La Finlandia ha accusato di danneggiamento il comandante della nave Eagle S, sospettata di aver sabotato cinque cavi sottomarini nel Baltico

La nave Eagle S durante una manovra in mare guidata dalle autorità finlandesi (EPA/FINNISH BORDER GUARD HANDOUT)
La nave Eagle S durante una manovra in mare guidata dalle autorità finlandesi (EPA/FINNISH BORDER GUARD HANDOUT)

La Finlandia ha accusato di danneggiamento aggravato e interferenze illecite aggravate nelle telecomunicazioni il comandante, il primo e il secondo ufficiale della nave Eagle S. È la petroliera che secondo la Finlandia avrebbe danneggiato, a dicembre del 2024, il collegamento elettrico Estlink 2 con l’Estonia e altre quattro linee sottomarine per le comunicazioni via internet, trascinando l’ancora della nave sul fondale per circa 90 chilometri.

La Eagle S è registrata nelle Isole Cook (uno stato nell’oceano Pacifico dipendente dalla Nuova Zelanda) ed era partita da San Pietroburgo, in Russia, in direzione di Port Said, in Egitto: per questo il capo dell’agenzia doganale finlandese, Sami Rakshit, ha detto di ritenere che la nave faccia parte della cosiddetta “flotta fantasma” della Russia, un gruppo di navi usate per operazioni illegali di trasporto di petrolio che aggirano le sanzioni imposte da molti paesi occidentali sulla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, nel febbraio del 2022, ci sono stati diversi episodi di presunto sabotaggio di cavi sottomarini nel mar Baltico. La Finlandia è ora il primo paese della NATO ad accusare formalmente delle persone per questa circostanza. I tre uomini, di nazionalità georgiana e indiana, hanno respinto le accuse.