Il ministero della Cultura ha revocato 66 milioni di euro precedentemente concessi col tax credit a varie produzioni cinematografiche

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Il ministero della Cultura ha revocato 66 milioni di euro precedentemente concessi a diverse produzioni cinematografiche per mezzo del tax credit, lo sgravio fiscale che lo Stato concede per la realizzazione di un film. Da settimane quest’agevolazione è al centro di controlli e scrutini a seguito del caso di Francis Kaufmann, l’uomo indagato per il duplice omicidio di Villa Pamphili che (si è saputo durante le indagini) aveva beneficiato del tax credit, secondo il sito d’informazione Open facendone richiesta con documenti falsi e identità fittizie per un film che non sarebbe poi mai stato realizzato.

Non si sa molto su quali siano esattamente le produzioni cinematografiche a cui sono stati revocati i fondi: secondo quanto scrivono alcuni giornali, una parte consistente (non è chiaro quanto) dei fondi sarebbero stati revocati alla Sipario Movies, la società del produttore cinematografico Andrea Iervolino. Sempre secondo Open, che ha raccontato per primo questa storia e che ha visto parte della documentazione sul caso, la Sipario Movies avrebbe ottenuto quei fondi in maniera illecita, manipolando le voci di spesa per farle risultare maggiori di quanto realmente fossero, e lo avrebbe fatto anche attraverso una serie di società minori che controllava. La Sipario risulta attualmente in liquidazione, non è chiaro quindi se e come lo Stato potrà recuperare quei soldi.

La revoca dei finanziamenti è stata decisa da Nicola Borrelli, l’importante dirigente del ministero che si è dimesso pochi giorni fa proprio a seguito del caso di Kaufmann. Il tax credit era stato già in passato oggetto di critiche: pur avendo indubbiamente aiutato il settore del cinema, c’è chi lo critica ritenendolo un modo per regalare soldi dello stato a chiunque dica di voler fare dei film. Lo scandalo suscitato dalla scoperta che una persona sospettata di omicidio abbia beneficiato di un’agevolazione fiscale, magari anche truffando lo Stato italiano, ha dato nuovi argomenti a chi si oppone a questo strumento.