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  • Venerdì 30 maggio 2025

Il Paris Saint-Germain è praticamente nato ieri

Fu creato per dare a Parigi una squadra di calcio forte, è cresciuto con i soldi del Qatar e ora cerca l'obiettivo più importante

Desiré Doué, Vitinha e Goncalo Ramos sotto i tifosi al Parc des Princes (Aurelien Meunier - PSG/ Getty Images)
Desiré Doué, Vitinha e Goncalo Ramos sotto i tifosi al Parc des Princes (Aurelien Meunier - PSG/ Getty Images)
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Sabato sera il Paris Saint-Germain giocherà contro l’Inter, a Monaco di Baviera, la seconda finale di Champions League della sua storia. Non è una storia lunga, nonostante oggi sia uno dei club calcistici più ricchi e importanti al mondo. Fu fondato cinquantacinque anni fa, nel 1970, proprio per rispondere a quella che era vissuta come un’anomalia: una città grande e importante come Parigi non aveva una squadra di calcio di alto livello, in grado di competere per vincere in Francia e in Europa.

Il PSG è quindi un club molto giovane, soprattutto se paragonato agli altri grandi d’Europa: l’Inter è stata fondata nel 1908, il Real Madrid nel 1902, alcuni dei maggiori club inglesi, come il Liverpool, addirittura alla fine dell’Ottocento. La squadra di Parigi è diventata importante (ma non dominante) in Francia abbastanza presto, vincendo il primo campionato nel 1986, ma è davvero cambiata quando l’ha comprata il fondo sovrano del Qatar, nel 2011.

La proprietà qatariota ha speso nel club miliardi di euro, per acquistare grandi giocatori e per consolidarlo come uno dei più noti al mondo. Non è però ancora riuscita a vincere la Champions League, il trofeo più importante. Dopo la prima sconfitta in finale nel 2020, contro il Bayern Monaco, ci riprova quest’anno con una squadra con meno campioni affermati e molto giovane: l’età media è inferiore ai 24 anni, mentre quella dell’Inter è superiore ai 28.

Il Paris Saint-Germain prima della semifinale di ritorno di Champions League (AP Photo/Kin Cheung)

Storicamente il rapporto fra Parigi e il calcio è stato complicato: in città esistevano varie squadre, ma nessuna davvero fra le migliori di Francia: Red Star e Racing Club furono a lungo le più importanti, e la seconda fu l’unica a vincere un campionato, negli anni Trenta.

Negli anni Settanta una cordata di imprenditori, fra cui lo stilista Daniel Hechter e l’attore Jean-Paul Belmondo, investirono per creare una squadra affermata a Parigi: ci fu una fusione fra due squadre, il Paris Fc e lo Stade Saint-Germain e si sfruttò il rinnovato stadio Parc des Princes, di proprietà del comune ma che da allora è sede del PSG. Ci furono alcuni anni di problemi burocratici e liti societarie, ma dal 1974 la squadra è stabilmente nella massima serie francese (non è mai più retrocessa), con la divisa con fascia rossa in campo blu disegnata dallo stilista Hechter. Secondo gli storici del club, il PSG iniziò presto a interessarsi a grandi giocatori, andando vicina a tesserare Pelé.

Negli anni Ottanta il club creò dal nulla un gruppo di tifosi organizzati, gli Ultras, per animare un po’ lo stadio: ingaggiarono sin da subito grandi rivalità con il Saint-Etienne e con l’Olympique Marsiglia, che a lungo fu la squadra più importante di Francia; poi crearono anche diversi problemi di ordine pubblico. Negli anni Novanta la proprietà passo a Canal+, la più importante televisione a pagamento di Francia, che investì per rendere la squadra competitiva: arrivarono grandi giocatori, come George Weah, Jay-Jay Okocha, Youri Djorkaeff e Ronaldinho.

Il presidente del PSG Nasser al-Khelaifi e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, tifoso della squadra, nel 2014 (AP Photo/Francois Mori)

Quando il fondo qatariota nel 2011 comprò il club, il Paris Saint-Germain aveva vinto 12 trofei: oggi ne ha 53. In Francia ha vinto 11 degli ultimi 14 campionati e nella squadra hanno giocato alcuni fra i migliori giocatori al mondo, come Zlatan Ibrahimovic, David Beckham, Edinson Cavani, Neymar, Lionel Messi e Kylian Mbappé. La proprietà qatariota non ha mai badato troppo a spese, bilanci e sostenibilità economica ed è spesso stata accusata di aggirare le regole finanziarie imposte dalle autorità calcistiche (il cosiddetto fair play finanziario). Il Qatar ha usato il PSG come principale strumento della sua politica di immagine e rilevanza nel mondo dello sport, culminata nell’organizzazione del Mondiale 2022.

Ha anche reso il Paris Saint-Germain un marchio fra i più conosciuti al mondo, favorendo l’identificazione con la città (Paris è un’abbreviazione preferita rispetto a PSG dal settore marketing della società) e collaborando con marchi come Air Jordan o con i Rolling Stones per le proprie linee di maglie o di prodotti.

L’allenatore Luis Enrique il 24 maggio 2025. (AP Photo/Aurelien Morissard)

Per completare questa ascesa manca una vittoria in Champions League, competizione in cui in questi anni la squadra ha vissuto alcune eliminazioni rocambolesche e clamorose. Al club è stata spesso imputata l’assenza di un vero “progetto sportivo”: la squadra è sembrata a volte una collezione di grandi giocatori che faticavano a diventare un insieme vincente. Il problema sembra essere stato superato in questa stagione grazie anche all’allenatore Luis Enrique, che ha imposto l’acquisto di giocatori un po’ diversi, meno affermati ma più funzionali alle sue esigenze tattiche. Finora ha funzionato: il Paris Saint-Germain ha vinto un altro campionato e un’altra coppa di Francia, ma l’esito della partita di sabato farà molta differenza.