisti italiani.

Al contrario degli imprenditori del settore balneare, infatti, le associazioni del turismo montano hanno fatto dichiarazioni molto soddisfatte, soprattutto sulla presenza degli italiani: finora i dati confermano la crescita dei turisti in montagna che già si era vista lo scorso anno, e lo stesso è successo nelle città d’arte.

Una turista a Roma, il 10 agosto (Cecilia Fabiano/LaPresse)

La scorsa estate il numero dei turisti italiani che hanno soggiornato nelle strutture italiane – sia alberghi che non – era calato quasi del 7 per cento rispetto al 2023. Non solo: l’Istat ha calcolato che dopo anni di calo dei turisti italiani in Italia, l’estate del 2024 è stata la prima in cui ci sono stati più turisti stranieri (52,3 per cento contro il 47,7 per cento degli italiani), un dato che poi è stato confermato su tutto l’anno. I numeri consolidati sull’estate in corso saranno pubblicati in autunno.

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