Andare in vacanza con un gruppo di sconosciuti non è più strano
I viaggi organizzati sono diventati popolari anche tra i giovani, grazie ad alcune agenzie che hanno cambiato il settore e la comunicazione che ci sta intorno
di Matilda Ferraris

Questo e gli altri articoli della sezione Capire il turismo di oggi sono un progetto del workshop di giornalismo 2025 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.
Dalla fine della pandemia di Covid-19 sempre più persone giovani in Italia scelgono di partire da sole per le vacanze, unendosi a un gruppo già organizzato. È un cambiamento significativo, dato che in passato questo genere di viaggi era scelto soprattutto da persone anziane, che non potevano partire in autonomia o non avevano la compagnia per farlo, oppure da chi voleva andare in posti difficili da raggiungere.
I motivi sono tanti: per esempio c’è chi vuole andare in un posto preciso ma non ha qualcuno con cui farlo, chi vuole conoscere nuove persone e pensa che quello potrebbe essere un buon modo, chi è semplicemente attratto dall’idea di partire con persone nuove e vedere cosa succede.
Se è vero che oggi è una pratica più diffusa, l’idea di partire con degli sconosciuti non è un’invenzione recente. In Italia la prima agenzia a farlo è stata Viaggi e Avventure nel Mondo. Venne fondata nel 1970 da Vittorio Kulczycki e Paolo Nugari per far incontrare e viaggiare insieme persone che volevano andare in posti lontani in modo sicuro e contenendo il più possibile i costi.
Viaggi e Avventure nel Mondo esiste ancora oggi e con centinaia di partenze ogni anno continua a essere una delle principali agenzie che organizzano viaggi di gruppo. Le vacanze sono gestite da coordinatori, ossia viaggiatori che fanno da tramite tra il gruppo e l’agenzia: non ricevono un compenso per la loro attività e non è detto che abbiano già percorso l’itinerario, ma si uniscono al gruppo, guidano e organizzano le visite.
Il percorso indicato sul sito è spesso solo indicativo: viene stimato un costo iniziale che include il volo, i trasporti locali e l’assicurazione. Tutto il resto – dagli alloggi alle attività extra, fino ai pasti – viene deciso e prenotato sul momento. Per questo, ogni gruppo nomina un “tesoriere”, ovvero una persona incaricata di gestire una cassa comune con la quale vengono pagate le spese condivise. Il costo iniziale include anche il volo, il cui prezzo a volte risulta un po’ più basso del normale grazie a degli accordi con le compagnie aeree.
Quelli di Viaggi e Avventure nel Mondo erano nati come viaggi piuttosto lunghi, ma con il tempo si sono dovuti adattare alle richieste del mercato e nella loro offerta sono entrati anche soggiorni più brevi (inferiori ai 5 giorni), che restano però una minoranza.
Negli ultimi anni sono nati altri operatori turistici che fanno un lavoro simile rivolgendosi però a fasce d’età diverse, generalmente tra i 18 e i 40 anni, e che hanno contribuito a modificare la percezione che i giovani hanno dei viaggi organizzati.
Uno dei più conosciuti è WeRoad. Fu fondato nel 2017 e negli ultimi anni ha avuto una crescita notevole: il suo fatturato è passato da circa 47 milioni di euro nel 2023 a oltre il doppio nel 2024, raggiungendo i 100 milioni. Fa parte di OneDay Group, proprietario anche di altre aziende tra cui quella dietro ScuolaZoo, un sito d’informazione rivolto agli studenti delle scuole superiori.
WeRoad offre un pacchetto molto ampio di viaggi che propone durante tutto l’anno e, a differenza di Viaggi e Avventure nel Mondo, la sua offerta è varia anche per la durata della vacanza. Ci sono diverse formule: quelle più brevi da weekend, quelle “express” dove la visita di un paese o di una capitale è concentrata in cinque o sei giorni, oppure viaggi più lunghi da una decina di giorni o più.
Fabio Bin, uno dei co-fondatori, dice che l’idea di WeRoad è partita da un’esperienza personale, ovvero la difficoltà di organizzarsi con i propri amici per andare in viaggio: «Abbiamo capito che questo problema riguardava un’intera generazione di trentenni e quarantenni. Le ragioni erano varie: alcuni amici erano impegnati in relazioni, altri avevano periodi di ferie incompatibili, o preferivano stili di viaggio molto diversi».
La comunicazione di WeRoad punta parecchio sulla dimensione sociale del viaggio: molte campagne pubblicitarie hanno al centro l’idea di trovare nuovi amici e di creare una sorta di grande comunità tra coordinatori e viaggiatori, anche a prescindere dalla destinazione che si sceglie di visitare. In WeRoad i coordinatori sono retribuiti, anche se in moltissimi casi hanno anche altri lavori.

