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  • Mercoledì 6 agosto 2025

Il governo ha nominato due medici scettici sui vaccini nel gruppo di esperti sui vaccini

Il loro compito è proprio dare pareri scientifici: sulla scelta ci sono già diverse perplessità

Il ministro della Salute Orazio Schillaci alla Camera durante un question time, 25 giugno 2025 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Il ministro della Salute Orazio Schillaci alla Camera durante un question time, 25 giugno 2025 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha nominato i nuovi componenti del NITAG, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, ovvero un organismo indipendente composto da esperti che ha il compito di dare pareri scientifici sui vaccini e consigli sulle politiche vaccinali. Tra i 22 nuovi membri ci sono due medici, Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, noti per avere espresso pubblicamente opinioni scettiche o quantomeno ambigue sui vaccini contro il COVID-19 e sui vaccini pediatrici in generale.

Il nuovo NITAG è stato istituito con un decreto firmato dal ministro della Salute il 5 agosto. I NITAG esistono in quasi tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e collaborano con l’Organizzazione mondiale della sanità. Quello italiano resterà in carica per i prossimi tre anni; lo presiede ora Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Ne fanno poi parte altri medici, professori universitari, ricercatori, dirigenti sanitari e funzionari amministrativi con competenze varie, tra cui quelle di epidemiologia, prevenzione, malattie infettive, pediatria e gestione dei servizi sanitari.

Quelli che però stanno facendo discutere sono Serravalle e Bellavite. Il primo insegna pediatria nella scuola di osteopatia Sofi di Pisa, il secondo è in pensione dal 2017 e in passato è stato professore associato di patologia generale dell’università di Verona. Il Quotidiano Sanità scrive che ci sono state «perplessità» sulla loro nomina tra altri esperti del settore per via delle loro opinioni note sui vaccini. Il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, li ha definiti due «ultrà no vax».

Tra le altre cose Serravalle ha scritto alcuni libri con Roberto Gava, un medico radiato dall’ordine dei medici di Treviso nel 2017 per le sue posizioni contro i vaccini non sostenute da evidenze scientifiche. È anche presidente di Assis, un’associazione che si definisce di “studi e informazione sulla salute” e che sul suo sito pubblica articoli che mettono fortemente in dubbio la sicurezza dei vaccini e parlano di una loro presunta correlazione con diverse malattie (questa della correlazione con alcune gravi malattie, come l’autismo, è una vecchia tesi dell’antivaccinismo che non è mai stata dimostrata da evidenze scientifiche).

Bellavite invece tra le altre cose era stato al centro di molte polemiche quando nel 2021, durante la trasmissione diMartedì su La7, aveva detto che non c’erano molte certezze sulla relazione tra beneficio e rischio parlando dei vaccini contro il Covid-19. In quell’occasione l’università di Verona si era dissociata da Bellavite, specificando che durante l’intervista aveva citato dati non documentati e che le opinioni di Bellavite dovevano essere considerate come sue personali, e in nessun modo associate a quelle dell’ateneo.

Roberta Villa, laureata in medicina e giornalista scientifica che in passato ha fatto parte del NITAG, è stata tra le prime a commentare le loro nomine pubblicamente. Le ha definite sconvolgenti anche perché Bellavite e Serravalle sono da tempo riferimento per molte persone contrarie ai vaccini, quelle che si fanno spesso rientrare nell’etichetta di “no vax”.

Villa non ritiene che la loro nomina possa spingere il NITAG ad adottare posizioni antiscientifiche, ma secondo lei c’è il rischio che possa dare loro una nuova autorevolezza. L’importanza del NITAG comunque è stata finora tutto sommato contenuta: durante la pandemia per esempio non fu molto consultato, e in generale per adesso non ha preso decisioni rilevanti in Italia.

Villa fa anche notare che tra i nuovi componenti ci sono professionisti con competenze poco attinenti ai compiti del NITAG. Ipotizza possa trattarsi di nomine più politiche, e questo secondo lei rischierebbe di «segnare una perdita di autonomia» dell’organismo rispetto alla politica, mentre era stato dall’inizio istituito come un organismo indipendente.