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  • Martedì 15 luglio 2025

Israele ha bombardato le forze di sicurezza siriane nel sud della Siria

Per proteggere i drusi, ma soprattutto per evitare che i militari si avvicinino troppo ai suoi confini

Forze di sicurezza siriane entrano a Suwayda, 15 luglio 2025
Forze di sicurezza siriane entrano a Suwayda, 15 luglio 2025 (Xinhua via ZUMA Press)
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Martedì mattina Israele ha bombardato le forze di sicurezza siriane intervenute nella città di Suwayda, nel sud della Siria, dove da giorni sono in corso scontri tra la comunità drusa e quella sunnita beduina. È la prima volta che Israele bombarda direttamente le forze siriane da quando, a dicembre, una rivolta armata pose fine alla dittatura di Bashar al Assad.

Il bombardamento israeliano di martedì aveva due obiettivi: proteggere la comunità drusa, a cui Israele è molto vicino, ed evitare che le forze di sicurezza siriane – di cui il governo israeliano non si fida – si avvicinino troppo ai suoi confini. Secondo l’Osserivatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede nel Regno Unito che segue da anni quello che succede nel paese ed è ritenuta affidabile, finora negli scontri tra drusi e beduini sono state uccise 116 persone.

I drusi sono una minoranza religiosa non musulmana che accoglie nella propria dottrina elementi dell’islam, dell’ebraismo, dell’induismo e del cristianesimo. In Siria ci sono circa 500mila drusi, concentrati soprattutto nella regione di Suwayda. I beduini sono invece una tribù nomade, che pratica l’Islam sunnita (la religione prevalente in Siria, la stessa dei gruppi attualmente al governo), presente in diversi paesi del Nordafrica e della penisola araba.

Gli scontri sono cominciati venerdì quando un mercante druso era stato derubato e rapito da un gruppo di beduini che aveva messo un posto di blocco non lontano da Suwayda. Nei giorni successivi c’è stato un susseguirsi di scontri e rapimenti tra le due comunità: le milizie druse hanno attaccato il quartiere di al Maqwas, abitato dai beduini, mentre i beduini hanno attaccato vari piccoli centri drusi fuori città.

Un bombardamento israeliano su Suwayda, 15 luglio 2025

Un bombardamento israeliano su Suwayda, 15 luglio 2025 (Munther Al-Shofi/Xinhua via ZUMA Press)

Lunedì sono intervenute le forze di sicurezza siriane: è stato percepito soprattutto come un modo per aiutare i gruppi beduini, anche perché i drusi nella regione hanno sempre avuto molta autonomia, e come un’ingerenza esterna da parte del governo centrale. Non è chiaro però se si siano davvero schierate a favore dei beduini, anche perché le forze di sicurezza siriane sono composte da un insieme di gruppi armati non sempre coordinati e gestiti dal governo centrale.

In ogni caso martedì mattina Israele ha bombardato la zona di Suwayda con l’intento di dissuadere le forze siriane da possibili attacchi contro i drusi.

In Israele c’è una comunità drusa abbastanza numerosa, e i drusi sono considerati dal governo come l’etnia più vicina e fedele dopo quella ebraica. Molti drusi israeliani, per esempio, fanno carriera nell’esercito. La comunità drusa siriana è diversa da quella israeliana, e non è chiaro quanto apprezzi l’intervento di Israele. Al tempo stesso però i drusi siriani hanno sempre mantenuto, anche sotto la dittatura di Assad, una grande autonomia nelle regioni che abitano: ora temono che il nuovo governo del presidente ad interim Ahmad al Sharaa, del gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham, possa togliergliela. Al Sharaa ha detto in più occasioni di voler essere garante delle minoranze del paese, tra cui quella drusa.

Un carro armato delle forze di sicurezza siriane distrutto dai bombardamenti israeliani

Un carro armato delle forze di sicurezza siriane distrutto dai bombardamenti israeliani (EPA/MOHAMMED AL RIFAI)

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che il bombardamento fosse volto anche a «garantire la demilitarizzazione dell’area vicina al nostro confine con la Siria». In realtà il confine tra la Siria e Israele si trova a decine di chilometri da Suwayda, ma a febbraio Israele aveva imposto unilateralmente la demilitarizzazione di tutta l’area «a sud di Damasco», senza l’assenso del nuovo governo siriano, sostenendo che si trattasse di una questione di sicurezza nazionale.

Israele vuole evitare che le forze di sicurezza del governo siriano entrino nel sud del paese in parte per proteggere i drusi, e in parte per impedire assembramenti di truppe in una zona che reputa sensibile ed esposta. Dal 1967 Israele occupa le alture del Golan, un territorio che secondo la comunità internazionale appartiene alla Siria. Negli scorsi mesi, approfittando del vuoto di potere, l’esercito israeliano è avanzato in Siria e ha occupato nuovi territori, sempre nel Golan.

Martedì mattina il ministero della Difesa siriano ha annunciato un cessate il fuoco dicendo che era stato trovato un accordo tra i rappresentanti di drusi e beduini. Alcuni leader delle comunità druse, però, hanno esortato a continuare i combattimenti.