Un nuovo rapporto statunitense dice che i bombardamenti di giugno hanno gravemente danneggiato il sito nucleare iraniano di Fordo

Il sito nucleare iraniano di Fordo prima dei bombardamenti statunitensi di fine giugno (Planet Labs PBC via REUTERS)
Il sito nucleare iraniano di Fordo prima dei bombardamenti statunitensi di fine giugno (Planet Labs PBC via REUTERS)

Un nuovo rapporto dell’intelligence statunitense ha concluso che il sito nucleare iraniano di Fordo è stato gravemente danneggiato e potenzialmente distrutto dai bombardamenti statunitensi di fine giugno, mentre gli altri due siti colpiti, a Isfahan e Natanz, hanno riportato danni meno gravi. Secondo il rapporto è probabile che i bombardamenti abbiano ridotto le capacità dell’Iran di produrre un’arma atomica, riportando il suo programma atomico indietro di anni. Sulla portata effettiva dei danni e sulle loro conseguenze sul programma nucleare rimangono comunque molti dubbi.

Subito dopo i bombardamenti il presidente Donald Trump e vari membri della sua amministrazione avevano fatto dichiarazioni di propaganda, dicendo per esempio che le capacità nucleari dell’Iran erano state «completamente annientate». Sulla questione erano stati poi pubblicati diversi rapporti dall’intelligence statunitense e israeliana e dall’agenzia dell’ONU per l’energia atomica (AIEA), che contengono informazioni anche contraddittorie. L’Iran invece è stato molto riservato al riguardo.

Non è quindi ancora chiaro quindi in quanto tempo l’Iran riuscirebbe a riavviare il proprio programma nucleare, se lo volesse, e quanto esattamente questo sia stato rallentato. Secondo molti esperti, i bombardamenti hanno danneggiato in modo rilevante le sue capacità nucleari ma senza eliminare del tutto il suo programma nucleare, come avrebbero voluto gli Stati Uniti e Israele.

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