L’Unione Europea ha imposto nuove sanzioni contro la Russia, dopo che la Slovacchia ha ritirato il suo veto

I paesi dell’Unione Europea si sono accordati per imporre il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. La loro adozione era stata bloccata nei giorni scorsi dalla Slovacchia, che voleva alcune concessioni a proposito del piano dell’Unione di ridurre le importazioni di gas russo, da cui la Slovacchia al momento dipende. Anche se il piano sul gas non faceva parte del pacchetto di sanzioni, l’Unione ha offerto alcune garanzie alla Slovacchia, che così ha ritirato il suo veto.
Le sanzioni devono ancora essere approvate dai ministri europei in una riunione venerdì pomeriggio: è un passaggio formale. Prevedono fra le altre cose limitazioni agli affari di raffinerie e banche in India e Cina che lavorano con la Russia e contro la flotta di petroliere clandestine usate dalla Russia per trasportare il proprio petrolio aggirando le sanzioni, e un abbassamento del tetto a cui le aziende petrolifere possono acquistare petrolio dalla Russia per esportarlo in paesi terzi. Questo tetto, imposto anche da tutti i paesi del G7, è stato portato da 60 dollari per barile a 47,6 dollari per barile, cioè il 15 per cento al di sotto del valore di mercato (il barile è l’unità di misura usata internazionalmente nell’industria petrolifera, ed equivale a circa 150 litri), e potrà variare al variare del prezzo del petrolio.
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