L’ex presidente della Repubblica Democratica del Congo Joseph Kabila è tornato nel paese dopo due anni di esilio

L’ex presidente della Repubblica Democratica del Congo Joseph Kabila è tornato nel paese dopo due anni di esilio autoimposto. Aveva lasciato il Congo nel 2023, in una sorta di fuga dopo la fine dell’alleanza con il suo successore alla presidenza, ma recentemente aveva detto di voler tornare per contribuire a risolvere la crisi con il gruppo ribelle M23, che combatte il governo centrale e controlla le regioni minerarie orientali al confine col Ruanda. Giovedì è riapparso nella città di Kinyogote, a ovest di Goma, la città più importante che l’M23 ha conquistato a fine gennaio, e si è incontrato con alcuni leader religiosi locali.
Kabila in Congo è accusato da parte della rappresentanza politica e dell’opinione pubblica di legami con l’M23. La scorsa settimana il Senato del paese aveva deciso di togliergli l’immunità di cui godeva, con l’accusa di alto tradimento. Per il momento, comunque, il governo congolese non ha detto se intenda avviare un procedimento formale nei confronti di Kabila, che non ha fatto sapere quanto a lungo rimarrà nel paese. I leader religiosi locali con cui ha parlato hanno detto che Kabila si è incontrato con loro per mediare una possibile pace tra i ribelli dell’M23 e il governo congolese.
Kabila ha 53 anni ed è stato presidente fino al 2019: lo era diventato nel 2001, quando aveva preso il posto del padre Laurent Kabila che era stato ucciso. Il suo secondo mandato in realtà scadde nel 2016, ma lui si rifiutò di cedere il potere fino alle elezioni molto contestate del 2018. Il candidato che secondo gli osservatori indipendenti le vinse (Martin Fayulu) accusò Kabila di aver fatto un patto con un altro candidato, Félix Tshisekedi, e di avergli ingiustamente assegnato la vittoria. Tshisekedi è tuttora presidente della Repubblica Democratica del Congo, ma alla fine del 2020 ruppe l’alleanza politica col partito di Kabila.


