Il Giappone è stufo dei turisti
Negli ultimi anni sono aumentati parecchio creando vari problemi agli abitanti, ma il governo vorrebbe quasi raddoppiarli
di Elena D'Onofrio

Questo e gli altri articoli della sezione Capire il turismo di oggi sono un progetto del workshop di giornalismo 2025 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.
Se vi sembra che tutti stiano andando in Giappone ultimamente, non ve lo state immaginando. Negli ultimi anni il paese ha accolto moltissimi turisti, sia occidentali sia da paesi asiatici come la Cina e la Corea del Sud. L’aumento sta però indisponendo gli abitanti di zone molto popolari come Kyoto e il monte Fuji, che si lamentano delle folle e della mancanza di infrastrutture adatte a sostenere un numero così alto di turisti. Nonostante questo, il governo sta promuovendo misure per attirare ancora più visitatori.
Dopo la pandemia da Covid-19, i flussi turistici in Giappone sono iniziati ad aumentare rapidamente. Secondo i dati dell’Organizzazione nazionale del turismo, nel 2024 c’è stato il 47,1 per cento di turisti in più rispetto all’anno precedente, passando da 25 milioni nel 2023 a 36 milioni nel 2024: il numero più alto di sempre.
La prospettiva cambia un po’ se i numeri vengono rapportati alla popolazione. Nel 2024 in Giappone ci sono stati 0,3 turisti per abitante, un tasso più basso rispetto a varie destinazioni europee. In Italia per esempio nello stesso anno è arrivato più di un turista per abitante, mentre in Spagna, dove continuano ad esserci molte proteste contro il troppo turismo, ce n’erano quasi due.
Il governo giapponese sta cercando di favorire gli arrivi e aumentare i flussi turistici: nel marzo del 2024 aveva annunciato di voler raggiungere 60 milioni di visitatori all’anno entro il 2030, quasi il doppio rispetto ai numeri attuali. Aveva in seguito preso qualche misura concreta per attirare più turisti: per esempio, a gennaio di quest’anno ha reso più semplice ottenere un visto turistico per i cittadini cinesi, che compongono una parte rilevante dei visitatori totali (il 22 per cento dall’inizio dell’anno).
Il rapido aumento dei visitatori, e soprattutto la loro concentrazione in alcune zone specifiche del paese, sta però creando disagi e inconvenienti agli abitanti. A maggio del 2024 per esempio un cittadino di Kyoto aveva detto al New York Times di aver passato sei ore in coda per visitare il santuario shintoista di Heian-Jingu, più del doppio del solito, per via dei molti turisti.
Lo scorso maggio, i funzionari della città di Fujikawaguchiko hanno dovuto oscurare la vista sul monte Fuji con un telo per evitare che la gente si affollasse nel parcheggio di un supermercato vicino alla montagna. A Kyoto, l’amministrazione cittadina ha messo cartelli in varie lingue che chiedono di non fotografare le Geishe, le donne giapponesi in abiti tipici che si radunano spesso nel centro della città. Dallo scorso giugno, è stato anche inaugurato un servizio di autobus solamente per turisti, nel tentativo di liberare più spazio per gli abitanti sul trasporto pubblico. A Tokyo e Osaka durante la fioritura degli alberi di ciliegio è difficile muoversi tra la folla, tanto che sono state messe varie locandine che invitano i visitatori a non toccare i boccioli e a non arrampicarsi sugli alberi.

Un cartello che chiede ai turisti di non toccare le geisha, Kyoto, 2016 (Eric Lafforgue/Art in All of Us/Corbis via Getty Images)
Anche alcune abitudini dei turisti sono viste negativamente dalla popolazione giapponese: in giro per Kyoto ci sono cartelli che specificano di non mangiare mentre si cammina, o di non occupare sedili sugli autobus con zaini e valigie.
Come detto, i turisti tendono a concentrarsi soprattutto in alcune aree del paese: nel 2024, le province con più visitatori internazionali sono state Tokyo, Osaka, Chiba (dove c’è Disneyland) e Kyoto. Per questo, come spiega l’Organizzazione giapponese del commercio estero, il governo vorrebbe incoraggiare la scoperta di zone più rurali e fare in modo che i turisti si distribuiscano anche in aree meno affollate.
Per esempio, da ottobre del 2024 Japan Airlines, la compagnia aerea di bandiera del Giappone, ha avviato una campagna per promuovere le aree meno visitate del paese, introducendo pacchetti che comprendono voli e soggiorni in alberghi locali. Tra le mete proposte c’è la città di Nagato, nella provincia di Yamaguchi, una località termale affacciata sul mare generalmente molto tranquilla. Anche il monte Tomamu sta diventando noto nei mesi invernali grazie al turismo sciistico, ancora poco sviluppato nel resto del paese.




