La BCE ha tenuto invariati i tassi di interesse, dopo averli ridotti per otto volte consecutive: c’entrano i dazi

La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di mantenere i tassi di interesse fra il 2 e il 2,4 per cento, lo stesso livello stabilito all’inizio di giugno, interrompendo quindi una lunga serie di riduzioni consecutive. I tassi di interesse sono il principale strumento con cui le banche centrali possono intervenire sull’andamento dei prezzi per provare a tenerlo sotto controllo: tra le altre cose, influenzano i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese. La BCE ha spiegato che la decisione di mantenerli invariati è dovuta all’incertezza attorno ai dazi minacciati da Donald Trump.
Solitamente le banche centrali aumentano i tassi di interesse per limitare la crescita dei prezzi (cioè l’inflazione), e li abbassano quando invece l’inflazione non è considerata un problema o l’economia è stagnante. Al momento l’inflazione è al 2 per cento su base annua, un livello che rispecchia gli obiettivi della BCE ed è considerato adeguato per un’economia in buono stato.


