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  • Martedì 12 agosto 2025

Una piccola isola nel Rio delle Amazzoni sta facendo litigare Perù e Colombia

Santa Rosa de Yavarí si è formata quando gli accordi sul confine erano già stati fatti: oggi la sua sovranità è dibattuta

L'isola di Santa Rosa de Yavarí vista dalla città colombiana di Leticia, 21 gennaio 2024 (Kaveh Kazemi/Getty Images)
L'isola di Santa Rosa de Yavarí vista dalla città colombiana di Leticia, 21 gennaio 2024 (Kaveh Kazemi/Getty Images)
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Perù e Colombia stanno litigando per Santa Rosa de Yavarí, un isolotto nel Rio delle Amazzoni abitato da circa 3mila persone. Formalmente l’isolotto non è parte di nessuno dei due paesi, perché si formò dal naturale deposito dei sedimenti trasportati dal fiume negli anni Settanta, quando il confine era già stato deciso. I trattati firmati all’inizio del Novecento dicevano infatti che il confine sarebbe stato segnato dal fiume, il Rio delle Amazzoni, nel suo punto più profondo, e che eventuali divergenze future sarebbero dovute essere risolte da una commissione binazionale, che però non è mai stata istituita.

Nei fatti oggi Santa Rosa è amministrata dal Perù: sono peruviane la stazione di polizia, la caserma dell’esercito e le sedi dell’amministrazione locale, tra cui quella dall’agenzia che riscuote le tasse. Gli abitanti si sentono perlopiù peruviani, visto che la maggior parte è arrivata proprio dal Perù negli anni Settanta. Oggi Santa Rosa è un punto di passaggio importante sia per il turismo (molti tour nella foresta amazzonica passano da lì), sia per il commercio.

Da un po’ di tempo però la Colombia ha iniziato a rivendicare con maggiore insistenza la sovranità sull’isola, da quando cioè ha iniziato a perdere l’accesso al Rio delle Amazzoni a causa del naturale spostamento del corso del fiume: il flusso di acqua si sta concentrando sempre di più sul lato peruviano, mentre i due rami colombiani si stanno riducendo di portata. Uno studio della Marina colombiana ha stimato che entro il 2030 la Colombia potrebbe perdere del tutto l’accesso.

La Colombia vorrebbe che l’appartenenza dell’isola venisse rinegoziata, mentre il Perù dice che l’isola è ormai peruviana da decenni e sostiene che si sia formata a partire da un’altra isola, Chinería, che i trattati assegnarono al Perù.

Un cartello sull’isola di Santa Rosa che ribadisce l’appartenenza al Perù, 6 agosto 2025 (EPA/STR via ANSA)

Nelle ultime settimane i presidenti dei due paesi, entrambi di sinistra, Dina Boluarte del Perù e Gustavo Petro della Colombia, si sono attaccati reciprocamente su Santa Rosa. La mossa più concreta è stata quella del governo peruviano, che a luglio ha assegnato all’isola lo status di “distretto” della provincia di Loreto: ufficialmente per facilitare l’arrivo di fondi governativi, di fatto un modo per rafforzare la posizione peruviana.

In risposta Petro ha accusato il Perù di aver «occupato un territorio che appartiene alla Colombia» e di aver violato i trattati. Ha poi spostato a Leticia – la città colombiana che si trova di fronte all’isola di Santa Rosa – la commemorazione di un’importante battaglia della guerra di indipendenza della Colombia contro la Spagna, per rimarcare il legame di quei territori con la storia colombiana. Durante la manifestazione ha ribadito che la Colombia non riconosce la sovranità del Perù su Santa Rosa, aggiungendo però che vuole «evitare una guerra».

Per ora nessuno dei due paesi vuole trasformare lo scontro in qualcosa che vada al di là delle accuse reciproche. I due governi stanno usando le rivendicazioni soprattutto per fini propagandistici verso i rispettivi elettorati, dato che sono entrambi stati oggetto di scandali recenti.

Lo scorso anno Boluarte era finita nei guai per il cosiddetto Rolexgate: un presunto caso di corruzione emerso a partire da un’inchiesta giornalistica che aveva provato che Boluarte era in possesso di una ventina di orologi molto costosi, tra cui alcuni Rolex dal valore di decine di migliaia di euro. Boluarte era stata quindi accusata di essersi arricchita in modo indebito (perché gli orologi erano ritenuti troppo costosi per il suo stipendio da presidente), e anche di aver violato la legge per non averli dichiarati come avrebbe dovuto, dato il grande valore degli oggetti. Lo scandalo aveva contribuito a ridurre ulteriormente il suo indice di gradimento tra la popolazione, molto basso sin dal suo insediamento.

Boluarte è presidente ad interim dal 2022, quando sostituì Pedro Castillo, un ex insegnante di orientamento marxista rimosso perché accusato di aver tentato un colpo di stato istituzionale, provando a sciogliere il parlamento e invocando una nuova assemblea costituente (cosa che non è riuscito a fare). Oggi, nonostante Boluarte possa contare su un solido appoggio del parlamento, il suo consenso è sotto al 10 per cento.

Anche Petro sta affrontando una grossa crisi politica da mesi. Anche lui è in carica dal 2022, ma da allora è stato costretto a ricorrere a plurimi rimpasti di governo, nominando più di 50 ministri in meno di tre anni. A inizio del 2025 per esempio diversi ministri si erano dimessi in protesta per la nomina a capo di gabinetto di un personaggio ritenuto controverso negli ambienti della sinistra, e Petro ha dovuto praticamente rifare il governo da capo.

Negli ultimi tre anni il governo di Petro non è riuscito a realizzare le riforme promesse durante la campagna elettorale, soprattutto in ambito sanitario e del lavoro. Il presidente sta inoltre affrontando tutta un’altra serie di problemi da quando l’ex ministro degli Esteri colombiano, Álvaro Leyva, l’ha accusato di essere tossicodipendente. Petro ha sempre negato.