Agli Uffizi di Firenze ci sono nuove protezioni per evitare altri incidenti ai dipinti

Sono state montate negli ambienti della mostra sul Settecento, dove un visitatore era inciampato squarciando un quadro

Una donna fotografa un'opera agli Uffizi di Firenze, marzo 2018 (ANSA/ CLAUDIO GIOVANNINI)
Una donna fotografa un'opera agli Uffizi di Firenze, marzo 2018 (ANSA/ CLAUDIO GIOVANNINI)
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Agli Uffizi, il più importante museo di Firenze e uno dei più visitati al mondo, ha riaperto la mostra temporanea “Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi”. La mostra era stata sospesa a fine giugno dopo che un uomo era inciampato e aveva fatto uno squarcio su un dipinto: ora negli ambienti della mostra sono state installate delle nuove protezioni per le opere, più alte delle precedenti.

Il 21 giugno un uomo che stava visitando gli Uffizi aveva perso l’equilibrio davanti al “Ritratto di Ferdinando de’ Medici gran principe di Toscana”, di Anton Domenico Gabbiani, danneggiandolo. Gran parte dei media italiani aveva scritto che la persona coinvolta, che era stata denunciata dal museo, era inciampata mentre cercava di farsi un selfie. Dopodiché era stato diffuso un video che mostrava il momento del danneggiamento, e non sembrava affatto che l’uomo avesse un telefono in mano.

Dal video risultava che si stesse effettivamente mettendo in posa, ma la donna che era con lui non sembrava a sua volta avere un telefono o una macchina fotografica in mano. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde aveva comunque commentato l’episodio denunciando la troppa disinvoltura dei visitatori «che vengono nei musei per fare meme o scattare selfie per i social», e aveva sospeso la mostra fino al 2 luglio. Aveva anche promesso di intervenire per porre «dei limiti molto precisi, impedendo i comportamenti non compatibili con il senso delle nostre istituzioni e del rispetto del patrimonio culturale».

Silvia Barlacchi, una delle rappresentanti sindacali interne, della Cisl, aveva invece insistito sul fatto che il visitatore, facendo un passo indietro, fosse inciampato nella pedana che serviva a tenere il pubblico distante dalle opere aggiungendo anche che non era la prima volta che accadeva e che il personale del museo aveva già segnalato il pericolo all’amministrazione delle Gallerie: «Quelle pedane di distanziamento non sono idonee, specialmente perché agli Uffizi ci sono moltissime persone. Sono basse, sono scure e quindi non ben visibili e, al di là del singolo caso, chi guarda i quadri rischia di non vederle e di inciamparci. Le barriere d’acciaio magari sono più brutte, ma proteggono meglio le opere».

Un’immagine dalla mostra “Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi” in cui si vedono le vecchie protezioni (Foto dal sito delle Gallerie degli Uffizi)

Per la riapertura della mostra, il 2 luglio, sono state in effetti installate nuove protezioni: sono metalliche e dorate, arrivano all’incirca al bordo inferiore dei quadri esposti, e distanziano visitatori e visitatrici dalle opere. Sulle protezioni c’è scritto, in italiano e in inglese, “Attenzione, non appoggiarsi ai distanziatori”.

La mostra, allestita nelle sale al piano terreno delle Galleria, resterà aperta fino al 28 novembre. Nel frattempo il quadro danneggiato è stato rimosso per essere restaurato e per ora al suo posto è stata esposta un’opera del 1690 di Niccolò Cassana, detto Nicoletto, che ritrae sempre Ferdinando de’ Medici. Dagli Uffizi fanno sapere che il restauro dell’opera di Gabbiani è quasi ultimato e che l’opera «perfetta, com’era prima dell’incidente» tra pochi giorni tornerà in mostra. Fanno sapere anche che le misure contro i comportamenti scorretti annunciate dal direttore Verde «sono ancora in fase di elaborazione».

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