(WeRoad)
Un operatore turistico con uno stile simile a WeRoad è SiVola, fondato nel 2019 da un gruppo di influencer di viaggio molto seguiti in Italia, tra cui il più famoso è probabilmente Nicolò Balini (conosciuto su Internet come HumanSafari). Inizialmente proprio gli influencer sono stati i primi coordinatori dei viaggi. Anche SiVola è cresciuta rapidamente: l’azienda ha chiuso il 2023 con 24 milioni di euro di ricavi, circa il 131 per cento in più rispetto al 2022.
Carlo Laurora, uno dei fondatori, dice che «è stata la nostra community a darci l’idea di aprire [l’attività], perché quando condividevamo sui social i nostri viaggi ci rispondevano chiedendo di partire con noi». Specialmente all’inizio chi partiva con SiVola lo faceva spinto dalla fiducia nel percorso pensato dal coordinatore. Oggi i viaggi vengono assegnati ai responsabili sulla base della loro esperienza con quei paesi: «Se so che un coordinatore conosce molto bene l’Indonesia, lo mando lì, perché l’obiettivo non è fargli fare una vacanza», ma migliorare l’esperienza di tutti i partecipanti, dice Laurora.
È un approccio diverso da quello di Viaggi e Avventure nel Mondo e WeRoad, in cui i coordinatori non sono professionisti e spesso non hanno mai fatto prima il viaggio che si trovano a organizzare. Capita che alcuni viaggiatori partano con aspettative molto alte sulla professionalità e la competenza dei responsabili, che però in alcuni casi vengono deluse: secondo quanto raccontato al Post da alcuni partecipanti a viaggi di WeRoad, una delle criticità dell’agenzia è che non sempre i coordinatori sono mai stati sul posto prima. La loro eventuale inesperienza può inficiare sulla qualità del viaggio.
A differenza di WeRoad, gli itinerari di SiVola sono pensati per chi ha a disposizione almeno una settimana, senza formule più brevi. Nella promozione sui social e nelle campagne pubblicitarie anche SiVola, come WeRoad, punta molto sull’importanza della componente sociale del viaggio. Non per tutti questa è una cosa positiva: c’è chi parte semplicemente per visitare un posto nuovo, e l’insistenza di alcuni tour operator nel voler “fare gruppo” può risultare respingente.

(SiVola)
Oltre a queste agenzie, che attraggono la maggioranza dei viaggiatori in gruppo, ce ne sono altre più piccole che stanno provando a fare la stessa cosa posizionandosi in nicchie come quella dei viaggi a basso impatto ambientale. Tra queste ci sono ad esempio Ecoway Travel, Macondo Expeditions e Orma Guides.
Molte di queste sfruttano collaborazioni con attivisti e content creator, che hanno un seguito più o meno grande ma fidelizzato. Per il creator è un modo per costruire un rapporto con i follower, per i tour operator è un metodo efficace per raggiungere più persone potenzialmente interessate. Le diverse compagnie definiscono questi viaggi “consapevoli”: cercano di andare in mete non troppo battute e di non frequentare solo le attrazioni turistiche quando vanno in una città.




