È stata approvata l’AIA dell’ex ILVA di Taranto, un documento decisivo per il futuro dell’impianto industriale

L'ex ILVA vista dai tetti del quartiere Tamburi, il 23 settembre 2013 (ANSA/CIRO FUSCO)
L'ex ILVA vista dai tetti del quartiere Tamburi, il 23 settembre 2013 (ANSA/CIRO FUSCO)

Giovedì è stata approvata l’“Autorizzazione integrata ambientale” (AIA) per l’ex ILVA di Taranto, ovvero le indicazioni che chiunque gestirà l’impianto in futuro dovrà seguire per ridurne l’impatto ambientale e tutelare la salute di chi ci vive vicino. È un passaggio importante: l’ex ILVA è il più grande impianto siderurgico d’Europa tra quelli ancora alimentati a carbone, ha una storia complicata e il governo sta cercando di venderlo da mesi. Siccome contiene delle condizioni che l’eventuale acquirente dovrà rispettare obbligatoriamente, l’AIA è in qualche modo anche un indicatore di quanto sarà difficile vendere l’impianto.

L’AIA è stata approvata al termine di un lavoro preliminare di una commissione nominata del ministero dell’Ambiente, depositato in un documento – il “Parere istruttorio conclusivo” (PIC) – che è lungo oltre 400 pagine, contiene 472 prescrizioni e integra e sostituisce 33 provvedimenti governativi che dal 2011 sono serviti per specifici interventi di salvaguardia dell’ambiente: cose come la copertura dei depositi di minerale ferroso per evitare la diffusione di polveri, la copertura dei nastri trasportatori, la gestione delle acque di scarico.

Gli enti territoriali coinvolti nelle decisioni che riguardano l’ex ILVA, cioè la regione Puglia, la provincia e il comune di Taranto e il comune di Statte, erano contrari alla formulazione dell’AIA per come era stata depositata nel PIC (il Parere istruttorio conclusivo che il Post aveva potuto visionare sebbene fosse riservato), ma il ministero ne ha ignorato i pareri.

– Leggi anche: La nuova AIA dell’ex ILVA, spiegata nel dettaglio

La precedente AIA dell’ex ILVA di Taranto risale al 2011 ed era scaduta da due anni, perciò andava rinnovata: il PIC è stato approvato dalla conferenza dei servizi del ministero dell’Ambiente, uno strumento con cui si adottano decisioni su questioni complesse che coinvolgono diverse amministrazioni pubbliche.