Di cosa sono accusati Nordio, Piantedosi e Mantovano per il caso Almasri
E perché il tribunale dei ministri chiede che vengano rinviati a giudizio

Il tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio, e per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano riguardo al loro ruolo nella liberazione del capo della polizia libica Njeim Osama Elmasry, conosciuto come Almasri. Verrà in sostanza chiesto alla Camera se possono essere processati, e la richiesta verrà quasi certamente respinta: è molto improbabile infatti che la maggioranza di destra voti contro i membri del governo che sostiene.
Questo sviluppo era atteso, dopo l’archiviazione delle accuse contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che era a sua volta indagata insieme a Nordio, Piantedosi e Mantovano ma non è stata ritenuta responsabile delle loro decisioni (cioè di liberare Almasri e rimpatriarlo). Almasri era stato arrestato a Torino a metà gennaio, in forza di un mandato emesso dalla Corte penale internazionale che lo accusa di omicidi, torture, stupri e altri gravi crimini. Due giorni dopo il governo italiano lo aveva liberato e rimpatriato con un aereo di Stato. Le procedure seguite dal governo erano state molto irrituali, e sono al centro delle accuse a Nordio, Piantedosi e Mantovano.
Tutti e tre sono indagati per favoreggiamento personale, cioè di aver aiutato una persona accusata di crimini punibili con il carcere a sottrarsi alle indagini dell’autorità giudiziaria, comprese quelle della Corte penale internazionale, come nel caso di Almasri (la pena prevista per questo reato arriva fino a 4 anni). Nordio perché non ha dato seguito al mandato di arresto internazionale, Piantedosi perché ha firmato l’atto formale per l’espulsione di Almasri dall’Italia e Mantovano perché il rimpatrio è avvenuto con un volo del CAI, la compagnia dei servizi segreti (Mantovano è sottosegretario con delega ai servizi segreti).
Le diverse responsabilità sono alla base anche delle altre accuse nei loro confronti: Nordio è indagato anche per rifiuto di atti d’ufficio, sempre per non aver rispettato la richiesta di arresto provvisorio di Almasri; Piantedosi e Mantovano sono invece accusati in concorso di peculato, cioè di appropriazione indebita di beni pubblici di cui potevano disporre per via del loro ruolo istituzionale: anche in questo caso il motivo è il fatto di aver usato un aereo di stato per il rimpatrio.
Il tribunale dei ministri, che si sta occupando del caso, è un particolare collegio di giudici che svolge le indagini sui membri del governo quando sono accusati di reati compiuti nell’esercizio delle loro funzioni. Quando conclude le indagini, può decidere se archiviare le accuse (come successo con Meloni) o chiedere al parlamento l’autorizzazione a procedere (come ha fatto con gli altri tre membri del governo).
In questo caso se ne occuperà la Camera (perché Nordio è deputato, mentre gli altri due non sono in parlamento), e nello specifico la giunta per le autorizzazioni a procedere, che è composta da 21 deputati e dove la destra è ampiamente in maggioranza: la valutazione è insomma politica, e per questo non ci sono possibilità che la richiesta venga accolta. In teoria la giunta può respingere la richiesta o accoglierla: in quel caso autorizza la prosecuzione delle indagini contro un membro del governo, che di fatto da quel momento può essere rinviato a giudizio dal tribunale dei ministri.
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