A giugno la Cina è tornata a esportare terre rare negli Stati Uniti, dopo il blocco deciso in risposta ai dazi di Trump

(AP Photo/Damian Dovarganes)
(AP Photo/Damian Dovarganes)

A giugno sono tornate a crescere le vendite agli Stati Uniti delle terre rare provenienti dalla Cina. L’espressione fa riferimento a un gruppo di 17 metalli essenziali per tantissime produzioni industriali e di cui la Cina ha sostanzialmente il monopolio. Insieme ai magneti sono essenziali per la produzione di chip, di prodotti elettronici, delle auto e degli aerei da combattimento, tra le altre cose. Secondo i dati della dogana cinese, che vanno sempre presi con le dovute cautele, le esportazioni di terre rare sono aumentate del 60 per cento, e quelle dei relativi magneti del 660 per cento. Sono dati impressionanti, che si spiegano col fatto che nei mesi precedenti la Cina ne aveva ridotto moltissimo l’esportazione in tutto il mondo, in risposta ai dazi imposti dal presidente statunitensi Donald Trump sulle merci cinesi.

Il calo delle esportazioni stava creando molti problemi perché senza terre rare le produzioni si fermano e l’industria globale rischia di entrare in crisi. A giugno Trump aveva detto di aver trovato un accordo commerciale con la Cina, che però lo aveva solo parzialmente confermato definendolo un passaggio di una trattativa più ampia. Non era chiaro quindi se le esportazioni sarebbero riprese, e molti continuavano a segnalare problemi. Dai dati di giugno sembrerebbe sia tutto ripartito.