Per i Fantastici Quattro è la volta buona
Dopo una lunga storia di produzioni sfortunate sul gruppo di supereroi Marvel, è finalmente uscito un film che sembra riuscito

Quello che esce nei cinema di tutto il mondo questa settimana è il quarto tentativo di fare un film sui Fantastici Quattro, gruppo di supereroi dei fumetti Marvel che a differenza di molti altri personaggi della casa editrice non ha mai funzionato nei suoi adattamenti. Sia la prima versione animata del 1968 che la seconda, di dieci anni successiva, non ebbero un successo paragonabile a quelle prodotte più o meno negli stessi anni su personaggi come l’Uomo Ragno o Iron Man. Quando la Marvel cominciò a fare film ispirati ai propri fumetti, alcuni decenni più tardi, i Fantastici Quattro furono al centro di produzioni sfortunatissime e piene di problemi.
Con I Fantastici Quattro – Gli inizi per la prima volta è direttamente la Marvel (attraverso i Marvel Studios) a occuparsi della trasposizione. E nonostante da qualche anno i film di supereroi non siano più garanzia di incasso come lo erano stati negli anni Dieci e sembrano in crisi, questo film sembra essere il primo che, fin dai trailer, dalla presentazione delle prime immagini e dalle scelte degli attori, non viene criticato. I nomi più noti tra i protagonisti sono Pedro Pascal, diventato negli anni uno degli attori più amati di Hollywood, e Vanessa Kirby, diventata famosa con la prima stagione di The Crown ma poi presente anche in Mission: Impossible. Il tono e l’aspetto di tutto il film è ispirato agli anni ’60, quelli in cui i personaggi furono inventati da Stan Lee e Jack Kirby.
Il fatto che a realizzare il film sia la casa editrice che ha creato i personaggi è una novità perché in passato la Marvel non curava gli adattamenti dei suoi personaggi: dava in concessione quel diritto a produttori esterni, spesso diversi, con contratti non sempre convenienti per la Marvel stessa. È stato così dagli anni ’70 fino a parte dei Duemila, e accadeva perché la Marvel non aveva idea di come trasporre quegli eroi in un film, di come farne qualcosa di accettabile o anche solo redditizio. Per questa ragione nel 1986 i diritti per un film sui Fantastici Quattro furono ceduti temporaneamente al produttore tedesco Bernd Eichinger della Constantin Film. Secondo il contratto, se non avesse girato un film entro la fine del 1992 i diritti sarebbero tornati alla Marvel. Arrivato all’inizio di quell’anno senza essere riuscito a fare il film e non volendo perdere i soldi spesi per i diritti, Eichinger contattò Roger Corman, considerato già allora un produttore “re dei film di serie B” americani, specializzato in produzioni svelte ed economiche, spesso redditizie. Mai di prestigio.
Un anno per realizzare un film di supereroi e con un budget di un solo milione di dollari (negli stessi anni il film su Batman di Tim Burton ne costò 48) era però pochissimo anche per uno come Corman. Furono assunti attori poco famosi, un regista sconosciuto e uno sceneggiatore ugualmente poco noto. Il film fu fatto in tempi strettissimi, solo 21 giorni per le riprese, quando di solito il minimo è considerato un paio di mesi. Gli effetti speciali erano molto poveri, il più costoso fu la testa di Cosa, un personaggio fatto di roccia, che era in animatronic: cioè muoveva occhi e labbra elettronicamente, comandati da remoto. La stessa tecnologia usata per i film sulle Tartarughe Ninja. Una volta finito il film non fu mai distribuito, senza fornire motivazioni. La ragione più accreditata è che da contratto Eichinger fosse obbligato a fare un film per tenere i diritti, ma non dovesse per forza distribuirlo, cosa che implica un costo aggiuntivo che non conviene sostenere se si pensa che andrà male.
Che l’operazione non fosse delle migliori lo avevano capito anche alla Marvel. Stan Lee, creatore di quasi tutti i personaggi della casa editrice, contestò il film al Comic-Con prima ancora che fosse terminata la produzione e l’allora capo della Marvel Entertainment, Avi Arad, dopo averlo visto sostenne di aver ordinato di bruciarne l’ultima copia esistente, imbarazzato per il fatto che la casa editrice fosse associata a un’operazione a così basso budget. A oggi di quel film gli unici materiali ufficiali che esistono sono quelli promozionali, cioè le foto di scena e il trailer.
