Come sono fatte le case negli edifici sotto inchiesta a Milano
Quanto costano, che servizi hanno all'interno, in che zone sono e chi le ha comprate

A Milano ci sono poche case, troppo poche per poter rispondere adeguatamente alle necessità della popolazione, che negli ultimi anni è cresciuta ed è molto cambiata nella composizione. La maggior parte delle persone che vive a Milano è arrivata negli ultimi quindici anni secondo un recente report del comune, attirata principalmente dalle opportunità e dalle trasformazioni che la città ha vissuto. La domanda di case è quindi aumentata e i prezzi degli immobili si sono alzati, perché la disponibilità è limitata: oggi comprare casa a Milano costa in media circa il 50 per cento in più rispetto a 15 anni fa e nello stesso periodo gli affitti sono cresciuti mediamente di circa il 40 per cento.
Le inchieste sull’urbanistica a Milano hanno portato nuovamente l’attenzione su questo tema: costruire nuovi edifici è stato spesso visto come una soluzione, data la scarsità di case e il loro conseguente prezzo alto. Gli edifici finiti sotto inchiesta sono un esempio emblematico di quello che succede in città quando se ne costruiscono di nuovi.
Questi palazzi sono stati costruiti al posto di edifici molto più piccoli, a due o a tre piani; sono immobili moderni, molto alti, con tantissimi appartamenti e con una serie di servizi e caratteristiche che, anche con una ristrutturazione, sarebbe costoso e complicato adottare in case vecchie. E a Milano, dove anche le case vecchie e tenute male si pagano care, una casa nuova è una rarità e può essere venduta a un prezzo molto alto malgrado le metrature piccole (che sono anche le più richieste).

La Torre Milano (il Post)
Chi ha comprato le case finite sotto inchiesta oggi deve gestire molti problemi. La maggior parte degli acquirenti ha pagato rate del mutuo o anticipi da migliaia o centinaia di migliaia di euro per una casa che non è ancora stata costruita, e che non si sa se e quando verrà mai ultimata. Nel frattempo però si trovano nella condizione di aver investito grosse somme di denaro senza avere la certezza di poterle riavere indietro in un tempo ragionevole. Molti di loro si sono riuniti nel comitato Famiglie sospese, vite in attesa e ci tengono a sottolineare di essere «persone normali», con un reddito medio, e che in queste case hanno investito «tutti i loro risparmi».
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Essendo nuovi e spesso realizzati da studi di architettura rinomati, gli edifici sotto inchiesta in molti casi sono stati costruiti rispettando rigidi criteri di risparmio energetico o ambientali, e spesso hanno servizi in più come portineria, aree coworking, palestra e anche la piscina. Non sono necessariamente immobili di lusso, ma hanno servizi che di solito nelle case costruite prima degli anni Duemila non si trovano, tutte cose che permettono alle società immobiliari di alzare il prezzo, anche se gli edifici non si trovano in zone centrali.
Basta poco in realtà per fare alzare il prezzo in una città come Milano: anche solo la presenza dell’ascensore nel condominio può farlo aumentare del 16 per cento. Anche se i prezzi sono più alti, comprare una casa nuova che non deve essere ristrutturata e che permette di risparmiare sui consumi di solito è considerato un buon investimento.
Le Park Towers sono tra gli edifici più noti finiti sotto inchiesta, nonché uno dei primi. Si trovano a Crescenzago, una zona periferica a nord-est di Milano, affacciate sul parco Lambro. Sono due torri di 81 e 59 metri, più un terzo edificio più piccolo con le aree comuni. Hanno un cortile comune con delle fontane, un viale centrale con degli ulivi, una palestra comune, uno spazio di coworking e praticamente tutti gli appartamenti hanno un terrazzino.
Gran parte delle persone che ora ci vivono aveva comprato casa “sulla carta”, prima ancora che fosse costruita e molto prima che si sapesse che sarebbe finita sotto inchiesta. L’indagine riguarda il fatto che la costruzione era stata approvata come una semplice ristrutturazione (che di solito permette di accorciare i tempi della burocrazia e di risparmiare sugli oneri di urbanizzazione), mentre secondo la procura avrebbe dovuto essere indicata come nuova costruzione.

Le Park Towers di Crescenzago (Foto Alessandro Cimma/LaPresse )
Per chi ci ha comprato casa allora, nel 2020, prima ancora che le due torri venissero costruite, un quadrilocale da cento metri quadrati con box auto costava 550mila euro. Oggi su Immobiliare si trova l’annuncio di una casa da quasi 170 metri quadrati in vendita per 850mila euro. Nelle Park Towers però non tutte le case sono state comprate da persone che ci devono vivere e che ci hanno investito i risparmi: diciotto appartamenti sono stati comprati dall’agenzia di affitti brevi Limehome. Su Booking.com, per il mese di agosto, si trovano dai 200 ai 300 euro a notte circa.
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A Milano molti appartamenti vengono acquistati da agenzie per gli affitti brevi: nella Torre Milano, un altro dei più noti edifici sotto inchiesta, ce ne sono 16, sempre di Limehome, affittabili per 250/300 euro a notte a seconda della tipologia di casa. Anche la Torre Milano, come le Park Towers e Hidden Garden (il “palazzo nel cortile” dal quale sono partite tutte le inchieste sull’urbanistica), è tra i pochi edifici sotto inchiesta a essere già abitati.
La Torre Milano è un edificio di 82 metri, per 24 piani e 105 appartamenti, che si trova nel quartiere Maggiolina, a nord. Nel 2021, come si legge sul sito di Idealista, gli appartamenti più piccoli della torre costavano circa 280mila euro, un prezzo considerato abbastanza abbordabile per la media della città. Nel 2021, sempre stando a Idealista, il 90 per cento degli appartamenti era già stato venduto.

Il cantiere di Bosconavigli, in via san Cristoforo (Foto Claudio Furlan/LaPresse)
Nella torre ci sono appartamenti di tutti i tipi, da quelli più piccoli a prezzi più contenuti ai loft di lusso su due piani. Come per le Park Towers anche questo edificio ha una serie di servizi condivisi in più rispetto a un normale condominio. A detta degli architetti che se ne sono occupati, sarebbe il primo a essere costruito con un sistema di domotica integrato con Alexa, l’assistente vocale di Amazon.
Tra gli edifici sotto inchiesta il Bosconavigli è quello più avveniristico: progettato da Stefano Boeri, è stato pensato come un Bosco Verticale, il suo progetto più conosciuto, ma sviluppato in orizzontale. I balconi, le terrazze e le aree comuni sono piene di alberi e arbusti, ed è considerato un edificio di lusso. Si trova nel quartiere di San Cristoforo, a sud, e al suo posto prima c’era una ricicleria. Le case hanno metrature variabili: quelle più piccole ancora disponibili su Immobiliare vanno dagli 830mila euro a oltre un milione e 100mila euro, ma ce ne sono altre con metrature assai maggiori per le quali il prezzo è a richiesta. Oltre alla portineria ci sono una palestra, aree per il coworking e una piscina coperta con spa.



