In Romania ci sono tantissimi orsi
Dopo che un turista italiano è stato ucciso da un'orsa sono stati fatti dei paragoni con il Trentino, ma tra le Alpi e i Carpazi ci sono delle differenze

Il 2 luglio un uomo italiano di 48 anni che si trovava in vacanza in Romania è stato ucciso da un’orsa con due piccoli durante una sosta del suo viaggio in moto sulla strada panoramica Transfagarasan. La notizia è stata associata a quella del primo (e unico) caso di una persona uccisa da un orso in Italia, due anni fa, ma il contesto rumeno è diverso da quello italiano.
Nelle Alpi italiane, e più precisamente in Trentino, gli orsi furono reintrodotti grazie a un progetto europeo a partire dal 1999, dopo che nei secoli precedenti erano stati sterminati dalla caccia. La popolazione rumena di orsi invece non si è mai estinta. C’è poi soprattutto una grossa differenza numerica. In Trentino vive un centinaio di orsi in un’area di circa 2mila chilometri quadrati, mentre nei Carpazi della Romania una stima preliminare basata su dati genetici parla di 10-13mila orsi, 112 solo nella zona in cui è morto il turista italiano, che comprende circa mille chilometri quadrati di foreste. Esclusa la Russia, è il paese europeo dove vivono più orsi.
Anche in Romania ci sono grossi dibattiti a proposito della convivenza tra orsi e comunità umane, in vari paesi europei infatti grazie alle politiche comunitarie di protezione della fauna selvatica le popolazioni di molti animali sono cresciute in anni recenti. In Romania però i casi di incontri tra persone e orsi finiti con un’aggressione sono stati molto più numerosi in termini assoluti: secondo i dati del ministero dell’Ambiente rumeno negli ultimi vent’anni 26 persone sono state uccise da orsi e 274 sono state ferite.
Un anno fa, dopo un’aggressione mortale a un’escursionista di 19 anni, il parlamento rumeno aveva deciso di triplicare il numero di orsi da uccidere annualmente per controllare le dimensioni della popolazione – indicazione che in Italia non esiste, vista la diversa natura della popolazione locale – sia per il 2024 che per il 2025. In precedenza ogni anno le autorità e i cacciatori uccidevano 140 orsi: per questi due anni è stata fissata una quota di 426 orsi, a cui poter aggiungerne altri 55 in situazioni giudicate emergenziali, come i casi di aggressioni a persone.
In Romania come in Italia le leggi sulla conservazione degli orsi prevedono che gli individui che hanno aggredito una persona possano essere uccisi, perché si ritiene più probabile che possano compiere altre aggressioni in futuro. Per questa ragione l’orsa che il 2 luglio ha aggredito il turista italiano è stata uccisa.
Secondo il WWF e altre organizzazioni ambientaliste, l’aumento delle quote di orsi che la Romania abbatte ogni anno è stata una decisione più legata a una risposta emotiva che a una valutazione basata su dati scientifici, e il problema dei conflitti tra orsi e persone andrebbe risolto migliorando le pratiche di convivenza con questi animali, che generalmente sono intimoriti dalle persone. Solitamente i casi di aggressione riguardano orse con i piccoli, che percepiscono in un uomo o in una donna che si avvicina una minaccia per i propri figli: era stato così nel caso di aggressione mortale in Trentino del 2023, ed è stato molto probabilmente così anche nel caso del turista italiano sulla Transfagarasan.
Lungo la strada rumena, così come nei boschi del Trentino, sono presenti molti cartelli che spiegano i comportamenti più sicuri da tenere nel caso di avvistamenti e incontri ravvicinati con gli orsi. Tra le altre cose è fortemente sconsigliato avvicinarsi a questi animali per scattare foto e vietato offrire loro da mangiare. Molte persone che visitano le foreste rumene tuttavia contravvengono a queste indicazioni: è rischioso perché gli orsi che si abituano alla presenza umana perdono l’istintiva diffidenza nei confronti delle persone.
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