La Banca Centrale Europea ha abbassato i tassi di interesse per l’ottava volta consecutiva in un anno

La sede della BCE a Francoforte, in Germania (AP Photo/Michael Probst)
La sede della BCE a Francoforte, in Germania (AP Photo/Michael Probst)

Giovedì la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un’altra riduzione di 0,25 punti percentuali dei tre tassi di interesse di riferimento, che scenderanno così a un intervallo compreso tra il 2 e il 2,4 per cento. I tassi sono lo strumento principale con cui le banche centrali possono intervenire sull’andamento dei prezzi per provare a tenerlo sotto controllo, ed è l’ottava volta nel giro di un anno che la BCE li riduce. La decisione farà scendere ancora i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese, tra le altre cose.

Nel comunicato con cui ha annunciato i tagli la BCE ha scritto che l’inflazione è sotto controllo: a maggio del 2025 è infatti scesa all’1,9 per cento, quindi molto vicina all’obiettivo della Banca di mantenerla sempre vicina al 2 per cento, soglia ritenuta adeguata per un’economia sana. Secondo le ultime stime l’inflazione dovrebbe restare intorno al 2 per cento nel 2025, per poi scendere all’1,6 per cento nel 2026 e tornare al 2 per cento nel 2027. Solitamente le banche centrali aumentano i tassi di interesse per limitare la crescita dei prezzi (cioè l’inflazione), e li abbassano quando invece l’inflazione non è considerata un problema o l’economia è stagnante.

Negli ultimi mesi i grossi dazi imposti, sospesi o minacciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno creato molta incertezza sul piano economico e commerciale. La BCE ha detto di aspettarsi che questo abbia conseguenze negative sugli investimenti e sulle esportazioni, soprattutto sul breve termine. Sul medio termine però la crescita potrebbe essere sostenuta dagli ingenti investimenti dei paesi europei nei settori della difesa e delle infrastrutture.