L’esercito israeliano ha confermato di aver sparato contro i palestinesi a un centro di distribuzione del cibo
Gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation, l'ong inventata da Israele: 27 persone sono state uccise

Martedì il ministero della Salute della Striscia di Gaza (controllato da Hamas) ha detto che 27 persone sono state uccise dall’esercito israeliano e altre decine sono state ferite vicino a un punto di distribuzione del cibo della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) a Rafah, nel sud del territorio. L’esercito israeliano ha confermato di aver sparato, prima colpi di avvertimento e poi direttamente contro alcune persone che ha definito «sospette». Secondo la sua ricostruzione, queste persone avrebbero deviato dal «percorso designato» mentre si trovavano a circa 500 metri dal centro e avrebbero iniziato ad avvicinarsi a un gruppo di soldati, che hanno sparato. Il ministero della Salute ha detto invece che le persone sono state uccise mentre aspettavano il cibo.
La Ghf è l’organizzazione inventata da Israele per prendere il controllo totale delle operazioni di distribuzione del cibo nella Striscia di Gaza: è operativa da circa una settimana, e fin da subito è stata accusata di essere uno strumento del governo israeliano per usare la fame come arma contro i palestinesi. Israele controlla tutti i confini della Striscia e da tempo permette l’ingresso di cibo, acqua e medicine in quantità enormemente inferiori rispetto ai reali bisogni della popolazione.
Quello di martedì non è il primo caso di violenza che avviene nei pressi dei centri di distribuzione della Ghf: nell’ultima settimana decine di persone palestinesi sono state uccise mentre cercavano di ricevere del cibo.
L’esercito ha detto di aver aperto un’indagine sugli spari di martedì, cosa che ha già fatto per altri episodi problematici e gravi legati all’operato dei militari durante la guerra. Finora i risultati di indagini del genere hanno perlopiù giustificato la condotta dei soldati, o ridimensionato le loro colpe. Intanto martedì mattina la Ghf ha detto che tutte le operazioni di distribuzione sono state condotte «in modo sicuro», dicendo che gli spari sono avvenuti fuori dalla propria area di competenza.

Una scatola della Gaza Humanitarian Foundation (AP Photo/Abdel Kareem Hana)
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Per come è stata pensata dal governo israeliano, la Gaza Humanitarian Foundation è di fatto un altro strumento di controllo nei confronti delle persone palestinesi di Gaza. Tra le altre cose, la fondazione dovrebbe operare in quattro centri di distribuzione, tutti concentrati nel sud della Striscia: questo costringe i civili a spostarsi a sud oppure a fare decine di chilometri ogni giorno per raggiungere i centri. Per ricevere il cibo inoltre i civili dovrebbero sottoporsi a esami biometrici che confermino la loro identità. Il piano di Israele prevede anche che siano create delle enormi aree sorvegliate per ospitare decine di migliaia di palestinesi, che così rimarrebbero isolati dal resto della Striscia, dove intanto proseguirebbero i combattimenti.
In teoria la sicurezza delle operazioni di distribuzione dovrebbe essere garantita da contractor statunitensi (cioè militari di compagnie private), mentre i soldati israeliani dovrebbero restare ad almeno 300 metri di distanza. Sembra però che questo non venga rispettato, dato che negli ultimi giorni diversi testimoni hanno raccontato di soldati israeliani che hanno di fatto gestito la folla durante la distribuzione del cibo.



