Nel campo di cricket più importante al mondo si gioca in discesa
O in salita, a seconda dei punti di vista

Da giugno la Nazionale indiana di cricket è nel Regno Unito per affrontare la Nazionale inglese in cinque “test match”, cioè partite tra Nazionali che seguono il formato tradizionale del cricket (quelle che possono durare fino a cinque giorni). Dato il grande seguito che il cricket ha in India e Inghilterra, le partite tra queste due Nazionali sono molto sentite. La terza, in particolare, si è giocata dal 10 al 14 luglio al Lord’s Cricket Ground di Londra. Il Lord’s – così è chiamato più spesso – è il campo di cricket più famoso al mondo, ma è anche uno dei più strani, dato che ha un dislivello di circa due metri e mezzo che condiziona notevolmente le partite che vi si giocano.
Costruito nel 1814, il Lord’s è da sempre proprietà del Marylebone Cricket Club, che prende il nome dal quartiere londinese di Marylebone e che dal 1788 al 1989 fu anche l’organo direttivo internazionale del cricket. Il Lord’s ha ospitato più volte la Coppa del Mondo di cricket e ancora oggi è sede della federazione nazionale di cricket di Galles e Inghilterra. Fu tra l’altro al Lord’s che nel 2003 fu decisa la nascita del T20, una versione più breve rispetto al cricket tradizionale, che negli ultimi vent’anni è diventata sempre più popolare.
Ma tra gli appassionati il campo è noto soprattutto per il suo peculiare dislivello, dovuto principalmente alla zona dove fu costruito: una piccola altura della città di Londra che i costruttori non riuscirono a livellare bene. Il dislivello attraversa il campo in diagonale: se un giocatore è rivolto verso il Nursery End (uno dei due lati corti del Lord’s) il terreno davanti a lui pende verso sinistra ed è leggermente in discesa. Al contrario, se si guarda verso il cosiddetto Pavilion End, l’altro lato corto, il campo è un po’ in salita, sempre da destra verso sinistra.
La percezione del dislivello – evidente soprattutto dagli spalti – influenza molto il modo di giocare: in genere al Lord’s sono avvantaggiati i lanciatori, mentre i battitori (specie quelli che non ci hanno mai giocato) possono andare in grande difficoltà.
In una partita di cricket le due squadre si alternano tra turni di battuta e turni di lancio e ricezione. La squadra al turno di battuta va in campo con due battitori che si posizionano uno di fronte all’altro nel segmento centrale di campo, le cui estremità sono delimitate da due wicket, delle strutture in legno a forma di “M”. Uno dopo l’altro i due battitori in campo devono evitare che i lanciatori avversari prendano con la pallina il wicket alle loro spalle, in modo da non essere eliminati.

Il battitore inglese Joe Root con dietro il caratteristico wicket, 10 luglio 2025 (Clive Mason/Getty Images)
Quando colpiscono la pallina i battitori si scambiano di posto, realizzando così una “corsa” (run), ovvero un punto. Se la palla esce del campo dopo aver rimbalzato, si fanno quattro punti; se esce dal campo senza rimbalzare, se ne fanno sei. Se valutano che il tiro del lanciatore non prenderà il wicket i battitori possono anche scegliere di non colpire la palla, facendo così “sprecare” un tiro alla squadra avversaria (ogni lanciatore ha sei tiri per turno). L’obiettivo della squadra che non batte è quindi quello di “eliminare” i giocatori avversari e passare così al turno di battuta.
In questo contesto i lanciatori devono tirare la palla nel modo più veloce e insidioso possibile. Un bel tiro permette infatti di facilitare il lavoro dei fielder, ovvero i compagni di squadra del lanciatore, che sono sparsi per il resto campo: anche loro possono eliminare il battitore, prendendo le palline battute al volo o colpendo i wicket prima che lo scambio di posizione tra battitori sia avvenuto.
E qui entra in gioco il dislivello del Lord’s: i lanciatori possono scegliere da che lato tirare e quindi la pendenza rappresenta per loro un grande vantaggio. E dato che spesso i lanciatori fanno rimbalzare la palla nel mezzo del tiro, la pendenza li aiuta anche a creare traiettorie più imprevedibili.
Un lanciatore destro, per esempio, preferisce in genere tirare dal Pavillon End, con il campo in leggera discesa. In questo caso il lanciatore può far rimbalzare la palla per farla curvare verso il corpo del battitore, che avendo la palla molto vicina a sé fatica a colpirla e rischia di essere colpito su una gamba (e quindi eliminato).

Il lanciatore indiano Jasprit Bumrah l’11 luglio 2025 durante Inghilterra-India (Stu Forster/Getty Images)
Di conseguenza, quando si gioca al Lord’s sono spesso i battitori ad avere la peggio. E siccome sono loro a segnare i punti, al Lord’s si segna meno che altrove: è successo anche nella prima giornata di India-Inghilterra, quando per 25 minuti gli inglesi non hanno fatto nemmeno un punto, una cosa piuttosto inconsueta.
Ma secondo James Taylor, ex battitore della Nazionale inglese, al Lord’s un battitore esperto può diventare pericoloso: se trova gli angoli giusti per battere, può diventare molto difficile per i fielder recuperare la palla prima che raggiunga il bordo, dato che in pendenza scorre più velocemente.
Al contrario, un lanciatore inesperto può incontrare diverse difficoltà al Lord’s: secondo l’ex lanciatore inglese Angus Fraser – che su quel campo ha giocato 96 volte – un lanciatore che non ha familiarità con il Lord’s rischia, tra le altre cose, di perdere l’equilibrio durante la rincorsa o di sottovalutare l’influenza della pendenza sui suoi tiri.
E proprio la recente partita giocata al Lord’s ha mostrato quanto può essere determinante la pendenza del campo: l’Inghilterra ha vinto anche grazie al pendio, che il lanciatore inglese Jofra Archer ha sfruttato per eliminare il battitore indiano Rishabh Pant con un colpo imprevedibile.
La pendenza, comunque, non crea difficoltà solo ai giocatori. In caso di pioggia l’acqua tende a scorrere verso la parte più bassa del campo e ad accumularsi lì. Fino agli inizi degli anni Duemila, quando è stato costruito un sistema di drenaggio più efficiente, la pioggia finiva persino per allagare parte del campo.
Ciononostante il Marylebone Cricket Club non ha mai davvero preso in considerazione l’idea di livellare il Lord’s: in parte per le grandi difficoltà tecniche che comporterebbe, in parte perché il club – che negli anni si è comunque ammodernato molto – vuole preservare alcuni aspetti tradizionali del campo, come la pendenza stessa o il Pavillon, un grande padiglione costruito alla fine dell’Ottocento su uno dei lati corti del campo.



