Lo Stato si tiene sempre più soldi del 5 per mille
Quest'anno quasi 80 milioni di euro, per via di un “tetto” massimo ai contributi molto contestato dalle associazioni

Nel 2024, grazie al 5 per mille, i contribuenti italiani avrebbero donato quasi 604 milioni di euro delle loro imposte a enti e associazioni, che tuttavia ne riceveranno solo 525. I 78,9 milioni che mancano se li è tenuti lo Stato, di fatto togliendo fondi che spetterebbero alle organizzazioni e in definitiva falsando le scelte dei contribuenti, il principio su cui si basa il 5 per mille. Da anni enti e associazioni chiedono ai governi di modificare le regole che causano questa stortura, ma nonostante le disponibilità manifestate ogni anno dal parlamento finora non è cambiato nulla e la somma incassata dallo Stato continua ad aumentare.
Il 5 per mille fu introdotto nella legge di bilancio del 2006 per finanziare attività socialmente rilevanti. Il meccanismo è simile all’8 per mille previsto per le confessioni religiose e al 2 per mille dato ai partiti: ogni anno nella dichiarazione dei redditi i contribuenti possono indicare a chi destinare una parte – il 5 per mille, appunto – delle imposte sul reddito. In questo modo lo Stato rinuncia a una parte delle imposte per donarla alle associazioni sulla base delle scelte precise dei contribuenti.
Per devolvere il 5 per mille basta inserire nel riquadro dedicato della propria dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell’associazione che si è deciso di sostenere, e infine firmare. Le donazioni dipendono quindi dal numero di scelte e dal reddito del contribuente: più è alto, più la scelta porterà soldi all’associazione. Dal 2006 grazie al 5 per mille sono stati donati più di 8 miliardi di euro che hanno permesso al terzo settore di crescere molto.
In questa tabella si possono consultare tutti i beneficiari e gli importi destinati con le scelte del 5 per mille fatte nelle dichiarazioni dei redditi del 2024, quindi riferite ai redditi del 2023. Sono gli ultimi dati disponibili. Oltre alle associazioni, è possibile destinare il 5 per mille a enti di ricerca scientifica, comuni, società sportive e culturali.
A differenza dell’8 per mille, però, lo Stato ha previsto un limite massimo per le donazioni del 5 per mille, chiamato anche “tetto”. Inizialmente era di 400 milioni di euro, poi è stato alzato agli attuali 525. Se non ci fosse questo limite, le scelte fatte dai contribuenti avrebbero portato quasi 604 milioni di euro a enti e associazioni, che invece riceveranno una quota calcolata sulla base del tetto massimo.
La principale conseguenza è che le associazioni riceveranno meno soldi di quanti ne spetterebbero se venisse rispettata la volontà dei contribuenti. Era successo lo stesso lo scorso anno, quando lo Stato si tenne 28 milioni di euro, quest’anno saliti a quasi 80.
Già un anno fa alcune tra le principali associazioni del terzo settore fecero un appello al governo per chiedere di togliere il limite massimo o di introdurre correttivi per rispettare la scelta delle persone. A causa di questa limitazione la fondazione Airc per la ricerca sul cancro ricevette 3,7 milioni di euro in meno, Save the Children 175mila, Medici senza Frontiere 400mila, Telethon 250mila, la Lega del Filo d’Oro 500mila, l’Associazione italiana contro la sclerosi multipla 350mila.
Mercoledì il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha risposto a un’interrogazione presentata da Italia Viva dicendo che il governo valuterà l’opportunità di un intervento. In realtà negli ultimi anni il governo aveva già ricevuto appelli e lamentele da parte delle associazioni e aveva avuto più volte la possibilità di togliere il limite. Sia durante la discussione della legge di Bilancio che in quella del decreto cosiddetto “Milleproroghe” erano stati proposti emendamenti per alzare il tetto dei contributi o al limite coprire almeno il disavanzo dello scorso anno.
Fratelli d’Italia aveva addirittura proposto di alzare il limite da 525 a 575 milioni, mettendo 50 milioni di euro in più all’anno, ma l’emendamento era stato poi ritirato. Durante la discussione del “Milleproroghe” Fratelli d’Italia aveva proposto infine di aumentare il fondo di 10 milioni di euro. Tutte le proposte tuttavia erano state bocciate al Senato.
L’andamento del numero di scelte fatte negli ultimi anni dimostra che sono sempre di più le persone che scelgono di destinare fondi con il 5 per mille. Nel 2024 per esempio erano state 714mila in più rispetto al 2023. Il Sole 24 Ore ipotizza che nel 2025 lo sforamento potrebbe superare i 100 milioni di euro compromettendo totalmente il 5 per mille, di fatto trasformandolo in un 4 per mille.