Eichinger riuscì però a prolungare il suo accordo per i diritti e poi a produrre un altro film sui Fantastici Quattro nel 2005, questa volta con la 20th Century Fox e la Marvel dietro (ma non ancora come produttori veri e propri, come capiterà dopo). Quindi con più budget e un approccio più studiato. All’inizio degli anni Duemila infatti film come X-Men di Bryan Singer e Spider-Man di Sam Raimi avevano mostrato un modo diverso di fare film su personaggi dei fumetti usando gli effetti visivi digitali e uno stile meno bambinesco. Per la sceneggiatura furono assunti Mark Frost (co-creatore di I segreti di Twin Peaks) e Michael France (sceneggiatore di GoldenEye, il film di 007 più importante di quegli anni). Tra gli attori c’erano Jessica Alba, già nota, e Chris Evans che poi sarebbe diventato molto più famoso interpretando un altro personaggio della Marvel, Captain America.
Quella versione non fu certo amata ma nemmeno un insuccesso, e la crescente popolarità di film di supereroi spinse la 20th Century Fox a fare anche un sequel, I Fantastici Quattro e Silver Surfer, che invece è considerato brutto dagli appassionati.
A partire dal 2008, con Iron Man, la Marvel creò una divisione che potesse produrre in prima persona gli adattamenti dei suoi personaggi e iniziò il suo ambizioso progetto di una serie di film che appartenessero a un medesimo universo narrativo, tutti collegati. O almeno tutti quelli dei quali non avevano dato via i diritti di adattamento. I Fantastici Quattro, come gli X-Men e l’Uomo Ragno, sono stati fino a pochi anni fa gli unici personaggi di quel mondo narrativo a non poter entrare nelle grandi saghe che la Marvel aveva imbastito. Solo ora, in modi diversi e con questioni contrattuali diverse, stanno tornando a essere gestiti dalla casa madre.
Prima che tornassero alla Marvel però ci fu nel 2015 un ultimo tentativo della 20th Century Fox di fare un film dei Fantastici Quattro, stavolta senza Bernd Eichinger (morto nel 2011). Si intitola Fantastic 4 – I Fantastici Quattro e fu la produzione più sfortunata di tutte. Per la regia fu scelto Josh Trank, regista molto promettente che aveva diretto Chronicle, un film con una storia originale e un tono serio e adulto che girava intorno a ragazzi e superpoteri. La sua idea era di fare I Fantastici Quattro come fosse un film di David Cronenberg (regista di La mosca e di film spesso sottilmente inquietanti) o comunque più vicino ai film di Batman di Christopher Nolan, meno spensierati e pieni di colori scuri e temi ponderosi.
Il contrasto di Trank con la produzione e con lo sceneggiatore del film, entrambi più inclini a farne un film leggero, portò a grandi problemi di comunicazione e a una lavorazione nervosa sul set. Si rifiutò di girare scene che avrebbero aiutato ad alleggerire, fece resistenza agli interventi dello studio e si chiuse addirittura in una tenda sul set per non far vedere a nessuno le scene girate. Trank fu anche accusato di aver danneggiato la casa in cui risiedeva in affitto a spese della produzione e ci furono molti dissapori con gli attori, fino a che la 20th Century Fox non si riprese il film, levando il controllo al regista, e lo finì. Furono aggiunte scene per dare un senso alla trama e usate controfigure al posto degli attori che non erano più disponibili, cercando di modificare così tanto il film che Trank lo disconobbe. Il risultato fu un film confuso e senza personalità che andò malissimo.
Adesso l’entusiasmo è dato dal fatto che finalmente dei personaggi che sui fumetti hanno una grandissima dignità (sono tra i primi e più importanti creati dalla Marvel) potranno essere maneggiati dalla società che li ha creati, e contribuisce a creare attesa per il film. Questo nonostante come già detto la Marvel non sia più, nella percezione dei fan, “una garanzia” quando si tratta di fare film.



