Perché stanno uscendo così tanti “legacy sequel”
Cioè film che riprendono storie di successo di molti anni prima: tra gli ultimi annunciati ci sono “Il diavolo veste Prada 2” e quello di “Sognando Beckham”

Nell’ultimo anno il cinema americano ha distribuito nel mondo almeno otto legacy sequel, cioè sequel di vecchi film arrivati almeno dieci anni dopo il precedente, ma spesso anche venti o trenta. Sono stati Final Destination: Bloodlines, 28 anni dopo, Il gladiatore 2, Beetlejuice Beetlejuice, Twisters, Un tipo imprevedibile 2, Karate Kid: Legends e So cosa hai fatto. E almeno altri due ne usciranno prima della fine dell’anno: Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo e Tron: Ares. Addirittura ne è uscito uno italiano: Un altro ferragosto.
I legacy sequel non sono effettivamente dei sequel perché non riprendono la storia poco dopo gli eventi del film precedente, ma hanno personaggi nuovi che vivono avventure autonome. Tuttavia non sono nemmeno dei remake, perché tengono presenti gli eventi dei film precedenti e quasi sempre includono i protagonisti, e quindi attori o attrici, di quelle storie. È un modo di portare avanti storie di film che furono di successo che sta soppiantando l’idea più classica di remake, perché ne ha tutti i vantaggi e nessuno degli svantaggi.
L’idea alla base dei legacy sequel è quella di attirare un pubblico nuovo, rispolverando un film sconosciuto alle nuove generazioni, e al tempo stesso attirare anche i fan storici garantendo la presenza di qualche attore dell’originale e una certa continuazione di quella storia o almeno di quello spirito. Uno dei film che più hanno contribuito alla diffusione dei legacy sequel negli ultimi anni è stato Il risveglio della forza, il nuovo film dell’universo di Guerre stellari uscito nel 2015. Era il primo dopo l’acquisizione della Lucasfilm, e quindi anche di Guerre stellari, da parte della Disney, veniva distribuito dieci anni dopo l’ultimo film della serie, La vendetta dei Sith, e prevedeva sia nuovi protagonisti giovani sia le vecchie glorie, gli uni accanto agli altri.
Non fu il primo legacy sequel ma quello che ne ha impostato le caratteristiche di successo che poi gli altri hanno imitato: il tempo passato nell’universo di finzione deve corrispondere a quello passato nel mondo reale, i personaggi dei film precedenti fanno da mentori ai nuovi personaggi, l’intreccio e i temi devono essere gli stessi del primo film e se il tema musicale era noto deve essere presente ma rielaborato in versione più sommessa.
Dal 2015 al 2024 si sono quindi fatti molti meno remake e molti più legacy sequel. Per citarne solo alcuni sono usciti Creed (parte della saga di Rocky), Independence Day: Resurgence, Blade Runner 2049, un nuovo Jumanji (senza attori originali ma ambientato nell’universo narrativo del primo), una nuova trilogia di Halloween, Glass (saga di Unbreakable), Trainspotting 2, Il principe cerca moglie 2, Zoolander 2, Doctor Sleep (legacy sequel di Shining), Matrix Resurrections (che ha introdotto in maniera massiccia l’uso di immagini dei film precedenti nel nuovo film, cosa che è diventato quasi uno standard), Space Jam: A New Legacy, Bad Boys for Life, Ghostbusters: Legacy e Top Gun: Maverick.
Al contrario il film uscito quest’anno Bridget Jones – Un amore di ragazzo non è un legacy sequel ma un normale sequel: primo perché il film precedente, Bridget Jones’s Baby, è del 2016 e poi perché non c’è nessun avvicendamento di cast, è un’altra avventura della protagonista storica.
I legacy sequel non si sono diffusi anche nella serialità televisiva. Questo perché per la natura della sua distribuzione, che non necessita di costruire un evento intorno a un’uscita, non dipende troppo da sequel o remake e si basa spesso su storie originali o adattamenti di romanzi non per forza molto noti. Tuttavia la terza stagione di Twin Peaks, arrivata 26 anni dopo la fine della seconda, e And Just Like That… (serie legacy sequel di Sex and the City) sono due esempi.
Il primissimo legacy sequel fu Il colore dei soldi nel 1986, che portava avanti la storia del film Lo spaccone del 1961 con lo stesso protagonista, Paul Newman, affiancato a un nuovo personaggio a cui faceva da mentore, interpretato da Tom Cruise. Allo stesso modo nel 1990 Jack Nicholson prese parte a Il grande inganno, che seguiva direttamente il film di sedici anni precedente Chinatown. La differenza rispetto a oggi è che all’epoca le distribuzioni e le promozioni dei film non erano attrezzate per valorizzare o massimizzare l’idea di un legacy sequel, e quindi gli incassi non furono straordinari.
Invece almeno dall’inizio degli anni Duemila e dal successo di Il Signore degli Anelli, della saga di Harry Potter e della nuova trilogia di Guerre stellari (tutte iniziate più o meno nello stesso periodo), il business del cinema americano è strutturato per valorizzare le saghe, i sequel e i remake e quindi è più incline a produrne.
Per come funziona la promozione oggi si può iniziare a parlare di un film già un anno prima dell’uscita, annunciandone anche solo l’esistenza. Perché un simile annuncio si faccia notare e faccia parlare di sé occorre che già il titolo, da solo, sia in grado di attirare interesse, dunque deve essere noto o appartenere a un universo narrativo di successo. Poi si passa ad annunciare registi o attori, che personaggi interpretano, si pubblica l’immagine del poster (o del teaser poster, cioè del poster provvisorio usato solo per questa fase molto preliminare). Poi foto dal set, notizie sulla trama e via dicendo vengono rilasciate lentamente fino al momento dell’uscita per creare aspettativa e l’attesa di un evento. La riuscita di questa operazione è ciò che oggi garantisce più di ogni altra cosa un buon incasso.
Riuscire a fare questo senza avere un titolo noto o almeno un marchio noto (come avvenne per il film su Barbie) è molto complicato. Serve che qualcuno tra gli attori o il regista abbia fatto di sé stesso un marchio. In questo momento forse solo Quentin Tarantino e Christopher Nolan ci sono riusciti e possono girare film originali la cui promozione inizia col solo annuncio di un loro nuovo film. Un legacy sequel ha sia un marchio (quello del film originale) che la presenza di volti noti a esso legati. Per questo la produzione di Il diavolo veste Prada 2 ha atteso di avere conferma del ritorno del cast principale, cioè Anne Hathaway, Meryl Streep, Emily Blunt e Stanley Tucci, per annunciare il progetto un mese fa. Al contrario l’annuncio che è in lavorazione un legacy sequel di Sognando Beckham, ma ancora senza nessuna conferma del ritorno del cast originale, non ha attirato la stessa attenzione.



