Trump ha raddoppiato i dazi sull’India, portandoli al 50 per cento, come ritorsione per l’acquisto di petrolio russo

Con un ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto all’India dazi aggiuntivi del 25 per cento. Aveva già messo dazi del 25 per cento, quindi in totale arriveranno al 50 per cento: è una soglia molto superiore a quella imposta ad altri paesi asiatici e tra le più alte in assoluto. Trump ha presentato i nuovi dazi come una ritorsione per gli acquisti indiani di petrolio russo, che sono parecchio aumentati dopo l’invasione russa dell’Ucraina e per cui in questi giorni aveva minacciato di penalizzare il paese.
Da mesi infatti Trump si sta spazientendo con il presidente russo Vladimir Putin, a causa del suo ostruzionismo nei colloqui per il cessate il fuoco, mediati dagli Stati Uniti: gli ha dato un nuovo ultimatum, che scade venerdì, e ha minacciato di imporre alla Russia pesanti sanzioni sia dirette sia indirette, pensate cioè per colpire i paesi con cui fa affari (come appunto l’India). Mercoledì l’inviato speciale di Trump che si sta occupando dei negoziati, Steve Witkoff, ha incontrato Putin a Mosca, per la quinta volta quest’anno.
I nuovi dazi entreranno in vigore il 27 agosto, ma è possibile che entro quella data gli Stati Uniti trovino un accordo con l’India per abbassarli. Negli ultimi vent’anni India e Stati Uniti si sono avvicinati, e Trump ha sempre avuto grande sintonia con il primo ministro indiano Narendra Modi. Negli ultimi mesi però i loro rapporti si sono incrinati.
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