C’è un accordo tra il governo e le regioni sulle liste d’attesa

Alla fine il ministero potrà gestirle direttamente con una specie di commissariamento, in caso di continue inadempienze e ritardi

(Stefano Porta/LaPresse)
(Stefano Porta/LaPresse)
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Dopo mesi di confronti e litigi, il governo e le regioni hanno trovato un accordo sulla gestione delle liste d’attesa e in particolare sui cosiddetti poteri sostitutivi, una sorta di commissariamento che il ministero della Salute vuole imporre alle regioni quando queste vengono ritenute inadempienti. L’accordo è importante perché le discussioni sui poteri sostitutivi finora hanno bloccato l’applicazione del decreto per la riduzione delle liste d’attesa, approvato un anno fa dal governo per cercare di risolvere almeno in parte un problema urgente e molto sentito dalle persone.

Ora governo e regioni hanno contrattato le modalità di questo commissariamento, e il decreto potrà infine essere applicato (anche se era già stato approvato, mancavano le norme che dicessero come metterlo in pratica).

Inizialmente il decreto prevedeva che il ministero potesse subentrare alla gestione regionale in caso di accertate irregolarità sulle liste d’attesa. Una delle più note e gravi, per esempio, è la chiusura delle agende di prenotazione, cioè l’impossibilità di prenotare perché non c’è posto, nemmeno a mesi di distanza. Nonostante sia una pratica piuttosto diffusa, è vietata dalla legge: le strutture sanitarie pubbliche devono sempre avere a disposizione appuntamenti, anche a costo di rivolgersi a strutture private convenzionate a cui commissionare la prestazione che non si riesce a garantire.

Per rendere operativo il decreto serviva l’approvazione delle regioni, che tuttavia si erano sempre opposte perché consideravano i poteri sostitutivi un’ingerenza eccessiva dello Stato nella gestione della sanità, di competenza regionale. Le trattative sono durate mesi e hanno riguardato la definizione dei tempi di questo possibile commissariamento.

Il decreto riscritto prevede che l’organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, gestito dal ministero della Salute, possa sostituire le regioni dopo una serie di inadempienze: dopo la prima segnalazione le regioni hanno 30 giorni di tempo per difendersi, presentando delle contro osservazioni; in caso di risposte assenti o insufficienti hanno 60 o 90 giorni rispettivamente per risolvere i problemi segnalati.

Trascorso anche quel periodo – in totale al massimo quattro mesi – l’organismo di verifica e controllo prenderà in gestione il problema oppure potrà obbligare la regione a seguire precise indicazioni, verificando poi che vengano messe in pratica. Nel caso in cui le regioni non dovessero nominare il responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (il cosiddetto Ruas, che deve garantire il corretto funzionamento delle liste d’attesa), la nomina verrà fatta direttamente dall’organismo di verifica e controllo.

Si potrà quindi sbloccare il decreto per la riduzione delle liste d’attesa: prevede tra le altre cose la creazione di una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, un sistema per controllare che le regioni rispettino le priorità indicate sulla ricetta. Un’altra misura riguarda i centri di prenotazione regionale, che dovranno comunicare alle persone i tempi di attesa sia degli ospedali pubblici che di quelli privati accreditati.

L’obiettivo del decreto è ridurre le lunghe attese che nel 2024 hanno portato quasi 6 milioni di persone, cioè quasi un decimo della popolazione italiana, a rinunciare a curarsi perché i tempi di attesa per esami e visite erano troppo lunghi o perché fare i controlli costava troppo.

A marzo il ministro della Salute Orazio Schillaci aveva mandato una lettera alle regioni per richiamarle proprio sulla gestione delle liste d’attesa. Aveva scritto che c’erano «troppe situazioni indegne» e di «pratiche opache» che ostacolavano l’accesso alle cure. Dalle recenti ispezioni dei carabinieri per la tutela della salute (NAS) sono emerse gravi irregolarità nel 27 per cento delle strutture sanitarie.

– Leggi anche: La Lombardia farà controllare le liste d’attesa degli ospedali ai carabinieri