Un vulcano sta eruttando per la prima volta dopo centinaia di anni
Si trova nella penisola della Kamchatka, nell'estremo oriente russo, e sì, c'entra anche il forte terremoto di mercoledì

Domenica nella penisola della Kamchatka ha cominciato a eruttare il vulcano Krasheninnikov, che era dormiente da centinaia di anni. La Kamchatka è una regione remota e scarsamente popolata nell’estremo oriente russo, e l’eruzione è iniziata in seguito a una serie di eventi sismici di lieve intensità che si erano ripetuti per giorni: c’entra anche il forte terremoto di mercoledì scorso con epicentro proprio al largo della penisola, che aveva provocato allerte tsunami in molti paesi del Pacifico, e che però non ha avuto conseguenze disastrose.
Il vulcano Krasheninnikov è alto 1.856 metri, si trova nella riserva naturale di Kronotsky e la sua eruzione sta formando una colonna di fumo e cenere che secondo gli scienziati del posto è alta fino a sei chilometri. Vsevolod Yakovlev, il direttore della riserva, ha spiegato che l’eruzione è cominciata domenica alle 6 del mattino ora locale (quando in Italia era sabato sera), poco dopo che una squadra di ricercatori aveva osservato gas e vapore fuoriuscire dal suo cratere.
Il personale della riserva è stato evacuato. Nell’area non ci sono città né centri abitati, motivo per cui secondo il ministero russo che si occupa delle emergenze non c’è alcun pericolo per la popolazione. L’unica allerta riguarda gli aerei che dovessero sorvolare l’area.
Secondo Olga Girina, la responsabile della squadra che si occupa della gestione delle eruzioni vulcaniche nella Kamchatcka, l’ultima volta che il Krasheninnikov aveva eruttato risale a un periodo compreso tra 400 e 600 anni fa.

Una foto aerea dell’eruzione del Krasheninnikov, 3 agosto 2025 (Artem Sheldr via AP)
Parallelamente all’eruzione, sempre domenica c’è stato un terremoto con epicentro vicino alle isole Curili, un arcipelago nell’oceano Pacifico, alcune centinaia di chilometri a sud della Kamchatka, che secondo lo US Geological Survey (l’agenzia del governo statunitense che monitora i terremoti) ha avuto magnitudo 6.8. In seguito al terremoto, il ministero russo per le emergenze ha prima diffuso e poi ritirato un’allerta per possibili tsunami per alcune province della penisola: in base alle previsioni comunque le onde anomale non avrebbero superato i 20 centimetri.
Sia l’eruzione che il terremoto di domenica sono eventi collegati al terremoto di magnitudo 8.8 di mercoledì scorso, che è stato uno dei più forti mai registrati da quando si misurano i terremoti in base all’energia liberata, e che però ha generato uno tsunami meno intenso del previsto, con danni molto limitati. In seguito al terremoto erano state diffuse allerte o avvisi per il rischio di tsunami in diverse aree del Pacifico, tra cui Hawaii, Polinesia francese, California e Cile; nel giro di poche ore aveva anche cominciato a eruttare il Klyuchevskaya Sopka, uno dei vulcani attivi più grandi dell’emisfero nord e del continente.
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