I libri finalisti del Premio Vero 2025
Sono stati annunciati oggi a Peccioli: adesso li voteranno abbonati e abbonate del Post
Il Post e la Fondazione Peccioliper hanno annunciato oggi la “shortlist” dei libri finalisti per l’edizione 2025 del Premio Vero: sono Il gelso di Gerusalemme di Paola Caridi (Feltrinelli), Agro Punjab di Francesca Cicculli e Stefania Prandi (Nottetempo), Il suicidio di Israele di Anna Foa (Laterza) e Il mito infranto di Antonio Galdo (Codice).

I quattro libri sono quelli che hanno ottenuto il maggior numero di voti da parte delle venti librerie indipendenti coinvolte nella selezione di quest’anno: alle quali era stata consegnata la valutazione dei sedici candidati iniziali scelti dal comitato direttivo del premio, composto da Marino Sinibaldi, Ludovica Lugli, Luca Sofri, Fabrizio Franceschini e Giovanni Volpi.
Il Premio Vero è stato creato nel 2024 dal Post assieme alla Fondazione Peccioliper per promuovere e premiare il lavoro di divulgazione giornalistica attraverso i libri: è un premio dedicato ai libri di “non fiction” di autori e autrici italiani, che aiutino a comprendere la realtà e aumentino la conoscenza dei lettori. L’edizione del 2024 è stata vinta dal libro Cento giorni che non torno di Valentina Furlanetto (Laterza).
Il libro vincitore tra i quattro finalisti sarà scelto attraverso il terzo e conclusivo passaggio di giudizi: quello affidato a 250 abbonati e abbonate del Post sorteggiati tra quelli che si sono candidati a questo ruolo. Riceveranno i quattro libri e avranno tempo fino alla fine di novembre per scegliere il loro preferito secondo i criteri del premio: il libro che avrà raccolto più voti sarà il vincitore del Premio Vero 2025, annunciato durante una premiazione che si terrà a Peccioli, in Toscana, il 6 dicembre 2025.

Si è tenuto a Peccioli anche l’incontro pubblico di presentazione dei libri finalisti, alla presenza di autrici e autore. Il gelso di Gerusalemme, di Paola Caridi, descrive la storia di una serie di alberi dell’area del Mediterraneo e della Palestina in particolare, raccontando così la storia dei luoghi che li ospitano. Agro Punjab è un reportage sulle vite della numerosa comunità sikh che vive nel Lazio impiegata nell’agricoltura, che si arricchisce di informazioni sulle economie relative, sulle origini di quella migrazione, sulle violazioni dei diritti e delle regole sul lavoro: ne sono autrici Francesca Cicculli e Stefania Prandi. Anna Foa ha scritto uno dei libri più venduti e apprezzati tra le pubblicazioni di non fiction italiane dell’ultimo anno, commentando la deriva tragica dello stato di Israele, che ha chiamato Il suicidio di Israele. Invece Il mito infranto, di Antonio Galdo, è un approfondito resoconto dei problemi e dei fallimenti nel percorso verso la “sostenibilità” da parte delle culture e delle civiltà dei paesi più ricchi, che alterna analisi, dati e storie singolari.
Nella presentazione dei libri finalisti Luca Sofri e Giovanni Volpi hanno intervistato le quattro autrici e l’autore, dai cui racconti sono emersi elementi di condivisione tra gli argomenti diversi trattati, ma soprattutto le peculiari differenze di approccio nei modi con cui si può trasmettere conoscenza e informazioni. E come ha detto Giovanni Volpi concludendo l’incontro, la scelta di raccontare storie anche drammatiche e tragiche rivela il contrario del pessimismo su queste storie e su queste prospettive: rivela un’intenzione non rassegnata di affrontarle e di affrontarle con gli altri.
























