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  • Lunedì 11 agosto 2025

L’ex first lady sudcoreana era più di una first lady

Kim Keon-hee ha esercitato un’influenza decisiva sull’ex presidente Yoon Suk-yeol: oggi rischia l’arresto per diversi casi di corruzione

Kim Keon-hee, circondata dai giornalisti mentre arriva nell'ufficio del procuratore speciale a Seul, il 6 agosto
Kim Keon-hee circondata dai giornalisti mentre arriva nell'ufficio del procuratore speciale a Seul, il 6 agosto (EPA/YONHAP)
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La scorsa settimana l’ex first lady della Corea del Sud, Kim Keon-hee, è stata interrogata per la prima volta dalla commissione speciale creata a giugno dal parlamento per investigare sul tentativo dell’ex presidente Yoon Suk-yeol, suo marito, di instaurare la legge marziale. Oltre a indagare sui fatti principali, la commissione è stata incaricata di svolgere indagini separate su Kim: cosa che dice molto della sua influenza e della centralità che ha avuto nel dibattito politico sudcoreano, per una serie di scandali da cui il marito aveva cercato di proteggerla finché è rimasto in carica.

Yoon è stato destituito ad aprile: ora è in carcere e sotto processo per insurrezione, alto tradimento e abuso di potere. Giovedì scorso i procuratori speciali hanno chiesto di mettere anche Kim in custodia cautelare, accusandola di corruzione. Se questa settimana il tribunale distrettuale di Seul accogliesse la richiesta, sarebbe la prima volta nella storia del paese che un ex presidente e la first lady sono contemporaneamente in arresto: una situazione eccezionale quindi, anche per un paese in cui in passato ci sono stati scandali e vicende politiche paragonate alle trame di film.

Prima e dopo l’interrogatorio Kim si è rifiutata di parlare coi giornalisti. Ha fatto una sola dichiarazione pubblica: «Mi spiace che una signora nessuno come me abbia causato tutta questa inquietudine nel paese». È una frase strumentale a mostrarsi collaborativa nelle indagini, ma è inesatta: non soltanto Kim ha avuto per anni la grandissima visibilità di una first lady, ma è stata invischiata in una serie di controversie e scandali che hanno contribuito ad affossare i livelli di consenso di Yoon.

Kim Keon Hee, di spalle, arriva all'interrogatorio del 6 agosto

Kim Keon-hee, di spalle, arriva all’interrogatorio del 6 agosto (EPA/YONHAP)

Finché è stato presidente, dal 2022 allo scorso dicembre, Yoon aveva usato i suoi poteri per bloccare le richieste dell’opposizione di indagare sulla coppia presidenziale, nonostante non avesse la maggioranza in parlamento. Nel frattempo è cambiato il contesto politico e dopo le elezioni di giugno il Partito Democratico (centrosinistra), avversario di quello del Potere Popolare (conservatore) di Yoon, esprime anche il presidente.

Le indagini su Yoon e Kim erano una priorità per i Democratici, e per questo sono partite non appena ci sono state le condizioni politiche. Yoon ha ancora numerosi sostenitori, che considerano politicamente motivate le indagini della commissione e illegittimo il suo impeachment.

Il più famoso degli scandali di Kim ha riguardato una borsa di Dior ed è stato molto raccontato dai media internazionali. Nel gennaio del 2024 venne diffuso un video, girato di nascosto, in cui Kim sembrava accettare in regalo una borsa di marca dal valore di oltre 2mila euro. Per questo caso specifico alla fine Kim non era stata incriminata, ma secondo i suoi critici provava che fosse facilmente corruttibile e che avesse usato la sua posizione pubblica per i propri affari personali.

Yoon Suk Yeol e Kim Keon-hee a una parata militare dell'ottobre del 2024

Yoon Suk-yeol e Kim Keon-hee a una parata militare dell’ottobre del 2024 (Kim Hong-Ji/Pool Photo via AP)

La storia della borsa divenne una questione politica in Corea del Sud, danneggiò l’immagine del presidente e contribuì al risultato disastroso per il suo partito alle elezioni parlamentari dell’aprile del 2024. Era stata preceduta da altri scandali: prima delle presidenziali del 2022, per esempio, Kim si scusò per aver mentito sul suo curriculum. Poi ce ne sono stati altri, simili a quello della borsa, che hanno portato ai 16 capi d’accusa rivolti a Kim dalla commissione speciale.

