La BCE ha tenuto invariati i tassi di interesse, dopo averli ridotti per otto volte consecutive: c’entrano i dazi

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, presenta la decisione ai giornalisti, il 24 luglio
Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, presenta la decisione ai giornalisti, il 24 luglio (AP Photo/Michael Probst)

La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di mantenere i tassi di interesse fra il 2 e il 2,4 per cento, lo stesso livello stabilito all’inizio di giugno, interrompendo quindi una lunga serie di riduzioni consecutive. I tassi di interesse sono il principale strumento con cui le banche centrali possono intervenire sull’andamento dei prezzi per provare a tenerlo sotto controllo: tra le altre cose, influenzano i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese. La BCE ha spiegato che la decisione di mantenerli invariati è dovuta all’incertezza attorno ai dazi minacciati da Donald Trump.

Solitamente le banche centrali aumentano i tassi di interesse per limitare la crescita dei prezzi (cioè l’inflazione), e li abbassano quando invece l’inflazione non è considerata un problema o l’economia è stagnante. Al momento l’inflazione è al 2 per cento su base annua, un livello che rispecchia gli obiettivi della BCE ed è considerato adeguato per un’economia in buono stato.