Le elezioni regionali in autunno saranno abbastanza spezzettate

Si voterà in Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto, probabilmente nell'arco di diversi weekend

(Riccardo Bortolotti/LaPresse)
(Riccardo Bortolotti/LaPresse)
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Con la convocazione delle elezioni regionali in Calabria per il 5 e il 6 ottobre, sono già due i weekend diversi scelti per le elezioni in tre delle regioni che dovranno rinnovare i propri consigli in autunno, e un terzo è stato annunciato informalmente. In Valle d’Aosta e Marche infatti si voterà l’ultimo fine settimana di settembre (solo domenica 28 in Valle d’Aosta, anche lunedì 29 nelle Marche), in Calabria il primo weekend di ottobre appunto. Per la Toscana invece il presidente Eugenio Giani ha indicato il secondo weekend di ottobre, domenica 12 e lunedì 13, annunciando che firmerà il decreto per la convocazione la prossima settimana.

Non sono state ancora decise invece le date delle elezioni in Veneto, Campania e Puglia, le altre regioni in cui si voterà in autunno: quello che si sa però è che dovranno tenersi entro il 23 novembre.

A fissare la data delle elezioni regionali è il presidente uscente, e sulla scelta delle date influiscono questioni tecniche, logistiche e soprattutto interessi politici. Ogni amministrazione regionale fa i suoi calcoli, e non è affatto detto che accorpare le elezioni rimanenti in un unico weekend soddisfi tutti. Domenica il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha criticato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per non aver insistito che fosse trovata una data comune nella conferenza Stato-Regioni, l’organismo che riunisce i rappresentati del governo e le varie amministrazioni regionali. Tenere molte elezioni importanti in un singolo giorno raccoglie e amplifica le attenzioni mediatiche nazionali, rendendo più evidenti eventuali risultati positivi o negativi.

Delle sette regioni che rinnoveranno i consigli regionali, tre sono governate dal centrodestra (Calabria, Marche e Veneto), tre dal centrosinistra (Toscana, Campania e Puglia) e una, la Valle d’Aosta, dai partiti autonomisti sostenuti dal centrosinistra.

In Calabria si ricandiderà Roberto Occhiuto di Forza Italia, che si è dimesso in seguito al coinvolgimento in un’inchiesta su un possibile caso di corruzione. In Toscana si ricandiderà Eugenio Giani, sostenuto da centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Nelle Marche si ricandiderà l’uscente Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia.

Non si ricandideranno, perché non possono farlo, due governatori storici e molto popolari: Vincenzo De Luca del Partito Democratico in Campania, e Luca Zaia della Lega in Veneto. La loro successione è una questione particolarmente delicata per i rispettivi partiti, che non hanno ancora scelto con chi sostituirli. Per la Campania si parla però da tempo della possibile candidatura per il centrosinistra dell’ex presidente della Camera Roberto Fico, esponente del Movimento 5 Stelle.

In Puglia il presidente uscente Michele Emiliano, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, non si ricandiderà come presidente, ma è in corso una animata discussione tra PD e M5S riguardo alla sua candidatura come semplice consigliere regionale. Il possibile candidato a presidente di cui si è parlato di più è l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro, attualmente parlamentare europeo.