Il tentativo dei leader europei di salvare il salvabile nei negoziati sull’Ucraina

Hanno chiamato Trump due giorni prima del suo incontro con Putin in Alaska, ma non è chiaro con quali risultati

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz accoglie il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al suo arrivo a Berlino, il 13 agosto 2025 (John MacDougall/Pool Photo via AP)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz accoglie il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al suo arrivo a Berlino, il 13 agosto 2025 (John MacDougall/Pool Photo via AP)
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Mercoledì i principali leader europei e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno parlato al telefono con Donald Trump in vista del suo incontro con Vladimir Putin per discutere della guerra in Ucraina, che si terrà in Alaska venerdì. La chiamata, avvenuta mentre Zelensky si trovava a Berlino, era vista come un ultimo tentativo dei leader europei di farsi ascoltare da Trump prima dell’incontro: la loro paura è che i due si possano accordare per un cessate il fuoco che include condizioni considerate inaccettabili dall’Ucraina, come la cessione di alcuni territori occupati dalla Russia dopo l’invasione cominciata nel 2022 o una perdita di sovranità. L’Ucraina non è obbligata ad accettare le eventuali proposte di Trump e Putin, ma si metterebbe in una posizione molto complicata se non lo facesse, e rischierebbe di perdere il sostegno militare americano.

Dalle dichiarazioni dei leader che hanno seguito la telefonata non è chiaro quanto questo tentativo sia riuscito. Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che Trump li ha rassicurati che incontrerà Putin con l’obiettivo di arrivare a un cessate il fuoco, e che qualsiasi decisione che riguardi i territori dell’Ucraina verrà discussa con l’Ucraina. Zelensky ha detto anche che Trump gli ha assicurato che lo chiamerà dopo il suo incontro con Putin. Per il resto i leader hanno ripetuto quello che chiedono da tempo, ossia che la Russia accetti un cessate il fuoco prima della discussione di qualsiasi altra condizione, e che l’Ucraina venga sempre inclusa nei negoziati.

Da quando è tornato alla presidenza Trump si è esposto molto nel tentativo di negoziare un qualche tipo di accordo fra Russia e Ucraina, rompendo molte consuetudini consolidate fra i paesi occidentali dopo l’inizio dell’invasione russa e spesso in modo molto sbilanciato verso il paese aggressore: in tutto questo l’Europa è solitamente stata esclusa da molti dei colloqui più importanti e da diverse decisioni sugli aiuti militari. Macron ha detto che è una «buona cosa» che gli Stati Uniti e la Russia si parlino, ma che è importante che l’Europa venga «ascoltata» quando il tema della discussione riguarda il suo continente.

La questione delle concessioni territoriali è stata presentata in modo piuttosto ambiguo. Con parole leggermente diverse, alcuni leader europei fra cui Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz non hanno escluso che in futuro potrebbero essere una soluzione. Hanno però anche detto che queste dovranno avvenire solo con il consenso dell’Ucraina e con solide garanzie di sicurezza per la sua successiva integrità.

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