Kim è accusata di aver ricevuto due borse di Chanel dal valore di oltre di 12mila euro e una collana di diamanti dalla Chiesa dell’unificazione (un gruppo religioso che da molti è considerato piuttosto simile a una setta) in cambio di un atteggiamento favorevole di Yoon verso le attività del gruppo. A dicembre uno stretto collaboratore di Kim, lo sciamano Jeon Seong-bae, era stato arrestato con l’accusa di aver fatto da intermediario tra la Chiesa e Kim. Jeon ha ammesso di aver accettato i beni di lusso, ma ha sostenuto di averli persi prima di darli alla first lady. Il mese scorso sono state perquisite alcune sedi della Chiesa.

Nel primo viaggio ufficiale della coppia, nel 2022, Kim indossò un ciondolo da 37mila euro che non risultava nella dichiarazione dei redditi dei due, come invece prescritto dalla legge. Kim, che è un’imprenditrice, è accusata inoltre di aver partecipato tra il 2010 e il 2012 a uno schema illecito per gonfiare il valore delle azioni di un’azienda che importa automobili. Secondo i procuratori, avrebbe fatto lo stesso nel 2023 con un’impresa edile, coinvolgendola in un piano di ricostruzione annunciato nel contesto di una visita a sorpresa di Yoon in Ucraina.

Due manichini con le fattezze degli allora presidente e first lady durante una manifestazione degli agricoltori del novembre del 2024

Due manichini con le fattezze degli allora presidente e first lady durante una manifestazione degli agricoltori del novembre del 2024 (AP Photo/Ahn Young-joon)

C’è poi un caso più politico, scoperto lo scorso novembre. Kim è accusata di aver condizionato, insieme al marito, la scelta di almeno un candidato parlamentare durante le primarie del Partito del Potere Popolare del 2022, su richiesta di un sondaggista a loro vicino, Myung Tae-kyun. Secondo le inchieste, la coppia lo assecondò per ricompensarlo di aver lavorato gratuitamente per loro in passato. Altre ricostruzioni giornalistiche sostengono ci fosse di più: accusano Myung di aver manipolato a favore di Yoon le cifre dei sondaggi del suo istituto in occasione delle primarie del PPP del 2021 per scegliere il candidato presidente (un passaggio su cui, in genere, i sondaggi incidono molto: furono vinte da Yoon).

Il New Yorker ha scritto che «Kim Keon-hee sembra aver esercitato un indebito controllo sull’incarico esecutivo [del marito], ed è accusata credibilmente di concussione, corruzione e interferenza elettorale». Diversi analisti e commentatori le hanno attribuito un ruolo molto influente nell’amministrazione di Yoon, e perfino decisivo nello spingerlo a intraprendere la carriera politica dopo quella da procuratore (dovette rifare l’esame 9 volte). Riferendo dell’interrogatorio, Le Monde ha definito Kim l’«eminenza grigia» di Yoon, cioè la sua consigliera segreta e più potente.

Yoon Suk Yeol e Kim Keon Hee arrivano all'aeroporto di Praga per una visita, nel settembre del 2024

Yoon Suk-yeol e Kim Keon-hee arrivano all’aeroporto di Praga per una visita, nel settembre del 2024 (EPA/YONHAP)

È un’opinione diffusa anche nella politica sudcoreana. Diversi esponenti del Partito Democratico ritengono che il tentativo di instaurare la legge marziale – avvenuto al culmine di una fase di grosse difficoltà politiche del presidente – servisse anche a impedire le indagini su di lui e la moglie, e a distogliere l’attenzione dagli scandali. Lo hanno sostenuto persino nel dibattito in parlamento sull’impeachment di Yoon.

Questa tesi poggia anche su fattori temporali. Per tre volte Yoon aveva messo il veto su una legge per istituire una commissione d’inchiesta speciale sulla first lady. Era previsto che il parlamento la rivotasse il 10 dicembre e c’erano buone possibilità che, per via di defezioni tra il PPP, venisse raggiunta la maggioranza di due terzi dei voti che consente di annullare un veto presidenziale. Yoon promulgò la legge marziale nella notte tra il 3 e il 4 dicembre. La provocazione che il presidente avesse agito «per amore» fu ricorrente anche nei meme che vennero pubblicati sui social in quelle ore.

Yoon non sta collaborando alle indagini, si rifiuta di testimoniare sia al suo processo sia nell’inchiesta su Kim. Una decina di giorni fa ha opposto resistenza agli investigatori, che erano andati a interrogarlo sui casi della moglie, togliendosi l’uniforme carceraria e gettandosi sul pavimento della sua cella. In passato altre due ex first lady, Lee Soon-ja e Kwon Yang-sook, erano state interrogate dalla magistratura: ma come persone informate dei fatti. Kim è stata la prima a venire convocata da sospettata.

– Ascolta “Globo”: Cosa diavolo è successo in Corea del Sud, con Giulia Pompili