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  • Lunedì 14 luglio 2025

Un altro attacco di coloni israeliani in Cisgiordania

Due uomini palestinesi, uno con cittadinanza statunitense, sono stati uccisi: è probabile che anche questa volta le violenze resteranno impunite

Il funerale di Sayfollah Musallet e Hussein al Shalabi (AP Photo/Leo Correa)
Il funerale di Sayfollah Musallet e Hussein al Shalabi (AP Photo/Leo Correa)
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Domenica centinaia di palestinesi hanno partecipato al funerale di due uomini uccisi venerdì da coloni israeliani a al Mazra’a Ash-Sharqiya, 20 chilometri a nord di Ramallah, in Cisgiordania: Sayfollah Musallet è stato picchiato a morte, Hussein al Shalabi è stato ucciso da un colpo di pistola al petto. Il caso sta ottenendo più attenzioni di altri perché uno dei due uomini, Sayfollah Musallet, era statunitense: aveva 2o anni, era nato e viveva in Florida ed era tornato in Cisgiordania da un mese per passare del tempo con la madre durante l’estate.

Le violenze da parte dei coloni israeliani contro i palestinesi della Cisgiordania sono diventate più frequenti negli ultimi due anni. Le Nazioni Unite ne hanno registrate oltre 2.000 solo negli ultimi 18 mesi.

Durante i funerali la famiglia di Musallet e molti dei presenti hanno espresso la loro frustrazione per l’ennesimo episodio di violenza che ritengono destinato a restare impunito, come molte altre aggressioni compiute da coloni israeliani in Cisgiordania. Hanno chiesto ai rappresentanti diplomatici statunitensi e all’amministrazione di Donald Trump di attivarsi per perseguire i colpevoli: è difficile però che il governo americano decida di intervenire, visti i buoni rapporti tra Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Sull’uccisione di Musallet e al Shalabi l’esercito israeliano ha detto di aver aperto un’inchiesta: in decine di casi simili a queste dichiarazioni non è seguita però nessuna vera indagine e tanto meno nessun processo.

La Cisgiordania è un territorio che secondo la comunità internazionale appartiene ai palestinesi, ma che da decenni Israele occupa illegalmente. Lo fa anche autorizzando l’insediamento di decine di colonie di israeliani. Attualmente i coloni sono circa 700mila e una parte di loro organizza regolarmente incursioni nelle zone abitate dai palestinesi (che sono circa 3 milioni e vivono in condizioni in continuo peggioramento). Nella maggior parte dei casi l’esercito israeliano interviene a difesa dei coloni, e spesso vengono uccisi palestinesi negli scontri.

Il funerale di al Mazra’a Ash-Sharqiya, domenica 13 luglio (AP Photo/Leo Correa)

Venerdì Musallet e al Shalabi stavano partecipando a una marcia di protesta in alcuni campi agricoli di al Mazra’a Ash-Sharqiya, dove c’era stato un attacco di coloni nelle settimane precedenti. A un certo punto è arrivato un gruppo di coloni israeliani. Le ricostruzioni su cosa sia accaduto dopo non sono chiare, ma si sa che ci sono stati scontri, alcune case di proprietà dei palestinesi sono state distrutte e i due uomini palestinesi sono stati uccisi.

Secondo quanto raccontato dalla famiglia di Musallet, Sayfollah è stato circondato da un gruppo di coloni che lo ha picchiato a lungo, impedendo anche ai mezzi di soccorso di raggiungerlo e soccorrerlo. Solo dopo tre ore il fratello è riuscito a portarlo verso un’ambulanza, quando però ormai era troppo tardi. Al Shalabi, 23 anni, è stato invece trovato ore dopo colpito al petto da un proiettile e con segni di un pestaggio.

Parenti e amici nel cimitero dove sono stati seppelliti i due uomini uccisi (AP Photo/Leo Correa)

Come detto, gli attacchi dei coloni ai residenti palestinesi sono diventati ancora più frequenti dopo l’inizio della guerra a Gaza: in situazioni simili a quella di venerdì in Cisgiordania sono morti altri 11 palestinesi da gennaio del 2024, mentre 622 persone sono invece state uccise dall’esercito israeliano. Negli ultimi anni sono state uccise anche altre tre persone palestinesi con cittadinanza statunitense: la giornalista Shireen Abu Akleh, il 14enne Omar Mohammad Rabea e l’attivista turco-statunitense Aysenur Ezgi Eygi. Al momento in nessuno di questi casi, che hanno coinvolto esercito o coloni israeliani, i responsabili sono stati perseguiti o condannati.

A al Mazra’a Ash-Sharqiya molti dei 3.000 residenti hanno legami familiari con cittadini statunitensi e una parte di loro è in possesso della doppia cittadinanza.

A gennaio Trump aveva revocato le sanzioni verso singoli coloni e organizzazioni di coloni accusate di essere coinvolte nelle violenze. Le sanzioni erano state decise nel febbraio del 2024 dall’amministrazione statunitense del suo predecessore, Joe Biden.

– Leggi anche: Coltivare, lavorare e sopravvivere in Cisgiordania